DOSSIER: LA TRAGEDIA DEI BALCANI
Intervista a ARMANDO PITASSIO, esperto di Storia dell'Europa orientale
È proprio vero che la Storia non ha insegnato niente. Ripercorriamo gli stessi sentieri e compiamo gli identici errori.
Abbiamo sotto gli occhi la bambina di dieci anni falciata dai colpi di mitra mentre usciva da Kiev con la famiglia. È l’immagine di una infanzia violata che non ha avuto nemmeno il tempo di sbocciare. È la stessa domanda che campeggiava a caratteri cubitali sui muri di Sarajevo 30 anni fa: why? perché? Perché questa tragedia si è consumata nella incuria delle Cancellerie europee troppo intente a coltivare i propri interessi geopolitici mentre si stava realizzando un autentico genocidio. Le forze dell’Onu, inviate a separare le fazioni in lotta, sono rimaste inerti di fronte ai massacri. C’è voluto un Tribunale penale internazionale per inchiodare i responsabili per quello che è accaduto nella ex Jugoslavia. Le 8372 vittime di Srebrenica non possono essere archiviate negli Atti del processo e chiedono ancora giustizia.
La polveriera balcanica è sempre pronta a esplodere perché le ferite di quel conflitto non sono state mai sanate e l’incontro con le varie etnie stenta a decollare. Anche la presenza della Russia nei Balcani costituisce un’autentica minaccia per l’integrità dell’Europa, considerando quello che sta succedendo in Ucraina.
Le folle di giovani che hanno riempito le piazze di tutto il mondo per chiedere pace sono l’espressione più autentica di un desiderio di vivere, che non può essere soffocato sotto il maglio della Realpolitik. È urgente disonorare la guerra e sottrarre ai potenti quel giocattolo distruttivo che impedisce di rimanere umani.
SERVIZIO DOSSIER a cura di Achille Rossi