Domenica, 10 Novembre 2024

libreria acquista online

Un voto quasi unanime

ARMI ALL’UCRAINA. Ecco come hanno votato i senatori e le senatrici di Umbria e Toscana.

silvia romano2

“Sulla guerra e sulle armi parole chiare, per favore”: così scrivevamo nel numero di aprile dell’Altrapagina a proposito dei voti espressi nei due rami del parlamento italiano per il decreto legge sulle armi da inviare in Ucraina.

Grazie alla Fondazione Openpolis (www.openpolis.it), abbiamo potuto conoscere e riportare il voto espresso da ognuna delle persone elette nelle circoscrizioni dell’Umbria e della Toscana.

Quel decreto legge è diventato norma dello stato (L. 28/2022) dopo un itinerario che ha evidenziato l’ennesima spaccatura tra Parlamento e sensibilità dell’opinione pubblica: quest’ultima per niente unanime (come la quasi totalità di deputati e senatori) nell’accettare la lettura del governo Draghi sul ruolo dell’Italia nel contesto bellico scaturito dall’aggressione russa.

Un percorso sviluppato nell’opacità: con il pretesto della “sicurezza nazionale” non si è avuto il coraggio di indicare il tipo di armamenti che l’Italia ha deciso di inviare in Ucraìna.

Per nulla appagata dall’aver evidenziato i comportamenti dei/delle parlamentari deputati, la redazione de l’altrapagina ha inviato ai rispettivi indirizzi di posta elettronica una lettera in cui si formulavano alcune domande:

1) Ritiene che l’Odg indicato rispetti lo spirito della Costituzione Italiana, segnatamente dell’articolo 11?

2) Ritiene che lo stesso Odg, vincolante per il Governo italiano, possa contribuire a far cessare gli scontri armati attualmente in corso?

3) Ha avuto qualche ripensamento, nel frattempo, sulla Sua scelta?

Le domande erano riferite al voto di un ordine del giorno (approvato il 16 marzo) a cui è seguita, l’indomani, l’approvazione della legge.

Ebbene, delle 17 mail inviate ai deputati solo una ha ricevuto risposta, quella di Valter Verini che riportiamo qui di seguito.

un voto quasi unanime altrapagina mese maggio 2022 1Domanda 1) Credo di sì. L’articolo 11 “ripudia la guerra come strumento di offesa... e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali...”. Le scelte della maggioranza del Parlamento e del Governo sono il contrario dell’offesa: aiutano un popolo e un Paese invasi, massacrati da una grande potenza guidata da un autocrate e da un regime che, prima d’invadere l’Ucraina,  vedeva in galera o ammazzati oppositori e giornalisti; chiusi giornali, tv, radio e siti di opposizione. L’Italia, con l’Europa, sta aiutando la Resistenza. Per noi è qualcosa di molto simile a quando gli Alleati aiutarono con le armi la Resistenza italiana a sconfiggere il nazifascismo, per la libertà e la democrazia.

E, per quanto riguarda molti di noi, l’aumento delle spese è finalizzato anche - finalmente - al consolidamento di un vero Sistema di Difesa Europeo.  

Domanda 2) Non lo so. Me lo auguro. Insieme alle sanzioni, può indebolire un regime guarrafondaio che non esita - oltre agli altri orrendi crimini di guerra -a bombardare Kiev anche quando è lì presente il Segretario delle Nazioni Unite! Detto questo, occorre usare tutti i mezzi (e dico tutti) della diplomazia per arrivare ad un vero cessate il fuoco, a vere trattative di pace che restituiscano dignità al popolo ucraino e fermino l’attacco di Putin ai valori della democrazia e della libertà. Ma finora il problema è stato l’atteggiamento di Putin stesso, contrario ad ogni forma di dialogo e favorevole solo all’annientamento di quella resistenza popolare.

Domanda 3) Ho votato per questi motivi e anche perché questa era l’indicazione di voto del mio Gruppo, in sostegno alla linea del Governo del quale facciamo parte, di cui il Ministro della Difesa è un esponente del mio partito e quello degli Esteri di 5 Stelle. E so che operano in questi ruoli a sostegno di una idea di Europa fondata su quei valori. Detto questo, guai a criminalizzare chi - su temi come questo, che lacera coscienze e interroga tutti - la pensa diversamente. Sono stato alla marcia Perugia-Assisi, a iniziative dell’Anpi, quella di Firenze dei Sindaci d’Europa e penso che la pace sia un obiettivo comune. La Politica e i Parlamenti (e i Governi) sono chiamati, però, a volte, anche a responsabilità che non si assumono a cuor leggero, ma che in certi casi vanno assunte.

un voto quasi unanime altrapagina mese maggio 2022 2

Le altre 16 non hanno ricevuto alcun riscontro. Le pubblichiamo qui, di seguito, nell’eventualità che qualche volenteroso lettore/lettrice si volesse togliere la curiosità di sapere come la pensa la persona a cui ha dato il voto per andare alla Camera dei deputati.

In compenso, l’opera certosina di Openpolis (un grazie particolare a Luca Dal Poggetto) ci permette di completare il quadro dei comportamenti parlamentari con i dati riguardanti il Senato.

Palazzo Madama ha espresso due voti sul tema: approvando la risoluzione 6-00208 n.1 (01 marzo 2022) presentata da Casini, Faraone, Ciriani, Malpezzi, De Petris, Bernini, Romeo, Castellone. Inoltre, votando la fiducia il 31 marzo seguente. Nella tabella l’orientamento espresso nelle due votazioni, Risoluzione e Fiducia. ◘

un voto quasi unanime altrapagina mese maggio 2022 3

di Andrea Chioni.


Editoriale l'altrapagina Soc. Coop.
Sede Legale: Via della Costituzione 2
06012 Città di Castello (PG)
Responsabile: Antonio Guerrini
Info Privacy & Cookie Law (GDPR)

Seguici anche su:

Dati legali

P.IVA 01418010540
Numero REA: pg 138533
E-mail: segreteria@altrapagina.it
Pec: altrapagine@pec.it
ISSN 2784-9678

Redazione l'altrapagina

Telefono: +39 075 855.81.15
dal Lunedì al Venerdì dalle 09.00 alle 12.00