Città di Castello elezioni. Dopo la bagarre sui candidati, un finale a sorpresa?
Il parto dei quattro candidati a Sindaco di Città di Castello è stato sofferto, lacerante. L’insieme delle forze politiche del Centro-sinistra e del centro-destra non ha avuto la capacità – né forse la volontà – di unirsi intorno a un unico candidato di coalizione. Dobbiamo quindi prendere atto che i quattro candidati rappresentano solo spezzoni antagonistici dei due schieramenti. Hanno le competenze e l’autorevolezza per ambire a guidare la città? Lo diranno gli elettori. Finora – è la nuda verità – non sono stati in grado di unire Centro-sinistra e Centro-destra.
Il Centro-sinistra spaccato (non è una novità) ci propone Luca Secondi e Luciana Bassini. Entrambi assessori uscenti della giunta Bacchetta-Pd. Secondi alla fine ce l’ha fatta a farsi candidare dal Pd, con il beneplacito del Sindaco Bacchetta e del presidente della Sogepu Cristian Goracci, beninteso. Però questa forzatura ha portato alla lacerazione del Pd, che esce con le ossa rotte dalla tiritera di questi mesi. Tutti sanno che autorevoli esponenti del partito non voteranno Secondi; né lo faranno votare. Una spaccatura drammatica che spinge il partito sull’orlo del baratro… Non ne escono certo bene gli strateghi locali del Pd. E nemmeno chi teneva le redini del partito quando aveva un sacco di voti (a proposito, che fine ha fatto la Cecchini?). Quanto ai due deputati Pd di Città di Castello, qui sembrano non contare – o non voler contare – proprio nulla!
Secondi, politico affabile e nel contempo cocciuto, fa finta di non rendersi conto di questa lacerazione e spera nel blocco di voti che gli potranno garantire i grandi capi della “tribù” socialista tifernate: Bacchetta, Massetti, Carletti. Inoltre ha cercato di darsi una maggiore legittimazione politica appiccicando nella coalizione le sigle di Italia Viva di Renzi e di Azione di Calenda. Praticamente assenti nella scena politica locale, compaiono all’improvviso in vista delle elezioni. Gli fa da stampella pure un pezzettino di Sinistra nostalgico di rifondazioni comuniste. Insomma, il nuovo che avanza… In verità la coalizione di Secondi ci pare molto vulnerabile. Gli torneranno i conti solo se avrà i voti di tutti quelli che, per una ragione o per l’altra, vorranno mostrare “gratitudine” all’amministrazione uscente.
Ma a sfidare Secondi, guarda caso, è un altro assessore uscente che, anche per aver fronteggiato il Covid, ha avuto notevole visibilità e, a giudizio di gran parte degli osservatori, ha bene operato nel settore delle politiche sociali. Luciana Bassini si ritrova candidata perché in sostanza rappresentava il punto di possibile convergenza tra i settori del Pd più aperti al dialogo e le forze politiche che chiedevano “discontinuità”: Castello Cambia, i Verdi Europei e la Sinistra, con i quali si sono raccordati i 5Stelle e la lista civica promossa dal “fuoriuscito” socialista Filippo Schiattelli. Uno schieramento variegato e vasto, che raggruppa sia i tanti scontenti del Centro-sinistra sia diversi moderati e che sembra molto compatto e motivato. Se verso la Bassini si indirizzerà una quantità apprezzabile del voto dei democratici delusi, magari grazie alla possibilità del voto disgiunto, è possibile che al ballottaggio ci vada la Bassini e non Secondi.
Già, perché il ballottaggio ci sarà di sicuro! Il Centro-destra, visti i risultati delle elezioni più recenti, partiva nettamente favorito. Invece è riuscito incredibilmente a spaccarsi. Non ci sarebbe stata gara se avesse trovato l’accordo su un candidato con un po’ di competenza e politicamente “presentabile” a una popolazione tifernate che nella stragrande maggioranza non è sovranista né culla nostalgie fasciste. Avrebbe forse vinto al primo turno. E invece? Invece ci ritroveremo da una parte l’inossidabile Andrea Lignani Marchesani (con Fratelli d’Italia e Forza Italia), dall’altra Roberto Marinelli, il “civico” promesso dalla Lega. Lignani è come Secondi: ha fatto di tutto per essere proposto come candidato e alla fine l’ha spuntata, a costo di spaccare la coalizione. Riuscirà ad andare al ballottaggio? Mah, chi nel centro-destra vuole davvero il cambiamento perché mai dovrebbe votare lui? Che garanzia di cambiamento può offrire uno che negli ultimi cinque anni, da consigliere comunale, di opposizione dura ne ha fatta davvero poca?
Chi nel Centro-destra cerca il “nuovo” potrebbe davvero trovarlo in Marinelli. Indubbiamente non ha esperienza politica, però è generalmente ben visto e potrebbe suscitare il consenso di coloro che, pur di “mandare tutti a casa”, non esiterebbero a votare uno venuto “dal nulla”. Forse la Lega ha fatto bene i suoi conti…
Azzardiamo una considerazione. Chi a Castello tiene il potere in mano, quello vero, ha due candidati da scartare: Bassini e Marinelli. E ha invece due candidati che, in un modo o nell’altro, rappresentano la continuità: Secondi e Lignani Marchesani. Siamo certi che nel segreto dell’urna, complice il voto disgiunto, ne vedremo delle belle. ◘
di Valentino Rocchiana