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La quarta mafia

Criminalità. È una criminalità di stampo antico che compie omicidi e stragi con una ferocia inaudita ed è considerata la più crudele e violenta d'Italia.

la guerra dimenticata i mass shooting mese dicembre 2021 2

Le affermazioni di qualche mese fa del Procuratore generale antimafia Federico Cafiero de Raho sulla presenza nella Provincia di Foggia di organizzazioni mafiose tra le più brutali, violente e sanguinarie dell’intero territorio nazionale, hanno destato sorpresa e scalpore quasi che si trattasse di una novità sconvolgente. Invero questa realtà esiste da parecchio tempo e soltanto adesso ha avuto il crisma ufficiale da parte delle autorità dello Stato. Meglio tardi che mai, si potrebbe dire, dopo anni di sottovalutazione e persino di negazionismo. La Puglia, come si sa, è considerata nel panorama meridionale una positiva anomalia quanto a presenza mafiosa e tutto ciò in parte è stato vero e continua ad essere vero. Per alcuni lustri, soprattutto nel Salento, si è avuta la presenza di un’organizzazione abbastanza strutturata – la Sacra Corona Unita – che ha pesantemente condizionato la vita economica e sociale di quel territorio, ma che, grazie all’azione di contrasto dello Stato, col passare degli anni è stata seriamente ridimensionata e oggi la sua presenza non ha più quel carattere aggressivo e pervasivo che ha avuto nel passato.

Al contrario, nella Puglia settentrionale – sia in Capitanata che nella nuova provincia di Barletta-Andria Trani (Bat) – sono cresciute potenti organizzazioni criminali di stampo mafioso che stanno seminando il terrore ed esercitano una forte azione di condizionamento della vita sociale, economica e anche politica di questi territori. Questi fenomeni non sono dell’ultima ora. Già dalla fine degli anni Settanta, con la presenza nelle carceri del noto camorrista Raffaele Cutolo, si è venuta strutturando una presenza di carattere mafioso che, col passare degli anni, si è autonomizzata e ha acquisito un peso sempre maggiore. Per troppo tempo, però, le strutture dello Stato preposte alla repressione e lo stesso mondo politico-amministrativo non hanno colto appieno la portata del fenomeno, derubricandolo a semplice organizzazione delinquenziale. Gli attentati, gli omicidi erano ritenuti in fondo una cosa interna ai clan, un regolamento di conti che non incideva sulla vita dei cittadini. “Se si ammazzano tra di loro, va bene” era la considerazione più frequente, ma non è stato così. Sono passati oltre quindici anni per avere le prime condanne per reati di natura mafiosa e si è dovuto arrivare  al 9 agosto 2017, giorno dell’assassinio di due agricoltori totalmente estranei a vicende criminali, i fratelli Luciani, per far aprire gli occhi a tutti. La presenza di organizzazioni mafiose particolarmente efferate è ormai provata da numerose sentenze di condanna.

Ma, di fronte a quale tipo di organizzazioni ci si trova? I rapporti delle autorità inquirenti parlano di tre organizzazioni mafiose insediate nella città di Foggia, nel Basso Tavoliere (Cerignola) e nel promontorio garganico. Organizzazioni che operano in autonomia tra di loro e che sono dedite ad attività delittuose particolari. Nella città di Foggia operano clan dediti soprattutto alle estorsioni a danno di imprenditori e commercianti; a Cerignola sono preminenti, oltre al commercio della droga che è magna pars, anche  i reati di natura predatoria (assalti a tir e a mezzi portavalori); nel Gargano prevalgono soprattutto le attività legate al ciclo degli stupefacenti, il contrabbando di sigarette, le truffe in agricoltura.

la quarta mafia articolo altrapagina dicembre 2021 3Queste mafie hanno conosciuto una marcata evoluzione. Quella del Gargano, una volta organizzazione  criminale a carattere agro-pastorale, ormai ha il totale controllo del mercato della droga, come buona parte di quella cerignolana. Ormai tutte le mafie non sono più organizzazioni con una semplice base locale, ma possono vantare legami e cointeressenze con altre organizzazioni criminali italiane ed europee. Sono stati, infatti, accertati legami ed attività operative con organizzazioni similari presenti in Germania e Olanda, nonché con Paesi che stanno sull’altra sponda dell’Adriatico, in particolare Albania e Montenegro. 

Oltre a questo mutamento e allargamento, negli ultimi anni  è cresciuta la pressione di queste organizzazioni criminali sulle Amministrazioni locali per mettere le mani sulle attività economiche e accrescere i propri profitti. Queste pressioni hanno avuto anche qualche successo, se si è arrivati allo scioglimento di cinque Consigli comunali. Quello di Foggia, il secondo Consiglio di un Comune capoluogo, è stato sciolto questa estate e insieme al capoluogo sono stati sciolti due anni addietro anche i Consigli dei due più grandi Comuni della Capitanata come Cerignola e Manfredonia,  recentemente ricostituiti con la sconfitta di quelle forze che più di altre sono rimaste coinvolte in operazioni poco chiare.

Come potrà evolvere la situazione è difficile prevedere. La battaglia per smantellare queste organizzazioni non è facile, per il semplice fatto che, essendo esse  strutturate su base familiare in cui il vincolo di sangue è il più grande collante, i fenomeni di dissociazione, di pentitismo e di collaborazione sono più rari che in altri contesti. Negli ultimi anni gli apparati dello Stato hanno portato a segno importanti operazioni, anche grazie al rafforzamento di importanti strutture investigative. Ma tutto questo non basta se non scendono in campo i cittadini, se la politica non esce dal silenzio e fa pulizia al proprio interno, se non si mettono in piedi scelte sociali che incidano sulla condizione di tanti giovani e di tante famiglie disperate, se le grandi strutture educative e formative (scuola, università, ecc.) non fanno della battaglia per la legalità il fulcro della loro attività. Perché, ormai è chiaro a tutti,  il futuro di questo territorio passa soprattutto per la sconfitta delle mafie. ◘

di Michele Galante


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