Elezioni amministrative.
È dunque Luca Secondi il nuovo Sindaco di Città di Castello. Questo il risultato del ballottaggio del 17-18 ottobre. Secondi ce l’ha fatta “a buco a buco”, diciamo in dialetto: cioè ha vinto di misura, per 439 voti. Comunque ha vinto: quindi “viva Secondi”, così è la democrazia. Ma bisogna pur dire “viva i secondi” perché mai, come questa volta, lo schieramento rivale è andato tanto vicino alla vittoria. In percentuale, Luciana Bassini, con una grande rimonta rispetto al primo turno, ha avuto il 48,6% dei voti, Secondi il 51,4%.
Una competizione elettorale dall’esito così incerto merita un’analisi attenta. Un primo dato su cui riflettere, rifuggendo dal rituale rammarico di facciata, è l’entità dell’astensionismo. Al ballottaggio è andato alle urne solo il 51,2% dei tifernati. Uno su due se n’è fregato (o fregata) di scegliere il prossimo Sindaco. Male! La tendenza ad astenersi dal voto è sì un fenomeno nazionale e crescente, tuttavia dispiace constatare che colpisca così duramente anche il nostro territorio. Se facciamo i conti, Secondi ha avuto il consenso solo di un tifernate su quattro tra gli aventi diritto al voto. Inoltre i numeri ci dicono che, mentre i suoi contendenti al primo turno hanno avuto tra i 400 e gli oltre 500 voti in più rispetto alle proprie coalizioni di riferimento, Secondi ne ha preso addirittura qualcuno in meno. Ora che è Sindaco, tenga conto di questa realtà, aprendosi a una società civile che appare in gran parte diffidente o delusa.
Un secondo dato è altrettanto inoppugnabile. Queste elezioni rivelano una rilevante spaccatura tra città e frazioni. Nel capoluogo (città e periferia) ha vinto con largo margine Luciana Bassini, con oltre il 56% dei consensi. Una bocciatura sulla quale lo schieramento vincente farebbe bene a riflettere, per tutto ciò che implica. Il malessere del capoluogo si è espresso in modo uniforme e massiccio. Trascurare tale disagio non solo sarebbe cosa grave, ma rivelerebbe una preoccupante miopia politica.
Lo svantaggio di Secondi in città – ben 1.146 voti – è stato ribaltato nelle frazioni. Però nella vasta campagna tra Lerchi, Piosina, Cerbara e Badiali, Secondi non ha recuperato molto: ha prevalso solo per 269 voti su Bassini. Nemmeno gli sarebbero stati sufficienti i voti in più raccolti a Santa Lucia, Promano e Cornetto (133) e a San Secondo (87). Insomma, se fosse dipeso dal capoluogo e dalla campagna tifernate senza il Trestinese, sarebbe stata Sindaco Luciana Bassini per oltre 600 voti. Decisiva si è rivelata dunque la schiacciante prevalenza di Secondi a Trestina e nelle valli del Nestoro e di San Leo. Lì ha raccolto quei 994 voti in più che gli hanno permesso di colmare il divario e di passare in vantaggio. C’è chi vorrebbe bollarlo come “Sindaco della zona sud”; i suoi avversari politici dovrebbero invece fare il mea culpa per la loro incapacità a radicarsi in quella popolosa area del nostro territorio, i cui residenti sono tifernati a pieno titolo, come quelli del capoluogo. Qualche esempio: tra Morra e Volterrano i due candidati locali del Pd (Maria Grazia Giorgi e Mauro Mariangeli) hanno messo insieme 237 preferenze, l’intera coalizione Bassini solo 77; nella piccola Lugnano il giovane candidato del Pd Federico Bevignani ha preso da solo 49 voti, contro i 21 delle 5 liste che sostenevano la Bassini; a Trestina sono bastati 6 candidati del territorio di Secondi per raccogliere 255 preferenze, un centinaio in più della coalizione Bassini.
Il terzo elemento di riflessione riguarda il flusso di voti dati a Secondi e Bassini dagli elettori che nel primo turno avevano scelto i candidati di Centro-destra Andrea Lignani Marchesani (4.353) e Roberto Marinelli (4.476). I nudi numeri rivelano che, rispetto al primo turno, Luca Secondi ha raccolto 1.146 voti in più, Luciana Bassini 2.788. Ne deriva che più della metà degli elettori di Centro-destra ha disertato il voto per il ballottaggio e che, tra chi a votare è andato, il 71% ha scelto Bassini, il 29% Secondi. Lignani Marchesani e Marinelli avevano dato al loro elettorato l’indicazione di votare “per il cambiamento”, con un implicito sostegno a Bassini: un sostegno senza contropartite e alla luce del sole. Ma sappiamo che a qualcuno nel Centro-destra non dispiaceva affatto una qualche continuità con l’Amministrazione uscente: interessi comuni che rischiavano di essere messi in discussione da chi intendeva promuovere un reale “cambiamento”. Inoltre ha avuto un certo ruolo anche il fattore territoriale. Non c’è dubbio che il forte radicamento di alcuni candidati di Secondi nelle frazioni ha saputo attrarre, proprio per spirito di frazione, il consenso di compaesani di Centro-destra.
Rischiano quindi di sfociare nel ridicolo le accuse, i sospetti e le recriminazioni sul voto dei tifernati di Centro-destra. Quei voti facevano comodo a tutti e due gli schieramenti di Centro-sinistra andati al ballottaggio; ed era legittimo chiederli, perché anche gli elettori di Centro-destra avevano il diritto di esprimere una preferenza per il loro prossimo Sindaco, se non altro per scegliere – dal loro punto di vista – il “meno peggio”. Sarebbe paradossale considerare “cattivi” gli elettori di Centro-destra che hanno votato Bassini e “buoni” quelli che hanno scelto Secondi. O viceversa. ◘
Rischiano di sfociare nel ridicolo le accuse... sul voto dei tifernati di Centro-destra. Quei voti facevano comodo a tutti e due gli schieramenti di Centro-sinistra andati al ballottaggio; ed era legittimo chiederli, perché anche gli elettori di Centro-destra avevano il diritto di esprimere una preferenza per il loro prossimo Sindaco |
di Alvaro Tacchini