Lunedì, 07 Ottobre 2024

libreria acquista online

La (vera) storia dell'Oasi felina

Lettere in redazione.

silvia romano2

Un signore per bene, Luigi Mario Maggiolini Pescari, dopo un terribile incidente occorsogli, essendo un amante dei gatti e degli animali in genere, decide spontaneamente di impiegare una parte cospicua del risarcimento assicurativo incassato, per il benessere degli animali che più ama: i gatti per l’appunto. Non sapendo come fare, decide di chiedere l’ausilio del Comune di Città di Castello a cui "dona" la ragguardevole cifra di € 60.000 (delibera di Giunta comunale n. 110 del 17.06.2019) affinché lo supporti per realizzare il suo sogno: un gattile, un rifugio per gatti. Pone un’unica condizione, tassativa e ragionevole: deve essere un ambiente “a misura di gatto”, un’oasi dove i gatti di strada possano trovare un rifugio semplice e accogliente, e poter vivere in pace e sicurezza.

Bene direte voi! Beh, non proprio. Quello che sembrerebbe essere un progetto semplice e lineare, grazie alla sinergia tra uffici tecnici comunali, Asl, tecnico incaricato ecc. diventa un piccolo lager ben congegnato: una desolante distesa di cemento di ben 320 metri quadrati circondata da una rete metallica, una “baracca” costruita in sottili pannelli sandwich dello spessore cm. 4, dove caldo e freddo la faranno da padrone, dove neanche gli stracci e vecchie scarpe vorrebbero stare. “Baracca” che, con fantasia e ironia, è stata definita “rifugio”!!!! Nessun albero previsto, ripeto nessun albero o alberello; nessun prato e ripeto nessun prato, nemmeno l’ombra e, ciliegina sulla torta, nel bel mezzo della distesa di cemento, non si sa a quale scopo, un bell'ammasso di rocce e sassi, questo sì rifugio ospitale per lucertole e raganacci. Alla faccia dell’ambiente “a misura di gatto”. Il tutto alla modica cifra di € 60.000 (sessantamila euro!!!).
la vera storia dell oasi felina mese gennaio 2022 1

E dire che sarebbe bastato veramente poco per organizzare un luogo confortevole e accogliente per i mici: un gran bel prato, misto ad aree con breccino dove i gatti possano spaziare; dei semplici alberi per avere la necessaria ombra e dove poter arrampicarsi; alcuni semplici giochi realizzati con strutture anche di recupero in legno, funi, tubi ecc., con i quali i gatti possano giocare; un piccolo rifugio costituito da una semplice tettoia sotto la quale collocare delle confortevoli cucce di varie misure e dimensioni, dove i mici possano trovare liberamente rifugio dalle intemperie e avere la propria casa. Magari un piccolo locale (non una baracca) con funzioni di accoglienza/astanteria/ripostiglio ecc. E perché no, anche della rete metallica a protezione della loro incolumità (almeno questa prevista dal progetto!).

A margine di questa storia, ma non proprio a margine, deve essere evidenziato un altro aspetto. Della cifra donata dal signor Pescari (€ 60.000), per i lavori sono stati effettivamente utilizzati € 39.774,64 + iva al 22%, ovverosia € 48.525,06. E la cifra rimanente di € 11.474,94, dove è andata a finire? Presumibilmente quei soldi sono stati destinati al pagamento delle “prestazioni professionali” dei professionisti intervenuti alla bisogna. Ora una domanda sorge spontanea: visto che quella del Pescari è stata una "donazione" e quindi un’azione senza scopo di lucro e a fin di bene, non era logico aspettarsi da coloro che lo hanno supportato un analogo comportamento, fornendo le proprie prestazioni pro-bono, in modo che tale cifra fosse utilizzata per una migliore riuscita del progetto? Beh non è proprio stato così. Che dire?!! Cordialmente.

di M.C.


Editoriale l'altrapagina Soc. Coop.
Sede Legale: Via della Costituzione 2
06012 Città di Castello (PG)
Responsabile: Antonio Guerrini
Info Privacy & Cookie Law (GDPR)

Seguici anche su:

Dati legali

P.IVA 01418010540
Numero REA: pg 138533
E-mail: segreteria@altrapagina.it
Pec: altrapagine@pec.it
ISSN 2784-9678

Redazione l'altrapagina

Telefono: +39 075 855.81.15
dal Lunedì al Venerdì dalle 09.00 alle 12.00