Cronache d'epoca.
Anno 1950. Il Papa Eugenio Pacelli (Pio XII) apre “l’Anno santo”. Per l’Italia esso segna anche il primo boom turistico con milioni di pellegrini che vengono da tutto il mondo. Ma, ancora, si stenta a uscire dal dopoguerra. Da una inchiesta Doxa si apprende che il 60 per cento delle famiglie italiane non possiede alcun mezzo di trasporto; nel 25 per cento delle case manca l’acqua corrente, il 40 per cento dei servizi igienici, il 90 per cento di termosifoni, il 93 per cento di telefono. Solo il 10 per cento delle famiglie italiane possiede un apparecchio radio. Ci sono scioperi e disordini. A Modena, la Celere spara sui dimostranti. Si contano 6 morti. Il Bandito Salvatore Giuliano viene ucciso, dopo una latitanza di sette anni, da suo cugino e luogotenente Gaspare Pisciotta. Cesare Pavese vince il Premio Strega con La bella estate. Ad agosto Pavese si uccide. Lascia scritto: «Perdono a tutti e a tutti chiedo perdono, va bene? Non fate troppi pettegolezzi». Muore a 79 anni anche il poeta Trilussa. Nello sport lo sciatore Zeno Colò , in America, conquista due titoli mondiali, mentre altre discipline sportive deludono. La Nazionale di calcio è rapidamente eliminata dal Campionato del Mondo, a volte succede… Per la prima volta nella storia, il Giro d’Italia è vinto da uno straniero: Hugo Koblet. Nel cinema, Federico Fellini da sceneggiatore passa alla regia, firmando con Lattuada il film Luci del varietà. E, per finire, non poteva mancare una guerra (non in Italia, abbiamo già dato) tra la Corea del Nord e quella del Sud. Ah… dimenticavamo! In questo 1950 gli abitanti di Città di Castello ammontano a 36.895, dei quali 11.405 risiedono nel capoluogo. È Sindaco Luigi Crocioni, Vicesindaco Piero Gaggi. Il resto è tutta pubblicità… ◘
di Dino Marinelli