Una Card per riscoprire l’arte

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PERUGIA. Galleria Nazionale dell’Umbria, “Perugia Card”, museo e civismo.

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A primavera del 2022 verrà riaperta la Galleria Nazionale dell’Umbria. Sarà un giorno di festa per la cultura italiana e, soprattutto, per i perugini e gli umbri che potranno visitare il Palazzo dei Priori di Perugia e tornare a guardare le opere esposte cercando d’immaginare quale sia stato il pensiero che ha guidato il direttore Marco Pierini e i suoi collaboratori, gli architetti Daria Ripa di Meana e Bruno Salvatici, curatori del nuovo allestimento. Si potrà così prendere atto delle cose belle fatte: apprezzabile l’aula didattica da cui si potrà vedere la Sala dei Notari dall’alto e il percorso in cui troverà spazio il Novecento rappresentato da Burri, Leoncillo, Dottori. E, perché no? immaginare quello che si sarebbe voluto vedere, rimasto invece nei depositi o quello che si sarebbe voluto venisse fatto. Perché anche questo fa parte del meraviglioso gioco dell’arte: giocare d’immaginazione con l’arte diventando contemporaneamente cittadini più attenti e, indipendentemente dall’età anagrafica, giorno dopo giorno più adulti grazie all’incontro tra immagine e sguardo, che è una delle basi della della socialità umana.

A Perugia di questo gioco era parte non secondaria la Perugia card museo che con una cifra abbordabile consentiva per un anno l’accesso a vari musei cittadini, fatta morire per volontà di un paio di istituzioni che ne facevano parte. Non era una semplice bella idea utile, ma un pensiero caldo e civico rivolto ai possessori che con quella carta per un anno potevano muoversi liberamente nel “Museo diffuso” della città fatto di chiese, vie, piazze, vicoli, spostandosi da un grande a un piccolo museo, da uno dei Collegi al Pozzo etrusco, da una Fondazione all’unico Raffaello rimasto in città. Andare per la città storica, prendere confidenza con le opere e con chi le custodisce, ammirarle nel luogo per il quale sono state pensate, dove ritrovano la forza espressiva che le anima, o immaginarsi dov’erano in origine, avviarsi, consapevoli, verso un’opera della quale si è incuriositi consentiva ai musei di tendere il più possibile verso l’idea di luogo pubblico e/o civico trasmettitore di cultura, conoscenza, cittadinanza. Avvicinava all’idea che il patrimonio culturale non è merce per far cassa, che non si deve valorizzarlo ma averne cura, che è l’arte a valorizzare le persone e va messa nella condizione migliore per poterlo fare.

3una card per riscoprire l arte mese settembre 2021In conclusione, la Perugia card museo, favorendo la partecipazione, contribuiva ad abbattere quel muro che spesso si alza tra persone comuni e addetti ai lavori, esperti e quella specie di “santuari” come spesso appaiono gli ambienti dell’arte; entrava interamente in un discorso sulla politica culturale che, se vuole essere tale, deve aprire se stessa e il patrimonio a tutte e tutti. Sottoscrivendola si aveva la possibilità d’acquisire con i musei e i luoghi della cultura quotidianità e confidenza, abbattendo il senso di “soggezione” che spesso incutono, diventando con questo scambio cittadini più consapevoli non solo (e tanto) del loro passato ma del nostro presente. È per questo che andrebbe non solo riattivata ma estesa, per esempio, aprendo così ai cittadini gli splendidi oratori perugini di sant’Agostino, san Francesco, del Gesù, della Giustizia, che con i Collegi del Cambio e della Mercanzia sono un patrimonio artistico, religioso e civico di grande valore, interesse e particolarità.

C’è un altro aspetto che, cancellando la “Card”, si è trascurato: facendo tornare umbri e perugini a frequentare la parte più antica di Perugia dimostrava che il “Museo diffuso” poteva, almeno in parte, essere un’alternativa al diffuso supermercato che è diventato il centro di Perugia, con le vetrine sciatte, ombrelloni e auto dappertutto. La “Card” dava un senso a questo tornarci vivendo la città in maniera più lenta e consapevole, senza “consumarla” come pare essere ora l’unico modo possibile di starci. Uno scambio salutare tra cittadine, cittadini e città storica che, se ben curato, negli anni ci renderebbe sempre più abitanti consapevoli e parte di una comunità non chiusa ma aperta e partecipante, grazie anche alla funzione civica che tornerà a svolgere la “Galleria”; infatti non per caso è l’unica galleria nazionale italiana ospitata in un palazzo comunale, essendo figlia della ex Pinacoteca civica e, sicuramente, la “Perugia card” le consentirebbe di esercitare più compiutamente questo ruolo civile. ◘

di Vanni Capoccia