Dante Alighieri tra Firenze e Roma

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Arte di Maria Sensi.

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Circa 400 sono le iniziative ufficiali che compongono il programma delle celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante, frutto di un lavoro di squadra supervisionato da un comitato che vuol coniugare rigore scientifico e divulgazione popolare. Ci si vuol rivolgere anche ai giovani, al di là delle finalità accademiche, senza tralasciare la dimensione internazionale. Alighieri, fiorentino di nascita, crea la lingua italiana (molte sue frasi sono divenute proverbiali); allo stesso tempo rappresenta la summa delle culture classica e cristiana.

Il ritratto più antico del poeta è un affresco conservato nella cappella della Maddalena nel fiorentino Palazzo del Bargello, nel Medioevo sede del Capitano di Giustizia (ora Museo). L’opera fu realizzata da Giotto e bottega tra il 1321, anno della morte dell’Alighieri (avvenuta in esilio a Ravenna) e il 1337, quando, a sua volta, scomparve il pittore. Nel ciclo sono raffigurate storie della Maddalena, di san Giovanni Battista, l’Inferno e il Paradiso. Dopo la scialbatura delle pareti nel 1570 e, nel corso dei secoli, di una serie di modifiche agli spazi, le pitture murali furono riscoperte nel 1840, divenendo subito celeberrime e oggetto di diversi studi e campagne di restauro. L’ultima, nel 2003-2004, fu limitata alla parete con il Paradiso e a una prima campata delle storie nelle pareti laterali della Maddalena e di san Giovanni.

Alla luce delle più moderne tecnologie, grazie alla collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, è stato predisposto un progetto di ricerche diagnostiche del ciclo pittorico. Due le mostre nell’estate 2021: la prima è dedicata alla fortuna di Dante a Firenze nel Trecento e al legame con il Bargello; la seconda verte sulla riscoperta del ritratto nell’Ottocento, che tanta eco ebbe nel mondo dell’arte e del restauro.

A proposito di mostre: a Roma, le Scuderie del Quirinale dal 5 ottobre 2021 al 9 gennaio 2022 ospitano “Inferno”, a cura dello storico dell’arte Jean Clair, annoverato tra gli intellettuali che hanno maggiormente indagato i temi del nichilismo, del male e della possibilità di redenzione.

Attraversando l’iconografia dell’Inferno dantesco, l’esposizione si propone di esplorare territori relativi non solo alla forma e al gusto nelle arti, ma anche in quelli delle idee, delle mentalità, dell’indagine sulla persistente presenza, nella Storia e nella coscienza umana, dei concetti di peccato e castigo, dannazione e salvezza.

dante alighieri tra firenze e roma settembre 2021 3La mostra intende rappresentare, con la forza delle immagini, l’impulso morale della Commedia che, attraverso una visione apocalittica del mondo, tende a una prodigiosa azione di redenzione individuale e collettiva, con il superamento del mondo che “mal vive”.

L’Inferno costituisce quello sfondo di abiezione su cui viene proiettato il disegno finale di giustizia e provvidenza. È la prima volta che una grande esposizione d’arte affronta il mondo dell’Inferno: la sua fortuna iconografica viene raccontata dal Medioevo ai nostri giorni, con oltre 180 opere provenienti da 80 prestatori di 10 Paesi; tali lavori accompagnano la potenza creativa e visiva dei versi del Poeta.

Dieci sale delle Scuderie illustrano il viaggio dantesco nelle sue rappresentazioni succedutesi nei secoli, dalle opere medievali, con la loro iconografia strutturata e “orrifica”, al Rinascimento, al Barocco, al tormento delle tele romantiche, alle interpretazioni psicoanalitiche del Novecento.

Tra i temi e le sezioni della mostra troviamo la caduta degli Angeli ribelli, il Giudizio Universale, la Porta dell’Inferno, Caronte, gli abitanti dell’Inferno, la topografia dell’Inferno dantesco, i viaggiatori all’Inferno, il viaggio di Dante e Virgilio, diavoli e demoni, le tentazioni e il peccato (quando l’Inferno si avvicina a noi), Dante poeta e politico in esilio.

Due ambienti sono dedicati alla traslitterazione dell’Inferno sulla terra: la follia, i totalitarismi, la guerra. Come è stato osservato, è proprio nelle battaglie di massa della Prima Guerra mondiale che si invera l’immagine dantesca dell’avanzarsi camminando sui corpi (o meglio, sulle ombre) dei dannati.

Dopo questo intenso tragitto, la mostra si chiude con l’evocazione dell’idea di salvezza che Dante affida all’ultimo verso della Cantica: «e quindi uscimmo a riveder le stelle».

Come tradizione delle Scuderie, alla mostra si affianca un denso programma di incontri, letture, riflessioni sui temi dell’Inferno dantesco, anche in rapporto alla complessità dei nostri tempi.

Con i suoi importanti contributi internazionali, l’evento vuole anche richiamare il respiro universale di Dante e la sua importanza per tutta l’Europa (per approfondire, vedasi anche il sito www.ladante.it). ◘

di Maria Sensi