Ambiente. Seminario di studi organizzato da l’altrapagina presso la Scuola Operaia Bufalini il 3 settembre.
Nell’incontro seminariale organizzato da l’altrapagina presso la scuola Operaia Bufalini il 3 settembre scorso, si sono confrontati alcuni filoni di approfondimento riguardanti il Pnrr umbro in riferimento alle scelte sulla green economy previste dal piano. I vari relatori hanno presentato i loro contributi su argomenti che sono stati oggetto di una prolungata e approfondita campagna informativa condotta dal mensile, perché ormai è chiaro a tutti che non ci sono più margini di tempo per ridurre i danni ambientali e climatici prodotti dall’impronta umana sulla natura. Le varie analisi degli intervenuti hanno cercato di focalizzare gli aspetti pragmatici e le dinamiche presenti nel territorio più che analizzare l’articolato Pnrr approvato dalla Regione. La scelta di partire dal basso, dalle esperienze concrete presenti nel territorio, dalle problematiche che da anni non trovano risposte adeguate è stata privilegiata rispetto a una analisi di un documento che, come è noto, è soltanto un assemblaggio di tematiche approvato frettolosamente e senza un dibattito condiviso dai vari territori e dalle rappresentanze istituzionali. Un atto più burocratico che politico. Per questo è sembrato utile dare la parola a chi, invece, si sta muovendo per cercare di produrre una consapevolezza dal basso delle situazioni concrete. Dall’analisi che, con dovizia di dati, ha svolto Fabio Neri del Comitato No Inceneritori di Terni, alla relazione di Marta Cerù sui pericoli per l’ambiente che derivano dagli allevamenti avicoli nel territorio di Petrelle e in Val Minima, ai tanti spunti offerti dall’intervento di Luca Stalteri sulle potenzialità dell’agricoltura biologica e allo stato del trasporto ferroviario nella Regione tratteggiato da Mario Tosti.
Il merito di tutti gli interventi è stato quello di obbligarci ad avere uno sguardo d’insieme su alcune delle grandi questioni ambientali che affliggono la Regione che il Potere, al di là delle diverse rappresentanze politiche e istituzionali succedutesi negli anni, continua retoricamente a definire “Cuore Verde d’Italia”. Un invito per noi tutti a superare visioni particolaristiche e a considerare quanto tutti gli argomenti trattati si colleghino agli sconvolgimenti che l’uomo ha procurato e continua a procurare all’ambiente. A proposito delle scelte compiute in Umbria per quel che riguarda la gestione dei rifiuti, esse hanno portato, come ha ricordato Fabio Neri, alla saturazione di quasi tutte le discariche in Umbria, e ora si preme per bruciare montagne di rifiuti anche nelle cementerie di Gubbio, giustificando la reazione composta ma determinata della popolazione eugubina.
Marta Cerù con il suo intervento ha fatto apprezzare il respiro globale del problema legato al rischio della riduzione delle biodiversità naturali che sta portando alla estinzione di un gran numero di specie. La grande questione posta dall’impatto delle attività dell’uomo sull’ambiente e le altre specie animali, che definiamo Antropocene. Mentre Luca Stalteri ha dato rilievo alle attività e proposte di diete alimentari alternative nelle scuole primarie. A Berlino il nuovo piano nutrizionale negli atenei della capitale tedesca prevede che i piatti del menù siano per il 68% vegani, il 28% vegetariani e il 2% a base di pesce. Infine, Mario Tosti, con un lavoro di lunga lena, ha messo in rilievo la miope gestione del trasporto ferroviario in Umbria e segnatamente per quello che accade, o meglio non accade, nell’Alta Valle del Tevere. Invitando tutti noi a non rassegnarci a dismettere l’idea che un trasporto collettivo su ferro rappresenta per l’ambiente e per la salute di tutti la migliore alternativa a quello veicolare automobilistico, individuale e nocivo.
È opportuno ricordare che venerdì 24 settembre riprendono le manifestazioni dei giovani del Friday For Future e a Perugia, davanti alla sede della Regione, si terrà una manifestazione di protesta.
Ugualmente un gruppo di cittadini e agricoltori riunitisi a Torrecolombaia di San Biagio della Valle, nel territorio tra Perugia e Marsciano, ha preparato un documento per l’occasione nel quale sarà raccolto, tra le altre cose, l’appello di Greenpeace per ridurre drasticamente il consumo di carne proveniente dall’allevamento animale. Il 73% di tutte le malattie infettive emergenti, infatti, proviene da animali e proprio essi possono trasmettere agli esseri umani un grande numero di virus, come i coronavirus e i virus dell’influenza. Questo sembra particolarmente vero per gli allevamenti intensivi di pollame e suini, che possono far aumentare la trasmissione di malattie.
La pandemia che subiamo è soltanto una delle zoonosi che, come dal vaso di Pandora, si apprestano a colpire il genere umano. Così come non possiamo ignorare gli effetti che l’influenza aviaria continua ad avere in tante parti del mondo e nella stessa Europa con centinaia di migliaia di capi che vengono tuttora abbattuti. Eppure gli stessi dati offerti dai report dell’Istat con la forbice dei 746.000 morti nel 2020 e quello della denatalità con soltanto 400.000 nati in Italia, una soglia mai raggiunta in 150 anni, dovrebbero pure aprirci gli occhi. ◘
a cura della Redazione