Arte di Maria Sensi.
Per trascorrere un fine settimana romano prima che arrivi la brutta stagione (mettiamola così) vorremmo segnalare alcune interessanti mostre. La prima è stata organizzata in occasione dei 200 anni dalla morte di Bonaparte avvenuta il famoso “5 Maggio” (1821) a Sant’Elena. Il Museo Napoleonico ospita fino al 9 gennaio l’esposizione Napoleone, ultimo atto, che illustra le vicende dell’esilio, della morte e il successivo processo di mitizzazione della figura dell’imperatore attraverso oggetti, documenti, stampe, dipinti e altri materiali delle collezioni del museo. Dedicata ai momenti estremi dell’epopea del generale corso, l’esposizione intende illustrare le vicende dell’esilio e della morte di Bonaparte attraverso un evocativo racconto visivo, costruito tramite stampe, acquerelli ed effigi scultoree e numismatiche. La mostra valorizza inoltre il rilevante nucleo di oggetti legati agli anni di Sant’Elena posseduto dal museo, mai presentato nella sua interezza. Al suo interno spiccano l’iconica maschera funeraria e le numerose cosidette “reliquie da contatto”: tabacchiere, giochi di società, volumi provenienti dalla biblioteca, tessuti raffinati e capi di abbigliamento utilizzati quotidianamente da Napoleone durante il suo ultimo esilio: per gli amatori del genere (come talvolta se ne incontrano) costituiscono memorie di valore storico e simbolico.
Al Museo di Trastevere invece, fino al 27 febbraio, una mostra molto interessante è dedicata a una donna straordinaria (a nostro modesto avviso, molto più di Bonaparte). Trattasi di Margaret Bourke-White (New York, 1904 – Stamford, Connecticut, 1971), una tra le figure più rappresentative ed emblematiche del fotogiornalismo. Pioniera dell’informazione e dell’immagine, Bourke-White ha esplorato ogni aspetto della fotografia: dalle prime immagini dedicate al mondo dell’industria e ai progetti corporate, fino ai grandi reportage per le testate più importanti come Fortune e Life; dalle cronache visive del secondo conflitto mondiale, ai celebri ritratti di Stalin e Gandhi; dal Sudafrica dell’apartheid, agli Stati Uniti dei conflitti razziali fino al brivido delle visioni aeree del continente americano. Da notare che Bourke-White fu la prima straniera a essere autorizzata a fotografare nell’allora Urss e la prima donna fotografa per il settimanale Life. E la mostra è stata resa possibile, con oltre cento immagini, proprio dall’archivio Life di New York: esse rintracciano il filo del percorso esistenziale di Bourke-White mostrando la sua capacità (visionaria e insieme narrativa) in grado di comporre “storie” fotografiche dense e folgoranti.
Per finire, All About Banksy è il titolo della mostra dello street artist inglese visibile, fino al 9 gennaio, al Chiostro del Bramante. Attraverso 250 opere, provenienti da collezioni private, è possibile approfondire il lavoro di questo artista (di cui si ignorano le generalità) grazie a un’importante sezione documentaria composta da fotografie, reportage e video. Il percorso - con opere realizzate tra il 1999 e il 2020 - presenta sezioni tematiche su lavori divenuti iconici e sui temi fondamentali dell’artista: i primi Black Books, i rats (topi) e poi la politica, la religione, il potere, la guerra, i diritti dell’infanzia, i fenomeni migratori, i rifugiati, la società della sorveglianza, l’ambiente, l’ecologia, il mercato dell’arte. Completano il percorso espositivo tre video per rivivere i momenti più significativi del percorso di Banksy, tra cui un documentario esclusivo e inedito che racconta vent’anni di carriera dell’artista. ◘
di Maria Sensi