Città di Castello. Decoro urbano.
L’antico detto latino, attenti al cane, è quantomai attuale vista la crescita impetuosa della popolazione canina in città. Cani di piccole, medie e grandi dimensioni: di razza o bastardini puri, ma a nessuno si fa mancare le cure necessarie. Se tra gli uomini esistono discriminazioni di vario genere, gli animali a quattro zampe sono rispettati da tutti. Una passione che non conosce confini o barriere ideologiche: bianchi e neri hanno tutti gli stessi sentimenti. Gli uni preferiscono le razze dall’occhio languido o i bastardini, mentre gli altri preferiscono le taglie forti e possibilmente di razza. Poi ci sono tutte le fasce intermedie: cani da punta, cani da passeggio, cani da sfilata, cani da portare nella borsetta, cani da corsa, cani da porto e cani con riporto, e tutte le tipologie simil-umane. Ma tra i proprietari non c’è alcuna rivalità. Basta vederli con i loro amorini al guinzaglio nelle peregrinanti passeggiate giornaliere, due per i bisogni necessari, mattina e sera, e poi quelle per lo struscio, ovvero le passeggiate per diletto o per le pisciatine alla bisogna negli anfratti, nei giardini, lungo le strade o sui marciapiedi. Con alcuni si può rimettere addirittura l’orologio: passano sempre alla stessa ora e non sgarrano di un minuto. Il metabolismo dei cani è perfetto e viene mantenuto con ritrovati alimentari che sono dello stesso rango di quelli umani, cosa che farebbe gola a tutti i profughi rinchiusi come animali da allevamento intensivo nei campi di concentramento balcanici o libici. Anche l’estetica è oggetto di una perfetta messa a punto a base di cosmetici, strigliatura, lavaggi, pettinatura, con profumo o senza.
Ma questo è nulla rispetto alla funzione sociale a cui la loro cura assolve. Nel ripetuto passeggio quotidiano, i quattro zampe inscenano veri e propri teatrini. La danza dell’annusamento delle parti posteriori ha luogo ad ogni incrocio, mentre i cagnoloni a due zampe cominciano a socializzare: tira eh (il guinzaglio)! Di che razza è? Quante volte esce al giorno? Quale prodotto usa per la tale disinfestazione? È stato vaccinato? È buono? La fa dormire? Lo tiene in casa? Abbaia? Morde? È aggressivo? Ha dolori? Insomma si parla di loro come se si trattasse di bambini in fasce alle prese con la crescita. La cinoterapia tuttavia è benefica e socializzante: aiuta anziani signori e signore a uscire di casa, favorisce le relazioni umane tra giovani e anziani, ma anche tra uomini e donne, vedovi e vedove, trasformando incontri casuali in vere amicizie, se non in qualcosa di più.
Questo andirivieni che ha luogo più volte al giorno si svolge in tutta la città. E se si considera che una famiglia tifernate su tre dispone statisticamente di un cagnolino e che le famiglie castellane sono in tutto 16.500, si deduce che la popolazione cinofila è composta da 5.500 individui (a spanne). Tutto ciò esclusa la popolazione “gattara”. I segnali quindi di tanto incremento cinografico si notano dagli inconfondibili residui espulsi al loro passaggio: escrementi, anch’essi di varie dimensioni, costellano le strade del centro e in periferia e sono aumentati in linea con l’andamento crescente della popolazione canina. La loro ostensione duratura espone improvvidi cittadini con la testa tra le nuvole al rischio di infilarseli sotto le proprie scarpe; in alternativa rimangono in mostra finché non vengono consunti da sole, acqua e vento. A onor del vero la maggior parte dei due zampe trattano con le dovute maniere i propri amorini, munendosi di raccoglitori di plastica, gettando gli escrementi negli appositi contenitori ai bordi delle strade o, meglio ancora, portandoli negli spazi verdi destinati solo a essi e ai loro bisogni. Tutto questo è segno di grande civiltà, tranne per quei pochi sconsiderati, anzi maleducati, che non riescono a rispettare le regole comuni, gettando la croce addosso anche a chi fa il proprio dovere. Sono sempre le minoranze riottose a creare problemi. Accanto ai no vax, ai no pass, ai no green bisogna annoverare anche i no cac e i no pisc, quelli a cui non importa nulla se gli escrementi rimangono nei giardini, nei parchi dove peraltro è espressamente vietato entrare coi cani (come quello di Riosecco per esempio, dove invece c’è un gran via vai) o agli angoli delle strade a portata dei bambini. A essi basta assistere estasiati al cucciolo quando, trovato il posto giusto, alza la zampina, esce lo zampillo e subito dopo si ricompone. Al resto, penserà qualcun altro! ◘
di Redazione Altrapagina