VIAGGI IN BICICLETTA: sport - cultura - ambiente. Di Benedetta Rossi.
Anche questo mese ho voluto riportarvi un’avventura che per me è stata emozionante in uno dei passi alpini più famosi d’Italia: il passo dello Stelvio.
Questo testo è estratto dal mio libro Una Guida di Emozioni con tanto di grafico altimetrico.
Spero di emozionarvi nel leggere la mia esperienza.
“Sono le 6 del mattino e ho già gli occhi sbarrati: sarà l’emozione? Da quando abbiamo inserito questa tappa nell’itinerario, non vedo l’ora di farla. Non so se è la magia del luogo o il fatto che sia il passo più alto d’Italia, ma ha suscitato in me un gran senso di curiosità ed entusiasmo. Entusiasmo che ho mantenuto per tutti i 25 km di salita, tornante dopo tornante (48), senza sentire mai troppa fatica, anzi posso dire di essermi proprio divertita. Siamo partiti dal campeggio con il sole già alto e con un limpido cielo sopra di noi. Chilometro dopo chilometro, le bianche cime sembravano sempre più vicine e incantavano sempre più i miei, anzi, i nostri occhi. Senza borse, le gambe andavano da sole, ma il peso della mia Discovery era evidente e in certi momenti avrei voluto essere sopra la bici da strada per spingere quanto più potevo.
Ma le “imprese”, fino a oggi, io e Discovery le abbiamo compiute sempre insieme e questa volta non poteva essere diversamente: grazie amica mia. Tre ore e quindici minuti in cui, nonostante il fiatone e il dislivello, il mio cuore è sempre rimasto regolare. Ho provato brividi nel vedere, a quota 1.800 m., una serie infinita di tornanti che scorrevano lungo la montagna e ancora 1.000 m. di dislivello da pedalare. Tornante dopo tornante, con l’Ortles al mio fianco, vedevo la cima sempre più vicina. All'arrivo ho provato una gioia e una soddisfazione così forti da non sentire né il freddo né la fame. A 2.757 m., con il mio compagno pronto a immortalare il mio arrivo e una grande quantità di ciclisti, circondata dalle vette più alte di quel gruppo alpino, ho toccato il cielo con un dito. Un traguardo ambìto da tanti ciclisti, che conclude una vacanza stupenda su due ruote, in uno scenario da favola: come si fa a non essere felici? Io, Michele e le nostre piccoline, 1.900 m. circa di dislivello, sempre insieme, nelle avventure, come nella vita.
Tutto questo non ha prezzo: sicuramente una giornata che ricorderò per sempre. Dopo questa vacanza le salite non mi fanno più paura o forse me la mettono sul serio? Seduti sotto un sole splendente ci prendiamo un panino e una birra: quassù il panorama è bellissimo. Cerchiamo di fare una foto da incorniciare con il cartello del passo, ma trovarne una decente non è facile: dopo tanti tentativi ci siamo riusciti. Belli rilassati, facciamo shopping nei negozietti e mi prendo una maglietta: conoscendomi, questo non poteva mancare. La compriamo da una signora con un pastore australiano bellissimo, Cookie; ella ci consiglia di fare la discesa per la Svizzera e di visitare una chiesa che si trova per la strada. Prima saliamo a vedere un rifugio simile a un piccolo castello (rifugio Garibaldi); poi seguiamo il consiglio della commerciante. Scendiamo per 3 km in direzione di Bormio per poi girare a destra verso il passo Umbrail, che segna il confine tra Italia e Svizzera.
Scendiamo in tornanti che si snodano tra i verdi prati e le imponenti cime delle Alpi che ci circondano, una strada molto bella e suggestiva, sicuramente anche da fare in salita.
Arriviamo fino alla chiesa che ci era stata indicata e ci fermiamo a visitarla; all’interno troviamo degli affreschi interessanti.
Ripartiamo in discesa fino a Malles e da lì ancora fino a Prato. Facciamo spesa e brindiamo alla nostra salita e al nostro viaggio quasi giunto al termine, ma che non smette mai di regalarci qualcosa”.
Altitudine massima: 2.757 m. passo dello Stelvio.
Distanza totale: 65 km.
Dislivello totale: 1.840 m. ◘
di Benedetta Rossi