Servizi pubblici. Bollette Tari arrivate in ritardo: Sogepu non spiega, il Comune sussurra, l'opposizione alza i toni. Altrapagina.it Articolo Dicembre 2021.
Sono arrivate così le bollette Tari: senza data e con sole quattro righe di scuse per il ritardato invio, adducendo problemi tecnici e indicando il numero telefonico da chiamare per ottenere spiegazioni. Una prassi a dir poco irrituale, come se in un giudizio spettasse a chi subisce un'accusa “l’onere della prova" e non toccasse invece a chi la muove il dovere di dare le spiegazioni dettagliate delle cause ritardanti, in questo caso. Le spiegazioni dovrebbero essere date a monte, non richieste a valle, perché quelle fornite dalla partecipata non chiariscono nulla.
Tanto è vero che molti cittadini si sono rivolti all'azienda per chiedere lumi e la rateizzazione degli importi. Ma, ai pochi che sono riusciti a stabilire il contatto con Sogepu, è stato risposto che le cartelle non si possono cambiare né si può rateizzare.
La vicenda ha assunto particolare rilievo per due motivi: in primo luogo perché le bollette sono arrivate a novembre, dopo le votazioni che hanno dato origine ai nuovi organi istituzionali; in secondo luogo il loro pagamento ricade a dicembre, impattando con le tredicesime attese dai cittadini, come una boccata di ossigeno dopo due anni di Covid. La situazione ha colpito in particolar modo le fasce più deboli, i pensionati minimi, le famiglie che fanno fatica ad arrivare a fine mese, le persone sole e anziane, creando un disagio che non era difficile da prevedere. Le cifre richieste da Sogepu, infatti, non solo cumulano insieme tre rate, ma si sommano alle altre bollette scadenti a dicembre, comprese quelle del metano, dell’acqua e della luce. Tutto ciò accade in un momento in cui le tariffe di luce e gas hanno subito rincari allarmanti e il Governo cerca affannosamente somme da mettere a disposizione dei meno abbienti per sostenere le famiglie e disinnescare contraccolpi sociali dagli esiti imprevedibili.
L’altro aspetto del problema è di natura politica. Non sono pochi ad aver sospettato la stranezza di un ritardo concomitante con le elezioni. Sospetto ingigantito dall’assenza di informazioni tempestive capaci di dissipare dubbi e illazioni. Così si è fatta strada l’ipotesi che il salto carpiato del voto amministrativo – le bollette che normalmente arrivano a fine agosto o settembre sono state recapitate con ben due mesi di ritardo – sia stato in qualche modo voluto, perché, sostengono i critici, se fossero pervenute nei termini canonici, col clima pesante che ammorba il Paese, probabilmente, al posto del Sindaco Secondi, ora ci sarebbe la Sindaca Bassini. Valutazioni che lasciano il tempo che trovano, ma che continuano a girare, gonfiando una bolla pericolosa.
Per la nuova Amministrazione si tratta di una tegola che dovrà in ogni modo disinnescare. Ci ha provato l'Assessore Mariangeli nel Consiglio comunale del 29 novembre u.s., dando integrale lettura della lettera inviata da Sogepu al Comune. Da essa si apprende che i motivi del ritardo sono cinque: le modifiche introdotte in materia dal D.lgs. 116/2020, il nuovo regolamento Tari approvato in estate, la variazione di alcuni parametri da applicare a specifici immobili, i benefici anti-Covid finalizzati a ridurre l'impatto della Tari su alcune fasce di cittadini-utenti e la modifica delle modalità di pagamento. L'insieme di questi cambiamenti ha costretto Sogepu ad apportare modifiche al sistema informatico che gestisce la tariffa e sforna, ogni anno, ruolo e bollette. L’operazione si è rivelata particolarmente difficile, soprattutto per introdurre le agevolazioni anti-Covid che sono state inserite manualmente, perché riguardanti non la generalità degli utenti, ma solo una platea limitata degli stessi. Inoltre il gestionale informatico in dotazione all’azienda già da gennaio aveva manifestato i primi singhiozzi tecnologici, e la strada, si giustifica l'azienda, è stata sempre in salita nel corso dell'anno.
Le motivazioni fornite sono indubbiamente fondate e rilevanti, ma lasciano in sospeso dubbi di non poco conto. Il primo problema riguarda la tecnologia in dotazione alla partecipata: introdurre modifiche nei programmi gestionali è cosa ordinaria, anche per le situazioni atipiche. Non esiste azienda che non abbia di questi problemi. Quindi delle due cose l'una: o ci sono state delle difficoltà operative non meglio spiegate, oppure l'acquisto di quel software non è stato un buon investimento. Ma, anche ammesso e non concesso che il fatto sussista, per accelerare i tempi delle operazioni manuali forse si sarebbe dovuto assumere personale straordinario, dal momento che la partecipata da anni racconta di essere florida e in buona salute.
Un secondo aspetto da considerare, concerne il fatto che tutti i Comuni d'Italia hanno dovuto applicare la stessa normativa, modifiche atipiche e anche le misure anti-Covid. Quanti di essi hanno ritardato di due mesi l'uscita delle bollette? Se lo stesso problema avesse gravato su altri Comuni, sarebbe più sopportabile. Basterebbe fare qualche semplice verifica.
Ma il vero vulnus della vicenda è il buco comunicativo. Non si capisce perché, a fronte dello slittamento dei tempi lavorativi della Tari, di cui Sogepu era perfettamente a conoscenza, l'azienda ne abbia dato comunicazione al Comune solo il 22 settembre, vale a dire a ridosso delle elezioni e della scadenza della prima rata; e l'Amministrazione allora in carica non abbia mosso foglia né informato i cittadini. Bisogna aspettare l'insediamento della nuova Giunta perché il 4 novembre il Comune chieda spiegazioni sullo stato dell'arte e Sogepu risponda il 10 novembre, ribadendo quanto già detto a settembre e aggiungendo che ulteriori ritardi alla consegna degli avvisi sono stati cumulati dal servizio postale. Questo, sì, appare essere un teatrino. La Giunta precedente era stata informata della lettera Sogepu e dei ritardi? Perché non fece nulla?
Esiste anche un altro aspetto. Lo spostamento delle date e la riduzione, di fatto, a un unico pagamento a dicembre posticipa anche gli introiti previsti in bilancio. La mancanza di tali flussi di cassa come è stata risolta? Ci sono dei profili di irregolarità contabile da verificare?
Di fronte a queste congetture, il dubbio che vi sia stata una combine per rinviare l'uscita delle cartelle a dopo le elezioni non è del tutto campato in aria. Ma per l'Assessore Mariangeli non esiste una ipotesi simile, e sul punto ha risposto così: "il nostro Comune applica le tariffe Tari più basse della Regione e non aveva interesse a manipolare le carte". Cioè a dire: siamo i primi della classe, quindi, "ma che colpa abbiamo noi", come dice la canzone. Una spiegazione che in realtà non spiega nulla, perché sostiene che il fatto positivo scaccia quello negativo: a prescindere.
di Antonio Guerrini