Dossier.
Stiamo attraversando una crisi globale che coinvolge tutti gli aspetti della vita, dall’alimentazione ai consumi, dalla medicina ai trasporti. Ormai i gruppi dominanti parlano di una economia post-umana che utilizza l’intelligenza artificiale e permette la comunicazione tra le stesse macchine, a scapito delle persone. L’industria 5.0 impiega le tecnologie digitali e in questo modo può controllare tutto il ciclo delle attività umane. Inutile dire che la ricchezza prodotta è a vantaggio delle grandi multinazionali invece che dei lavoratori. Crescono così gli utili e i dividendi per gli azionisti, ma aumentano disperazione e disuguaglianza sociale.
Lo si è visto nella vicenda di Amazon che proclama di creare nuovi posti di lavoro, di scarsa qualità, e distruggere i negozi di prossimità che costituivano il tessuto reale delle nostre società. La disciplina all’interno dello stabilimento è ferrea, vige una grande solitudine tra i lavoratori che non hanno quasi alcun contatto tra di loro.
Ormai il sistema dominante ha trasformato ogni forma di vita in risorsa, puntando alla sottomissione del comportamento umano alle logiche dell’efficienza delle macchine. È una economia sempre più autoritaria che si appropria della conoscenza, del tempo, della natura, a scapito della democrazia e della libertà. È il risvolto feroce della schiavitù moderna.
di Achille Rossi