Il primo fatto politico degno di rilievo dopo le elezioni lo ha messo a segno Filippo Schiattelli, scegliendo di sostenere la Destra alle elezioni provinciali e il suo candidato Presidente, il Sindaco di Foligno Stefano Zuccarini, personaggio noto per le sue prese di posizione contro gay, migranti e partigiani. Si tratta di una scelta di campo che si colloca esattamente all’opposto della coalizione di Centro-sinistra di cui ha fatto parte alle amministrative, sostenendo la candidata Sindaca Luciana Bassini.
L’esponente di spicco della coalizione, uscito a suo tempo dal Psi per contrasti insanabili con l’allora Sindaco Bacchetta, con questa scelta si porta a Destra dell’area politica, dimostrando, ancora una volta, che la “terra promessa del civismo” non aiuta a rifarsi una “verginità” politica, se non si abbandonano le vecchie pratiche politiche. Una scelta che l’esponente ha preso in totale solitudine, senza informare la coalizione e gli stessi suoi seguaci. Un modo di agire che definire spregiudicato è poco.
L’esponente ha sostenuto che si tratta di una “scelta civica fatta a favore del territorio” su richiesta di “settori civici perugini”. Un ragionamento che fa a pugni con la logica, ma non con l’ambizione personale di salire le scale del Palazzo. Interpellato su chi fossero questi settori civici perugini che lo hanno contattato, Schiattelli ha risposto: Nilo Arcudi, personaggio calabrese particolarmente discusso. Socialista, prima nella Sinistra, ex vicesindaco di Boccali al Comune di Perugia, dopo la mancata riconferma è passato alla Destra per diventare Presidente del Consiglio comunale di Perugia. Ma soprattutto è noto per essere stato sfiorato dalle indagini della Dda (Direzione distrettuale antimafia), a seguito delle intercettazioni ambientali del boss 'ndranghetista Antonio Ribecco, che lo indicava come loro referente in Umbria. Si tratta di una tegola che mette una seria ipoteca sul Coordinamento, sulla sua credibilità, sul suo difficile percorso per cercare una linea comune di opposizione.
di A.G.