Cultura. Luciana Bassini, oggi capo della opposizione in Consiglio comunale di Città di Castello, risponde ad alcune domande sulla cultura.
Luciana Bassini, oggi capo della opposizione in Consiglio comunale, invia le seguenti considerazioni in ordine alle problematiche culturali della città: una sollecitazione più volte reiterata dalla nostra testata, con rari riscontri di merito.
L’importanza della cultura, come ripartire concretamente dopo 15 anni di quasi assenza delle politiche culturali cittadine.
Meno eventi una tantum, meno spot senza programmazione, una gestione totalmente da rivedere nella gestione e valorizzazione dei contenitori culturali. Partner come Sogepu sostengono, e non scelgono nei contenuti e nei beneficiari, i progetti culturali. Le politiche di settore vanno ripensate non nella appartenenza politica o peggio, ma nelle idee e nella creatività degli operatori che amano la cultura e costruiscono competenze. La cultura richiede proposte stabili e un Sindaco che comunichi “voglia” di fare cultura, non stanche e passive partecipazioni di dovere.
Estendere progetti e iniziative culturali alle frazioni: sono ormai cittadine consapevoli e desiderose di una loro autonoma e stimolante vita sociale. Decentrare le occasioni per far vivere la cultura in tutto il territorio comunale, peraltro molto ricco di fervore associativo.
La cultura è investimento, è programmazione di lungo periodo. La Fondazione Burri, straordinaria risorsa del nostro territorio, lavora da 10 anni, continuativamente, su un progetto chiaro e definito con evidenti risultati.
Alcuni esempi, tra i tanti, di immobilismo e scarsa progettualità:
La più volte sbandierata mostra su Raffaello ha avuto un indefinito numero di rinvii, in parte dovuti certamente agli eventi pandemici. Ma gli eventi espositivi sono ripresi ovunque e la mostra ha latitato per troppo tempo e questo non per responsabilità della parte scientifica.
L’interessante Museo della Città, pensato per sistematizzare collezioni donate ormai da tempo immemorabile, pur nello straordinario impegno gratuito di tanti appassionati, in primis i donatori, non ha l’impulso necessario, tra mille indecisioni su collocazione e reperimento risorse.
La Mostra del Libro di settembre deve recuperare l’identità originaria di anello di congiunzione con le dinamiche del mondo produttivo, diventando una grande vetrina della straordinaria realtà grafica ed editoriale della nostra Valle, altrimenti rimane un’occasione per pochi appassionati di settore. Senza altresì dilungarsi sulle sciagurate scelte regionali, da combattere con determinazione, per gli investimenti altrove sul distretto della grafica.
La nostra bellissima Pinacoteca comunale manca della dinamicità necessaria per diventare un volano turistico significativo. Le differenze di numero visitatori con i Musei Burri sono inaccettabili. C’è bisogno di una giovane e propositiva direzione scientifica per valorizzarne appieno le potenzialità.
La Biblioteca comunale, ottimo recupero strutturale su progetto ventennale, va avviata nei contenuti e nelle risorse umane indispensabili per farla funzionare, altrimenti è un contenitore bello, ma vuoto. Ha le potenzialità per diventare un incubatore di proposte, una continua elaborazione di eventi culturali di sostanza e poca spesa.
La musica va sostenuta in tutte le sue forme, è un meraviglioso asset educativo. Appare ormai indispensabile dotare la città di un Auditorium importante, tanto da diventare la vera e propria casa del Festival delle Nazioni. Troppe risorse vanno sprecate nella ricerca di siti che richiedono ogni anno investimenti in strutture solo temporanee.
Il Centro di Documentazione dell’arte contemporanea nella sostanza non è mai partito. Ma questo è un tema che merita una riflessione di lungo periodo. Burri è un valore unico nel panorama internazionale, può diventare uno straordinario polo attrattivo e di traino, non solo attraverso gli splendidi musei. L’Amministrazione comunale deve creare condizioni facilitanti per la realizzazione di Piazza Burri e diventare partner mai ostativo per la futura e possibile Città dell’Arte contemporanea.
Tanto lavoro da fare: è necessario rimboccarsi le maniche e cominciare. È indispensabile, tuttavia, che la nostra bellissima Città torni a sognare di poter fare cose importanti. Non lo fa da troppo tempo.
Luciana Bassini
Da tale presa di posizione emergono numerosi spunti degni di nota, anche se su alcuni nodi strategici occorrerebbe un’idea progettuale concreta e complessiva. Su Burri (Musei e Piazza) siamo ancora ad auspici simili a quelli formulati 40 anni fa; sulle peculiarità dell’unica città rinascimentale umbra e sul motore che ne dovrebbe innescare la visibilità (Palazzo Vitelli a S. Egidio) prevale un’eccessiva cautela propositiva; sull’abbandono del Loggiato Bufalini viene steso un silenzio imbarazzato.
Ma un tema viene focalizzato con perentoria assertività: l’indifferibilità della realizzazione di un Auditorium di adeguata capienza: non si fa cenno al progetto di riconversione di San Domenico che langue da anni nel dimenticatoio e che potrebbe tornare d’attualità proprio adesso che il Fec (Fondo edifici di culto) ha annunciato interventi anche su tale trecentesco tempio domenicano per il quale, una volta individuata degna sistemazione altrove per le spoglie della Santa Margherita, non dovrebbero sussistere ostacoli alla trasformazione (Foligno docet). Anche altre alternative (purché fattibili in tempi congrui) potrebbero essere allo scopo esaminate. La città che, prima in Umbria, vantava due secoli e mezzo fa due teatri attivi, oggi si ritrova con un solo angusto, per quanto nobile, spazio inadatto ad eventi e spettacoli di un certo respiro: l’appello sarà recepito? ◘
di Massimo Zangarelli