Lunedì, 11 Novembre 2024

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La strage dei bambini

Editoriale.

silvia romano2

Sono davvero struggenti le foto dei bambini di Uvalde, che un folle ha massacrato all’interno di una scuola elementare. Volti e storie di creature che non hanno avuto il tempo di sbocciare perché una violenza omicida li ha falciati all’improvviso. Colpisce soprattutto l’eroismo delle due insegnanti che hanno fatto scudo ai bambini e l’incuria degli agenti che non si sono precipitati a difenderli.

Ma il responsabile vero è il governatore del Texas, che ha firmato una legge che permette a chi lo desidera di acquistare armi da guerra e dopo la strage di Uvalde, non ha manifestato alcun rimorso. È un sostenitore della potente lobby americana delle armi, insieme all’ex presidente Donald Trump, che ha risolto il problema della sicurezza nelle scuole impegnando guardie armate.

Il giorno del funerale qualcuno ha gridato: “abbiamo bisogno di un cambiamento”, “Presidente, faccia qualcosa!”, un grido che s’infrange contro una mentalità consolidata, dove le armi fanno parte della vita quotidiana. Vige l’idea che con una arma ci si può difendere da soli; è un individualismo pervicace, che non scalfisce l’opinione pubblica statunitense. A Uvalde si respira un clima di commozione, s’intrecciano invocazioni, canti e preghiere, mancano però parole di rottura col passato. È un problema culturale; in America ci sono più armi che persone.

Dopo la tragedia di Uvalde, è scomparso per un infarto anche il marito della maestra uccisa. Una famiglia doppiamente devastata, con quattro figli che hanno bisogno di sostegno. È in questa circostanza che affiora l’anima profonda dell’America. ◘

Redazione


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