Giovedì, 25 Aprile 2024

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Le nozze del potere

Editoriale. Le nomine del Comune presso gli enti di sua competenza hanno rivelato.....

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Non si mette vino nuovo in otri vecchi, disse, altrimenti gli otri si spaccano e il vino si disperde. I giovani entrati nel nuovo Consiglio comunale e in Giunta sono il vino nuovo che rischia di adulterarsi a causa degli otri vecchi, ovvero i metodi della politica di ieri e di molto prima. E alla celebrazione delle nuove nozze tra Comune e Fondazione Burri, il vino si è subito versato in molti rivoli. In palio, come dono di nozze, c’era la nomina di tre nuovi rappresentanti del Comune nel Consiglio d’Amministrazione della Fondazione, i quali dovranno concorrere a onorare l’arte del grande artista tifernate e farlo conoscere in tutto il mondo. I rappresentanti istituzionali hanno sbrigato in fretta la pratica, senza spiegare cosa avessero fatto i tre decaduti nel triennio precedente. Ma tant'è! Sindaco e maggioranza si sono riservati la nomina di due dei tre nominativi da indicare, Corà l’esperto, giunto alla quinta edizione, leggasi elezione, e Chiara Burzigotti, il vino nuovo, Pd, neofita, ancora ignara dei giochi di palazzo. Con atto magnanimo il Sindaco ha lasciato l'indicazione del terzo nome alle opposizioni: “senza interferire”, ha aggiunto. Le quali opposizioni, di buona lena, si sono riunite e, su indicazione di Lignani Marchesani, hanno in maggioranza trovato una convergenza sul nome dell’ingegner Federico Rossi, docente universitario, persona di riconosciuta competenza e indipendenza, qualità che in certe nicchie di potere non è che siano virtù apprezzate. Ma la Lega si è dissociata proponendo il docente Marco Grosso, e Roberto Marinelli, uno dei nuovi accoliti della politica locale in quota Lega nel cui vocabolario la parola terzietà è assente, ha proposto direttamente una candidata della sua lista civica, Roberta Giorni, anch’essa con una università alle spalle, riconducibile a Mr. Cepu: pare.

In Consiglio la pattuglia delle opposizioni, che dispone di 9 voti, ha ufficializzato tutte e tre le candidature, sottraendo così due voti alla indicazione più condivisa perché la maggioranza ha dichiarato di non interferire, Sindaco dixit, e quindi 7 a 2. Ma nel segreto delle urne e alla luce del sole il risultato è stato questo: Burzigotti, la neofita, ottiene 15 voti e supera di slancio Corà, il plurinominato, con 13 voti, e Roberta Giorni ottiene 7 voti. Il candidato indicato dalla maggioranza della minoranza, Federico Rossi, con soli 5 voti se ne torna a fare il docente, grazie al soccorso della maggioranza che aveva dichiarato “ci pensa la minoranza”.

Quindi fulmini e saette da parte delle opposizioni, immemori del fatto che si tratta di otri vecchi, sui quali non c'era da fare affidamento. Pesi e contrappesi, questo dovrebbe essere il ruolo delle opposizioni, sono cose da culturisti, roba da palestre di body building e non da aule istituzionali. Si trattava infatti di rimborsi elettorali, chiaramente non in moneta, per compensare la faticosissima campagna elettorale di moral suasion (voti) a favore del Sindaco eletto. Una dinamica che si è svolta non secondo il "Manuale Cencelli", che vale solo per le aule parlamentari, ma nel rispetto della terza legge della Dinamica (o principio  di azione e reazione), che dice: lo sforzo di A verso B è compensato da B verso A.

Poi la scacchiera ha registrato spostamenti importanti delle prime linee politiche: quella dell’ex assessore socialista, Massetti, ha messo il sigillo della continuità tra vecchio e nuovo, con un passaggio repentino da consigliere di lato di Bacchetta a consigliore frontale di Secondi. Spostamenti a lungo e medio raggio sono stati registrati con partenze dal Comune e arrivi a Sogepu, oppure rientri da sedi lontane. E ulteriori nomine all’Asp Muzi Betti, ecc., tutti ovviamente finalizzati al pagamento dei debiti contratti.

La mappa del potere cittadino dunque è rimasta inalterata: sono stati apportati solo alcuni ritocchi di livello universitario. Bisogna registrare la new entry di Mr. Cepu che pare aver messo un piede oltre che in Consiglio comunale anche nella Fondazione Montesca ed è quindi entrato a pieno titolo nel gioco delle intese locali. Mr. Goracci, attuale Ad di Sogepu, sta studiando da Direttore generale di Sog.eco, la neosocietà che prima o poi dovrà sorgere a conclusione dell’interminabile gara di affidamento dei rifiuti iniziata nel 2015 e ancora inconclusa, come inconclusa è la risurrezione dell’ex ospedale. Il quale, gira che rigira, è rimasto orfano di tutti i grandi progetti di recupero: Casa della salute, impiego del Lascito Mariani, e-Campus (Mr. Cepu dixit nel 2011), ecc., perché la Regione ha tirato una linea rossa: la Casa della salute si farà, ma in via Vasari e i soldi stanziati ammontano a 1 milione e 700mila euro. Chissà cosa ha da dire l’ex Sindaco Bacchetta per il quale era diventata una scelta dirimente: “passeranno sul mio cadavere se non la faranno col Lascito Mariani all’ex ospedale o alla Muzi Betti”. Il treno è passato, ma il suo cadavere non si è visto, perché nel frattempo ha cambiato posizione, passando dalla sedia di Sindaco a quella di Presidente del Consiglio, e tutto è messo a tacere.

Cosa che invece non dovrebbero accettare i partiti, perché alla Casa della salute e all’ex ospedale ecc. era legato il recupero di un intero comparto urbano, quello che include anche l’ex cinema Vittoria. Si è visto in quali condizioni è? Che degrado ha aggiunto alla zona? Chi sono i responsabili impuniti di tale stato? E dell’ex ospedale, cosa si dice ora che rischia di crollare? I ruderi sono in bella mostra, ma i politici che avevano promesso di sanarli sono ancora tutti, o quasi, lì. Tantomeno dovrebbe tacere questo Pd che non è stato in grado di portare in Piazza 10 persone per condannare l’invasione russa dell’Ucraina. Una occasione persa per rimettere mano all’alfabeto della politica a contatto con la gente, per suscitare indignazione, per testimoniare valori, ideali, desiderio di esprimere vicinanza agli umiliati e offesi. E invece abbiamo visto il Sindaco vestito da Sindaco, accanto al Vescovo vestito da Vescovo, presente alla preghiera voluta dal Papa per la pace e contro la guerra, rilanciato dal suo staff della propaganda nella rete. Ha imparato dal suo predecessore: l'importante è esserci e farsi vedere; presenzialismo propagandistico e nulla più. Un  partito che continua a essere un non partito non in grado di mobilitare le coscienze riuscirà a fermare il degrado passato e quello incombente sulla città?

E poi c’è piazza Burri, altra mega-opera annunciata, pronta per il 2020, si disse, e ancora languente. A cui si sono aggiunti i Molini Brighigna e l’ex Consorzio agrario. Insomma la città è tutta da rifare e su di essa incombe la mano della Fondazione Burri, nata per valorizzare il Maestro e la piazza che da lui prende nome.

Gli otri contano, e se non si decide di mettere mano a farne dei nuovi, il vino nuovo continuerà ad adulterarsi. ◘

Di Antnio Guerrieni


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