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I beni di cosa nostra

Mafia. Sequestrati beni patrimoniali alla Mafia in Umbria.

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Sono anche a Umbertide, Pietralunga e Città di Castello le proprietà immobiliari sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata infiltratasi in Umbria.

Fanno parte delle 121 identificate dal magazine Cronache Umbre, alcuni mesi fa, utilizzando la banca dati dell’Agenzia nazionale beni sequestrati e confiscati.

A questo quadro potrebbero aggiungersi nell’arco dei tempi delle procedure giudiziarie anche due ville (a Perugia), 40 unità catastali a Marsciano (abitazioni, garage, negozi, particelle agrarie), tre ettari di terreno a Norcia e Cascia, del cui sequestro è stata data notizia ai primi di febbraio: un valore stimato di circa sei milioni di euro.

Una conferma sull’estendersi delle attività di matrice mafiosa in Umbria che richiede una costante attenzione, soprattutto da parte dell’opinione pubblica che meriterebbe di venir informata meglio sulla destinazione di questi patrimoni, come evidenzia un dossier del mensile “Lavialibera”.

Toccherebbe agli enti destinatari della proprietà post-confisca il compito di tenere informata l’opinione pubblica: in Umbria tre Comuni (Pietralunga, Acquasparta, Terni); tutto il resto entrerà nelle disponibilità di vari corpi di polizia.

L’andamento ondivago del dibattito in materia non può venire giustificato in alcun modo, trattandosi di un fenomeno che sta minando alle fondamenta un sistema economico in gravissime difficoltà: da non dimenticare che il calo percentuale medio dei redditi colloca l’Umbria al primo posto tra le regioni italiane.

Di aggressione silenziosa all’economia locale si parla ormai da un paio di decenni e, nonostante l’opera di contrasto da parte di magistratura e polizia, il fenomeno non sembra in regressione.

Al contrario: l’epidemia Covid ha moltiplicato le difficoltà delle imprese, rendendole ancora più fragili davanti ai tentativi di conquista mafiosa sotto forma di aiuto finanziario.

Ha ragioni da vendere Libera Umbria quando sottolinea che l’attenzione rispetto al recupero e riutilizzo dei beni confiscati in Umbria è ancora troppo bassa. “Ne sono dimostrazione alcune situazioni mai sbloccate – denuncia l’associazione - come quella di Pietralunga (assegnata pochi giorni fa, n.d.r. ) e quella di Acquasparta, dove intoppi burocratici stanno impedendo la realizzazione di un bel progetto di edilizia sociale negli appartamenti confiscati”.

Un’inchiesta del 2016 svolta dalla Scuola di giornalismo radio-televisivo di Perugia evidenziava che sui 74 beni che, all’epoca, risultavano confiscati alla criminalità organizzata, soltanto uno era stato assegnato per fini sociali: i terreni di Col della Pila, a Pietralunga, affidati temporaneamente a Libera Umbria per i campi estivi dell'associazioine e poi restituiti al Comune, in attesa del bando definitivo secondo i criteri delle leggi in materia.

L’assegnazione, finalmente, c’è stata: il 23 febbraio 2022. Sarà la cooperativa agricola “PaneOlio” a riportare produttivi quasi 100 ettari di terreni. ◘

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di Andre Chioni


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