Giovedì, 28 Marzo 2024

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L'Ordine di giornalisti dopo 4 mesi scopre la vicenda Sogepu/altrapagina

SOGEPU. Risvegli.

silvia romano2

L’Ordine dei Giornalisti si è svegliato dopo tre mesi dall’esposto-denuncia di Sogepu nei confronti de l’altrapagina. In data 24 maggio l’Odg veniva messo al corrente della presa di posizione di Sogepu nei nostri confronti con l’invio degli articoli-inchiesta pubblicati nel mensile. Pensavamo che un simile fatto avrebbe dovuto interessare l’Ordine, trattandosi, a nostro giudizio, di un tentativo intimidatorio per impedire a un giornale di svolgere il suo ruolo di indagine e di informazione. Il 18 agosto l’Odg faceva pervenire al sottoscritto una stringata mail del seguente tenore: «Caro collega, sulla scorta della tua segnalazione del 24 maggio 2021, il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria ha ritenuto opportuno convocarti per ascoltare le tue argomentazioni nella seduta del 27 agosto alle ore 12…». Un onore inaspettato, ma tardivo. E poi non volevamo scomodare i consiglieri dell’Ordine per le sorti di un piccolo e spigoloso mensile fatto non da veri giornalisti ma da pubblicisti. Come a dire la serie B del giornalismo. E peraltro non si trattava di audire le argomentazioni de l’altrapagina di cui l’Odg era già stato edotto, ma di stigmatizzare un comportamento intimidatorio con una richiesta di risarcimento esosissima, per il presunto danno d’immagine arrecato all’azienda e per la presunta diffamazione dell’Ad, a cui sarebbero bastati carta e penna per replicare alle nostre presunte accuse. Basti ricordare che solo recentemente questi fatti sono stati denunciati con parole auliche dal presidente dell’Ordine e dal Sindaco Bacchetta durante la celebrazione della “Giornata mondiale per la libertà di stampa”. Se a ciò si aggiunge che i mezzi di informazione locale non hanno dedicato una sola riga a un fatto di tale natura, ci si pone una domanda: ma L’Odg e la stampa locale cosa ci stanno a fare? Al di là del prurito che l’altrapagina suscita a tanti giornali e a tanti giornalisti locali, il fatto è grave in sé, perché dimostra che se si toccano i nervi sensibili del potere, la reazione è spropositata. Quando si colpisce la libertà di stampa, si colpisce in ogni direzione e tutti coloro che fanno questo mestiere al di là delle sponde di appartenenza, delle simpatie o delle antipatie. Per questo era importante che si intervenisse senza bisogno di audizioni, altrimenti l’immagine che passa è di una sudditanza esplicita a chi governa.

Al nostro diniego alla richiesta di audizione, l’Ordine ha fatto pervenire una ulteriore mail spiegando che per pronunciarsi aveva bisogno di elementi di approfondimento. Tutto è lecito, ovviamente. Ma intervenire dopo tre mesi indica una grossa, se non grossolana, sottovalutazione. ◘

a cura della Redazione


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