Domenica, 08 Dicembre 2024

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Quando il verde si veste d’argento

Rubrica: Verdario.

silvia romano2

L’argento – luminoso, elegante e indefinito nelle sue svariate gradazioni – si accompagna con leggerezza ai colori delle fioriture primaverili: dai rosa ai magenta, dai cerulei ai violetti, ai blu... Allo stesso modo si accorda ai fogliami nei vari toni dei verdi e dei rossi; un colore versatile e per nulla invadente. Non sorprende che i toni del grigio abbiano trovato largo impiego anche in ambito architettonico e nel design per la loro capacità di accostare più materiali e finiture garantendo classe, armonia, luminosità.

Nel mondo delle piante l’argento ha la funzione biologica e botanica di sfidare i raggi solari nelle fasce climatiche temperate-calde del bacino del Mediterraneo, con i suoi microclimi, e nelle zone semi-desertiche. In queste aree del pianeta le piante argentee si sono evolute con varie tipologie fogliari: pelose, cerose, aghiformi, glauche e pinnate... tali da regalare effetti scenografici sorprendenti e di grande fascino per la lucentezza metallica e l’eleganza. Vengono in mente i paesaggi delle falesie a mare in Corsica dove la cinneraria marittima spicca sull’azzurro turchese del mare, o gli ambienti ostili e rocciosi del Medio Oriente, con i fogliami morbidi della stachys lanata che attutiscono i paesaggi ostili,

Si tratta di una vera e propria evoluzione e selezione delle specie arboree, che si sono adattate a situazioni di estrema aridità e a temperature così elevate da riuscire a riflettere i raggi del sole per ridurre l’evapotraspirazione fogliare e per catturare ogni goccia di rugiada notturna.

Sono piante lanute come la ballota, appartenente al bacino mediterraneo orientale, l’australiana heremophyla dalle foglie aghiformi, l’helicrisio italico, la santolina camaeciparissus, la classica lavanda angustifolia... tutte piante che spesso hanno caratteristiche officinali ed edibili. Da non tralasciare il teucrium azureum, un arbusto globoso dai fiori azzurri tanto amato dagli architetti paesaggisti per la sua capacità di addolcire gli angoli dei giardini con il suo portamento cusciniforme e adatto a conferire armonia e brillantezza negli accostamenti arborei. Nei cactus e nelle piante succulente vale la stessa formula: le superfici cerose di alcune specie di senecio e di crategus delle Ande, dalle superfici bianche e lanose, sono capaci di affrontare lunghe ore di alte temperature e altrettante ore di gelo notturno. Un’erbacea perenne rifiorente molto conosciuta è la gazania nivea, dal portamento schiacciato e strisciante con cui affronta il vento incessante del Sud Africa. In effetti il fattore vento è un ulteriore elemento atmosferico che ha contribuito all’adattamento degli arbusti argentei, al loro portamento compatto, e alla selezione di tessuti coriacei e fitti che riducono la disidratazione.

Siamo di fronte a piante dalle esigenze minime, perfettamente in linea con la sostenibilità del verde, non solo perché non necessitano di apporto idrico né di fertilizzazione, ma anche perché, essendo specie dalla crescita lenta e dalle forme scolpite, non richiedono alcuna manutenzione. ◘

di Aurelio Borgacci
www.verdarido.it


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