Rubrica. Con gli occhiali di Alice.
Il primo impulso è quello di non parlarne. Rispondere con la negazione della parola alla negazione del pensiero, della razionalità, del buon senso, del bene comune. Ci si potrebbe anche indignare, sentirsi feriti (e inondare conseguentemente i nostri interlocutori di esclamazioni, apostrofi, interrogazioni…) e anche preoccupati per le azioni violente che alcuni facinorosi hanno vergognosamente proposto alla cronaca degli ultimi giorni, oppure avviliti e depressi di fronte a tanta insulsaggine. I filosofi sostengono che tutto ciò che appartiene alla realtà merita attenzione e comprensione, ancora di più quando entra nell’ambito dell’umano (Homo sum: humani nihil alienum a me puto, se vale ancora l’antica saggezza).
Si chiama negazionismo. Eh sì… sono proprio loro: quelli che affermano con certezza imbarazzante che la Shoah non è quella pagina orribile di Storia di cui noi ci vergogniamo, che la Terra non è sferica e che lo scopo dei vaccini è il solito profitto delle case farmaceutiche, e il clima… oh, il clima sta cambiando perché il pianeta attraversa come sempre evoluzioni meteorologiche e atmosferiche indipendenti dalle attività dell’uomo, che al massimo danno un “aiutino” a mutamenti ciclici planetari. Insomma, i negazionisti non sono nati ieri, ma è indubbio che ora siano in grande ascesa, purtroppo, in concomitanza della pandemia e delle indicazioni sanitarie che ci vengono date, che questi signori non vedono l’ora di snobbare, e pure vantandosene, come se fossero eroi in guerra a fare la resistenza per difendere la loro libertà.
Anche il termine “negazionista” non era così popolare fino a pochi mesi fa, ma oggi anche grazie agli efficacissimi neologismi di cui la comunicazione mediatica si nutre meravigliosamente, novax, nomask e nopass… (pseudo-anglicismi irresistibili!) è divenuto famigliare a tutti.
Opinionisti e intellettuali ne parlano inevitabilmente negli ultimi mesi proprio con la buona intenzione di capire un fenomeno che in ogni caso “pesa” sulla vita sociale di tutti. La maggior parte di costoro hanno scritto che i negazionisti sono stupidi, semplicemente. Una grullaggine causata dalla paura di eventi troppo gravi e minacciosi per essere affrontati con raziocinio e senso di responsabilità, per cui è meglio negare, sottrarre credibilità ai dati grigi della cronaca e degli studi scientifici. Non è difficile: basta evocare la sempiterna tesi del complotto. Altri sostengono che si tratti di un anticonformismo esasperato, proprio di chi deve fare sempre il contrario di quello che fa la massa.
Esiste anche un negazionismo qualunquista, che non è vero negazionismo, ma porta acqua a quel mulino: siccome accettare una realtà scomoda presuppone un impegno, un comportamento civile rigoroso, rimane più comodo “non credere a niente”. Il mondo va come deve andare. Punto. Questa declinazione potrebbe essere la peggiore, perché si insinua nell’alveo dell’individualismo bieco e malevolo che da qualche decennio ammorba la nostra società. Perciò gli stessi cortei di quel popolo che grida libertà libertà… sono paradossalmente il sintomo doloroso che la democrazia e la solidarietà agonizzano e per ora non si vede né cura né vaccino. ◘
di Daniela Mariotti