Una manata sul sedere, un complimento pesante per strada, un invito ripetuto nonostante garbati ma decisi rifiuti... sono veramente atti di violenza sessuale verso le donne? Sono equiparabili anche lontanamente allo stupro? La domanda si è riproposta, soprattutto nelle menti e nelle esternazioni più o meno contenute fra i “conservatori”, dopo il fatto di cronaca che ha coinvolto Greta Beccaglia, la giornalista di Toscana Tv, palpeggiata in diretta da un tifoso… inqualificabile. No, non sono equiparabili, eppure sono ugualmente inaccettabili, ugualmente deprecabili, ugualmente sanzionabili quando raggiungono gli estremi previsti dalla legge, perché su una scala di valore ne costituiscono perfettamente il presupposto.
Il corpo delle donne è stato per millenni terreno di proprietà dei maschi, dei padri, dei fratelli, dei mariti o degli amanti, che ne hanno disposto il destino, la monacazione oppure il matrimonio, la tutela oppure l’occupazione, oppure lo sfruttamento, in ogni caso la predazione: ne hanno fatto un oggetto di mercificazione, di potere e di piacere. Legittimamente secondo modelli e paradigmi dettati e condivisi universalmente da Stati, imperi, popoli e nazioni, religioni e filosofie. Non c’è da stupirsi se le donne oggi dopo un lungo e faticoso percorso di emancipazione, non ancora compiuto secondo ogni evidenza, vogliono riprendersi in totale pienezza la proprietà del proprio corpo. Dagli slogan “Io sono mia” degli anni ´70, alle marce “Non una di meno” dei nostri giorni, il corpo delle donne continua a voler essere salvato dalla violenza del patriarcato, che ancora è vivo e sussulta qua e là, travalica e uccide, ancora, incredibilmente.
È giusto perciò che le donne protestino, reagiscano, mettano argini e barriere a ogni minimo frammento o rigurgito di quell’antica cultura, così capillare e pervasiva, trasversale a ogni classe sociale. È giusto che gli uomini comprendano e siano solidali. Una querela per una toccatina non è esagerata, proprio perché troppi uomini e donne non hanno ancora capito che il vento è cambiato. Finalmente. ◘
di Daniela Mariotti