La profezia del fiocco di neve

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CHIESA. Ricordo di Bartolomeo Sorge tenuto al Monastero delle benedettine di Citerna.

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Nel chiostro del Monastero benedettino di Citerna il 24 agosto 2021 è stato ricordato Padre Bartolomeo Sorge (morto nella Casa dei gesuiti a Gallarate il 2/11/2020). Dopo l’intervento del Vescovo di Città di Castello si sono alternati momenti di preghiera comunitaria, canti eseguiti da Davide Fiorucci, battezzato da padre Sorge, e quattro testimonianze: una monaca benedettina, M. Teresa, che ha conosciuto P. Sorge dal 1964, la Madre badessa del monastero, Adeodata, e due laici, Stefano Bravi e Concetta Papi. Di seguito riportiamo la testimonianza di Stefano Bravi.

Caro Padre, ci ritroviamo a Citerna in amicizia e familiarità come abbiamo fatto per tanti anni. Io ti ho conosciuto ‘da lontano’ sin dal 1976, quando sei stato l’anima del convegno della Chiesa Italiana ‘Evangelizzazione e Promozione Umana’, poi negli anni il Monastero benedettino di Citerna mi ha permesso di conoscerti ‘da vicino’ e per questo, pur consapevole del tuo grande spessore (un grande esperto dell’insegnamento sociale della Chiesa ed un riferimento del cattolicesimo democratico), vorrei parlare della ricchezza scaturita dal rapporto diretto con te. Provo a tirar fuori dal mio cuore alcuni tesori che mi hai trasmesso. Questi tesori li hai tutti donati nel tuo stile essenziale e chiaro, schematico nell’esporre e nello scrivere, ma soprattutto li hai tutti permeati del tuo metodo: ‘radicato nel Vangelo e nell’umano’, per dirla nel modo più appropriato, ‘radicato nel Cristo Risorto’.

Ecco i tesori che traggo dal mio cuore:

la profezia del fiocco di neve altrapagina mese novembre 2021 1LA PAROLA

Come tu ci hai più volte ripetuto, uno dei documenti del Concilio Vaticano II più importanti è stata la Dei Verbum, il documento sulla Parola di Dio. La Bibbia messa in mano a tutti, in modo che l’ascolto e il confronto con la Parola possano cambiare la vita. Nel tuo libro Uscire dal tempio, del 1989, invitavi tutti i cristiani a essere, come dice oggi Papa Francesco, ‘Chiesa in uscita’. La Parola ci invita a uscire da noi stessi e dalle nostre limitate prospettive, a metterci in cammino come Abramo (Genesi 12,1), a convertirci.

L’EUCARESTIA

Il 18/7/2011 abbiamo fatto con te a Citerna un meraviglioso incontro sull’Eucarestia: l’Eucarestia cambia il mondo, è come una ‘fissione nucleare’ portata nel più intimo dell’essere, produce una reazione a catena che trasforma il mondo. L’Eucarestia non solo ci dà la forza interiore, ma è un nuovo modo di vivere: ci porta a ‘condividere’, a ‘trasformare’ a ‘unire' (fare comunione). L’Eucarestia ha un influsso sociale straordinario e noi dobbiamo diventare Eucarestia del mondo.

LA CHIESA

Hai testimoniato un grande amore per la Chiesa. Hai sempre saputo esprimere la tua libertà (anche quando eri scomodo nelle tue posizioni), ma hai testimoniato l’amore per la Chiesa con l’obbedienza. Hai coltivato il sogno di una Chiesa ‘profetica’ e accettato con serenità le critiche e gli ostacoli da affrontare. Non è stato facile obbedire, ma lo hai fatto ‘per amore’.

FEDE/FIDUCIA E CORAGGIO

Mi ricordo un incontro con un piccolo gruppo a Milano nel Centro S. Fedele il 24/7/1999 dove, di fronte alla situazione politica e sociale italiana, ci invitavi ad avere ‘il coraggio di percorrere nuove vie’. Prima di affrontare le problematiche dell’incontro ci hai portato in una piccola cappella e ci hai commentato il brano del libro dei Giudici (Gc 7,2-25) che parla dell’esercito di Gedeone: Israele è oppresso dai Madianiti e il Signore suscita un liberatore (un giudice). Gedeone raduna un esercito consistente, anche se l’impresa appare difficile di fronte al numero ampiamente superiore degli oppressori. Tuttavia Dio opera una drastica selezione e riduce l’esercito di Gedeone da oltre 30.000 a 300 uomini. L’impresa che sembrava difficile ora risulta impossibile, eppure ora Gedeone ce la può fare. La fede/fiducia nel Signore permette di affrontare ogni difficoltà e fa scaturire il coraggio. Quel coraggio che ti ha permesso di sfidare a Palermo la mafia, anche se ti ha costretto ad accettare la scorta (un uomo della tua scorta è morto nell’attentato al giudice Borsellino).

LAICITÀ

Hai dimostrato, fino agli ultimi interventi su twitter, il valore della laicità. Nel tuo libro La traversata del 2010 tra i testimoni del nostro tempo ricordi Giuseppe Lazzati (che è stato mio rettore all’Università e che venne per un incontro pubblico a Città di Castello dopo la mia laurea) che proponeva lucidamente la ‘distinzione dei piani’: il piano della fede e il piano dell’impegno sociale e politico vanno distinti, non separati, cadendo nel secolarismo, e non identificati, degenerando nell’integralismo. La capacità di distinguere permette di vivere una matura laicità che rispetta e dialoga con tutti.

AMATI DAL SIGNORE

Tra i colloqui personali con te ho il vivo ricordo di un intenso dialogo in un viaggio in auto. Io ti parlavo delle mie difficoltà familiari e tu, dopo un attento ascolto, mi hai raccontato delle difficoltà della tua famiglia. Poi mi hai chiesto quale fosse la vera differenza tra chi crede e chi non crede. Non ho dato una mia risposta aspettando la tua che ho impressa nel cuore: chi crede sa di essere amato dal Signore, chi non crede ancora non lo sa, ma è amato anche di più. Pensare a questo avendo di fronte una persona concreta suscita brividi di gioia. Il cristianesimo è essenzialmente esperienza e consapevolezza di essere amati.

IL LINGUAGGIO DELL’AMORE

la profezia del fiocco di neve altrapagina mese novembre 2021 2Di fronte alle difficoltà di comunicazione e di dialogo tra noi cristiani e il mondo, che oggi sembra così lontano dalla nostra fede, tu, che eri un abile conferenziere e che sapevi scrivere in maniera efficace, mi hai insegnato che vi sono dei momenti nella vita e nella Storia in cui dobbiamo tacere e far parlare l’amore. Solo il linguaggio dell’amore supererà tutte le barriere. La grande gioia dei tuoi ultimi anni di vita è stata quella di vedere papa Francesco capace di parlare a tutti con il linguaggio dell’amore.

Caro Padre, come ci insegna il Vangelo di Luca nell’episodio dei discepoli di Emmaus (Lc 24,13-35), abbiamo tre importanti modi per incontrare il Risorto: nella Parola (la memoria delle scritture), nell’Eucarestia (allo spezzare il pane), ma prima ancora (sia nella vita che nel testo del Vangelo) riconoscendolo nell’altro, nello sconosciuto che incontriamo per strada. Allora la comunità, la Storia e la politica sono occasioni di incontro con il Signore Risorto.

Nel tuo libro L’Italia che verrà del 1992 (pag. 129 e 130) ‘A mo’ di conclusione’ ci hai lasciato ‘la profezia di un fiocco di neve’:

“Ogni mèta ideale, all’inizio è utopia. Ogni maggioranza, all’inizio è minoranza. Conosci tu nulla di più fragile, in natura, di un fiocco di neve? Vien giù oscillante; se gli soffi contro, va di qua e va di là…; se lo stringi tra le dita, diventa una gocciolina d’acqua… Potrà mai un esile fiocco di neve modificare i fianchi della montagna? Noi – l’uomo della strada – siamo come leggeri fiocchi di neve, di fronte a problemi infinitamente più grandi di noi, che ci appaiono come montagne. Potremo mai scalfire la roccia? Fa’ in modo che un fiocco di neve si unisca ad altri mille, fino a formare una palla di neve, ben compatta. E poi fa’ rotolare la piccola palla di neve lungo il declivio della montagna, fino a che diviene valanga. E tu trovami, se ti riesce, una forza in natura, capace di fermare la valanga. E la valanga cambierà i fianchi rocciosi della montagna. Ma la valanga è fatta di esili fiocchi di neve!”.
(Bartolomeo Sorge S.I.)

Redazione l'Altrapagina.it