Lettere in redazione.
Sì, perché la persona che racconta “La vera storia dell’Oasi Felina” è, o dovrebbe essere da quanto si evince, un esperto o un tecnico edile di chiara fama, al quale è sfuggita (sic) la differenza tra un “Rifugio per gatti e Oasi felina”.
L’Oasi felina è stata fortemente voluta dalla struttura veterinaria Asl 1 Umbria e accettata dal Comune, quale presidio per la cura e recupero dei gatti con patologie diverse. Una struttura di tale tipologia richiede che sia facilmente trattabile soprattutto dal punto di vista igienico, con lavaggi e trattamenti sterilizzanti ripetibili anche più volte al giorno. Per questo l’intera pavimentazione è stata realizzata in cemento, e non sono compatibili luoghi non aggredibili alla igienizzazione quali aree verdi o ghiaiose, come riportato nelle foto del servizio.
Pensare che questa “clinica per gatti” , pretesa dalla Asl 1 Umbria, è la prima e unica al momento in tutta la Regione, la dice lunga sulla diversità di opinioni che si possono avere al suo riguardo. Qui i “mici” devono soggiornare il tempo della loro cura e auspicabile guarigione, dopodiché torneranno dai loro padroni o alle strutture che il nostro indiscusso osservatore dice che si possono realizzare con semplicità e a basso costo.
Per quanto concerne “la baracca”, così definita
dall’esimio esperto, o tecnico che dir si voglia, sarebbe utile un suo contatto con la ditta fornitrice del medesimo “Dogbox.it” di Ancona, specializzata in strutture sanitarie per ricovero animali e nota per la professionalità con cui realizza i propri manufatti che commercializza in tutta Italia.
Infine, da precisare che i costi parziali dell’intervento evidenziati non corrispondono, ma poco importa; resta il suo suggerimento di “donare” le prestazioni professionali, cosa che resta facile nei confronti degli altri, ma che risulta lui non abbia fatto in occasioni similari.
Tanto dovevasi.
di I.C.