Politica locale.
Dopo le elezioni ci sono sempre delle scorie da espellere. È fisiologico. Le amministrative appena concluse invece continuano a eruttare una serie di veleni e di rancori che rendono difficile una normale ripresa della vita civica e istituzionale. Gli effetti di questo clima avvelenato sono ulteriormente cresciuti d’intensità subito dopo l’elezione del nuovo Sindaco, con un giro di lettere o messaggi anonimi inviati a vari avversari politici impegnati nella campagna elettorale, a cui sono state rivolte pesanti accuse di tradimento, insulti, minacce di ripercussioni familiari, o, peggio ancora, accuse tese a ledere la dignità delle persone. La cosa non sarebbe meritevole di commenti se non per il fatto che sono numerosi ad aver ricevuto tali avvertimenti, veri e propri “pizzini” da pagare non coi soldi, ma con la gogna.
Se il buon giorno si vede dal mattino, la neo-Giunta dovrà prenderne atto e muoversi con circospezione, perché chi opera nella nebbia prodotta dalla esalazione dei veleni è disposto a tutto pur di regolare i conti per i presunti torti subiti, anche a far pagare il fio a chiunque ostacoli il raggiungimento delle ambizioni personali, o di gruppo, o di partito.
La cosa non sorprende chi da tempo ha descritto l'imbarbarimento della politica fino a formare un grumo inestricabile tra istituzioni e politica, all’interno del quale si sono costruiti, ordinati e predisposti i destini e le carriere di molti uomini. Per essi il “bene pubblico” e il “bene privato” sono diventati una cosa inscindibile. Solo i ciechi o gli ignavi non vogliono vedere e per troppo tempo hanno tollerato questa situazione. A sbagliare non sono stati solo coloro che hanno amministrato in questi ultimi 10 e più anni, ma anche chi non ha avuto il coraggio e la determinazione per porre fine a questo scempio pur di rosicchiare qualche briciola disposta sul tavolo. Il degrado della città è lo specchio e risultato allo stesso tempo di questo deperimento politico e morale. ◘
di Alvaro Tacchini