Giovedì, 28 Marzo 2024

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La base logistica in stand by

Città di Castello. Infrastrutture.

silvia romano2

Della Piastra logistica umbra si comincia a parlare nel 2001. Essa è inserita nel 1° programma delle infrastrutture strategiche della “Legge obiettivo”. Si tratta degli “Hub interportuali” di carattere nazionale che, sotto la definizione “Piastra logistica umbra”, comprende la realizzazione di tre opere: le “Piattaforme logistiche di Terni-Narni, Foligno e Città di Castello-San Giustino”. Tre strutture simili: due a sud e una a nord della Regione. Costo iniziale previsto per le tre opere è di 14,719 milioni di euro. Dopo tre anni, nel 2004, a seguito delle intese raggiunte con la Regione e della messa a punto degli interventi tecnico-operativi e delle integrazioni di opere connesse, il costo sale a 58,558 milioni di euro. Nel 2009 il costo lievita fino a 94,723 milioni di euro. Tale crescita è dovuta sia all’inserimento di nuove opere, sia agli studi di fattibilità e ai progetti preliminari. Il costo complessivo sarà sostenuto al 50% dallo Stato e l’altro 50% dalla Regione.

“Gli interventi programmati prevedono molteplici funzioni connesse alle modalità di trasporto su ferro e su gomma. In particolare, la piattaforma logistica di Terni-Narni sarà collegata sia alla rete stradale nazionale, tramite la strada provinciale Marattana e lo svincolo di Terni sulla strada di grande comunicazione (SGC) E45, sia alla rete ferroviaria sulla linea Orte-Falconara; la piattaforma di Foligno sarà collegata sia alla rete stradale nazionale, tramite la strada statale (S.S.) 75 Umbra, sia alla rete ferroviaria sulla linea Orte-Falconara…; la piattaforma di Città di Castello-S.Giustino sarà collegata all’autostrada E45 e all’autostrada E78, di futura realizzazione”.

Il costo definitivo della Piattaforma logistica di Città di Castello-San Giustino è stato stimato dal Cipe in 19.287.961,47 euro. L’iter della gara di affidamento di evidenza pubblica iniziato nel 2008 con una base d’asta di 14.805.008,81 euro, si conclude il 14 dicembre 2011 con l’aggiudicazione definitiva al raggruppamento di imprese Abils Consorzio e Manini Prefabbricati S.p.A. Ma i lavori iniziano a metà 2013 a seguito di una serie di ricorsi legali. Dopo essere stata la passerella di tutta la classe dirigente regionale e locale, di Destra e di Sinistra, dalla deposizione della prima pietra alle numerose inaugurazioni di cui è stata oggetto, i lavori si concludono con l’ultimazione dei collegamenti tra la struttura e la E45, che fanno lievitare i costi finali a 20.287.000 euro.

A inizio del 2019 l’opera è conclusa e si pone il problema della sua gestione: chi gestirà la nuova base logistica? E come si procederà al suo affidamento? Il tema si palleggia tra Regione, ancora in mano alla Sinistra, e il Comune (Sindaco Bacchetta) per molti mesi senza soluzione. Ma a ottobre si svolgono le elezioni regionali che segnano il passaggio storico del potere alla Destra. La nuova Giunta, di cui l’assessore ai trasporti è Melasecche, decide di procedere all’affidamento mediante gara di evidenza pubblica. Il bando viene emanato a maggio 2021 e prevede l’affidamento della struttura per la durata di 9 anni, rinegoziabili, e il soggetto affidatario dovrà corrispondere circa 189.494,40 euro (che è la base d’asta per l’offerta al rialzo, scontata del 20 per cento causa Covid) all’anno, anch’esso soggetto allo sconto del 50% in caso di rinegoziazione alla scadenza della concessione. È data anche la possibilità al concessionario di poter presentare un piano di valorizzazione della struttura mediante edificazione e creazione di servizi: un distributore di carburanti, una officina, l’ampliamento del magazzino-logistica. Restano da fare anche alcuni lavori di bitumatura a carico della Regione. La gara si è conclusa ad agosto 2021 con l’affidamento provvisorio alla Ditta Volpi trasporti di Città di Castello e, dopo le verifiche documentali previste, la consegna è stata ufficializzata a dicembre 2021.

La base logistica tifernate è la prima a entrare in funzione; delle tre previste ne rimangono solo due: Terni-Narni e Città di Castello-San Giutino. La piastra di Foligno è in stand by perché l’area che era stata individuata, dopo l’effettuazione di alcuni sondaggi, è risultata, dal punto di vista geologico, inadatta a reggere pesi. Quindi siamo alle carte bollate.

Il giorno della consegna, tutti i politici hanno espresso gli auspici per la gestione della struttura che farà mettere le ali all'economia altotiberina. Critiche particolari sono state rivolte a chi in questi anni ha sollevato riserve sulla opportunità di costruire una struttura di tali dimensioni nel nostro territorio, a coloro che l’hanno definita una cattedrale nel deserto, e, così, «vengono spazzate via, per l’ennesima volta, le strumentalizzazioni e le falsità pronunciate ad arte da chi non vuole costruire, ma distruggere» ha commentato il Sindaco Luciano Bacchetta.

Ma, al netto delle critiche ormai superate dall’opera compiuta, rimangono alcune considerazioni espresse dallo stesso Volpi. Il quale ha affermato: «Dopo questo significativo passo in avanti però bisognerà guardare al futuro, chiedendo tutti insieme il potenziamento e completamento dei collegamenti su gomma e ferro, a partire dalla Superstrada Due Mari “E78”, dall’ammodernamento della E45, fino alla ferrovia ex- Fcu».

la base logistica in stand by mese febbraio 2022 1Senza tali collegamenti, afferma il concessionario, sarà una struttura limitata nelle sue potenzialità. E come dargli torto!? Basta ricordare che la E78 è in ballo da oltre 30 anni perché i politici non si sono mai accordati sul suo percorso, che la ferrovia è un ramo secco che difficilmente tornerà a rinverdire, che la E45 è una malata cronica. Quindi bisogna capire di quale futuro si parla. Per esempio c’è il futuro, già iniziato e che nel lockdown ha preso vigore, dell’e-commerce che ha avuto un boom in aumento di circa il 35% del valore, attorno a cui si sta riorganizzando la grande distribuzione. Il secondo aspetto riguarda il trasporto delle merci. Con una linea ferroviaria che non abbiamo, due arterie stradali di cui una precaria e l’altra ipotetica, è difficle immaginare salti pindarici per l'economia locale. A chi spera nella riattivazione della linea ferroviaria Sansepolcro-Arezzo bisogna ricordare che nel Pnrr non sono previste risorse. Sfugge forse il dato che in Italia il 90% del trasporto merci è su gomma e che gli investimenti su rotaia sono destinati a privilegiare prioritariamente quelle aree portuali e interportuali prive di ferrovia, perché si tratta degli sbocchi, da e per l’Italia, in cui confluisce la massa critica di tutte le merci in circolazione, oltre l'alta velocità. Ciò che rimarrà dopo gli investimenti su questi asset infrastrutturali saranno briciole o poco più. Infatti la Tesei, illustrando il Pnrr, «ha parlato di alcuni “progetti strategici” come la rete ferroviaria ex Fcu, definita una “metropolitana di superficie con valenza straordinaria anche per il turismo”. La Presidente ha infatti annunciato che è in programma un progetto di abbellimento delle piccole stazioni lungo il tragitto, e visto come “una ulteriore attrazione”». In altre parole, la Fcu sarà un trenino per turisti, come quelli riattivati in Trentino e in Abruzzo per scoprire le bellezze dei paesaggi: cosa romantica e da incorniciare, ma lontana anni luce dalle aspettative di collegamento della rete ferroviaria locale a quella nazionale.

Quindi esistono tutte le possibilità che la E45, essendo l’unica arteria stradale di collegamento al nord, diventi una camionabile a traffico illimitato di tir e autotreni, che andranno in gran parte ad aggiungersi ai “14 mila autocarri e agli 11 mila autotreni (pesanti combinati) …” che ogni giorno attraversano la Regione, con conseguente aumento dell’inquinamento.

Dunque, oltre ai problemi relativi alla salvaguardia ambientale che rimangono ancora aperti, esistono, eccome, criticità che addensano ombre lunghe sulla effettiva funzionalità della base logistica e sul suo benefico apporto alla economia del territorio. ◘

di Antonio Guerrini


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