Cinema. Pasolini.
In questo periodo cade il centenario della nascita di un grande regista, anche poeta e scrittore impegnato: Pier Paolo Pasolini. Quello che ci interessa vedere è la sua attività di regista cinematografico. Accattone (1961) è la sua prima opera cinematografica, in cui trasferisce sullo schermo i personaggi e gli ambienti dei suoi romanzi. Accattone è il soprannome dato a un giovane magnaccia che ha abbandonato la famiglia, formata da moglie e figli, per vivere con una giovane che lo mantiene facendo la prostituta. “Pasolini rinuncia a ogni tentazione di realismo con immagini semplici, quasi ieratiche (in uno splendido bianco e nero fotografato da Tonino Delli Colli). Con movimenti di macchina funzionali e asciuttezza di linguaggio, ma con musica da “largo sacrale” (la Passione secondo Matteo di Johann Sebastian Bach), il film racconta «un’angoscia che è preistorica rispetto a quella esistenzialistica»” (Mereghetti).
Il film successivo, Mamma Roma (1962), è interpretato da Anna Magnani. È la storia di una prostituta romana che riesce a liberarsi dal suo protettore e decide di cambiare vita. Porta con sé il figlio sedicenne, che è stato sempre all’oscuro dell’attività della madre. Si prepara a una vita piccolo-borghese, tenendo un banco di frutta e occupandosi completamente del figlio, mandandolo a scuola. Ma il ragazzo si mostra poco adatto agli studi. “... il regista nobilita i suoi personaggi con richiami alla pittura rinascimentale (il Cristo morto di Mantegna)”.
La ricotta (1962-3) è un episodio del film RoGoPaG (dalle iniziali dei suoi registi: Rossellini, Godard, Pasolini e Gregoretti). Durante la lavorazione di un film sulla Passione di Cristo, diretto da un regista (marxista, privilegiato in quanto intellettuale) interpretato da Orson Welles, la comparsa Stracci soffre la fame. Ha ricevuto il cestino con i viveri riservato alle comparse, ma lo dà a una famiglia sottoproletaria. Riesce a procurarsi un secondo cestino, ma gli viene mangiato da un cane. Incontra un giornalista venuto per intervistare il regista famoso e gli vende il cane. Con i denari ottenuti corre a comprarsi della ricotta, ma lo chiamano per inchiodarlo alla croce, dove interpreta uno dei ladroni. La fame aumenta sempre più. Le riprese intanto vengono interrotte perché le nuvole hanno coperto il sole. Quando alla fine riesce a mangiare, è tanta la fame che si ingozza a dismisura. Chiamato di nuovo sulla scena della Crocifissione, sta male per una indigestione, che lo porterà a morire veramente sulla croce, deludendo regista e produttore, che attendevano la sua unica battuta, in cui doveva pregare Cristo di ricordarsi di lui quando sarebbe andato nel regno dei cieli.
Dopo aver realizzato Il Vangelo secondo Matteo (1964), in cui tenta di mettere in luce l’umanità di Cristo, è la volta di Uccellacci e uccellini (1966). Il film: Totò e suo figlio Ninetto vagano per le periferie e le campagne vicine a Roma. Durante il cammino vedono un corvo. Una didascalia avverte: “Per chi avesse dei dubbi o si fosse distratto, ricordiamo che il corvo è un intellettuale di sinistra - diciamo così - di prima della morte di Palmiro Togliatti”. Il corvo racconta loro la favola di due frati francescani, Ciccillo e Ninetto (interpretati da Totò e Ninetto), ai quali san Francesco ordina d’evangelizzare i falchi e i passeri (gli uccellacci e gli uccellini). Ma i due frati non saranno in grado di portare a termine il compito loro affidato. Pur riuscendo ad avvicinare le due “classi” di uccelli, non riusciranno a porre fine alla loro feroce rivalità. Per questo fallimento saranno inviati da san Francesco a intraprendere nuovamente il cammino d’evangelizzazione. Dopo una serie di avventure (durante il viaggio il corvo continua a fornire loro degli insegnamenti), Totò e Ninetto, stanchi delle chiacchiere saccenti e moraleggianti del volatile, lo uccidono, mangiandoselo arrosto. In altri termini, assimilano i suoi insegnamenti. Il film è una riflessione sui problemi degli anni Sessanta: crisi del marxismo e ruolo dell’intellettuale marxista, destino del proletariato e problemi del Terzo mondo.
Altri film fondamentali: La terra vista dalla luna (1966, episodio del film di più registi Le streghe); Che cosa sono le nuvole? (1967, episodio del film di più registi Capriccio all’italiana, rivisitazione in chiave tragicomica dell’Otello di Shakespeare, in cui Totò e Ninetto impersonano rispettivamente Jago e Otello in veste di burattini).
Inoltre: Edipo re (1967), tratto dalla tragedia di Sofocle; Teorema (1968): un giovane enigmatico ospitato da una famiglia borghese, allorché se ne va da questa lascia un segno indelebile su tutti i componenti della famiglia.
Proseguendo: Porcile (1969), con due storie alternate in montaggio parallelo. Un giovane disperato, che mangia carne umana e serpenti, vaga per regioni desolate; un malinconico, erede di una dinastia industriale, non vuole ubbidire ma non sa disobbedire.
Poi Decameron (1971), film tratto da sette novelle di Boccaccio e ambientato a Napoli.
Infine Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975), adattamento del romanzo di de Sade, ambientato durante la seconda guerra mondiale, dove alcuni fascisti brutalizzano degli adolescenti. ◘
di Pietro Mencarelli