Martedì, 16 Aprile 2024

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Condivisione di una strategia culturale

Cultura. Per una sinergia fra i musei.

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Le significative peculiarità storico-artistiche presenti fra l’alta Umbria e la Valtiberina toscana sono note, ma si proverà qui a effettuare una disamina, senza pretesa di esaustività, tuttavia credo che possa contribuire a dare una lettura dei contesti, anche in relazione al pubblico che muove le economie del turismo culturale della zona.

Le migliaia di persone che ogni anno visitano i luoghi della cultura nella parte settentrionale della valle del Tevere sono l’indice di quanto la stratificazione storica abbia portato significativi frutti, palesando un’identità culturale ben definita. Un territorio che è il risultato di un mirabile concatenarsi di storie, fatti e manufatti che compongono oggi un patrimonio di assoluto valore. La giusta domanda che oggi mi viene posta è in conseguenza di una maggiore e migliore consapevolezza sociale dei valori che compongono il territorio, sicuramente dal punto di vista storico-artistico-architettonico-urbanistico, ma dove è evidente il ruolo del paesaggio, in quanto parte fondante della ricchezza culturale.

In questo rinnovato senso di appartenenza (da non confondersi con localismo) si trovano dei vecchi e nuovi virtuosi pensieri, il più evidente dei quali è il “circuito museale”. I musei sono istituzioni culturali aperte al pubblico, ognuna con la propria identità e missione, quest’ultima rispondente alla necessità sociale e statuale di salvaguardare il patrimonio, valorizzarlo e trasmetterlo alle future generazioni. Detto questo, si potrebbe affermare che, in controtendenza al postulato e per assurdo, il “circuito museale” esiste già, composto dalle singole azioni non coordinate delle istituzioni culturali che, nella loro eterogeneità, attuano quelle misure di comunicazione e promozione, che permettono la valorizzazione del contesto e di loro stesse.

mazziPrincipiando questo breve ragionamento, da tali presupposti è utile chiedersi quali potrebbero essere i valori che accomunino scelte le quali vadano a implementare le molteplici e variegate sinergie. Volendo non soffermarci su quelle gestionali, che pragmaticamente caratterizzano ognuno dei luoghi della cultura, si affronta l’aspetto delle strategie di sviluppo culturale che ogni luogo esprime, traendo dalla propria vocazione storica la linfa per le proprie azioni. In questo punto, vanno espresse alcune argomentazioni che ci aiutano a capire fino a che punto una sinergia fra istituti della cultura possa rivelarsi ottimo strumento di valorizzazione.

Vi sono esempi concreti, vicini e lontani nel tempo, che contribuiscono a palesare i positivi risultati in termini di pubblico e di rinnovata valorizzazione del patrimonio, anche in ottica sociale. Essi sono, solo per citarne alcuni fra i più significativi che hanno toccato questo territorio: “Terre degli Uffizi”, lo straordinario esempio di sinergia culturale promossa da Gallerie degli Uffizi e Fondazione CR Firenze; “Capolavori in Valtiberina - Piccoli Grandi Musei”, nel 2013, che ha interessato molti Comuni fra Toscana e Umbria; “Piero della Francesca e le Corti italiane”, l’ultimo grande evento territoriale che nel 2007 ha contribuito a rinnovare il successo figurativo e formale dell’opera dell’autore biturgense; il centenario pierfrancescano del 2016, che senza ombra di dubbio è stato il momento dove maggiori sono stati i risultati in termini di riconoscibilità culturale del territorio fra Arezzo e la Valtiberina toscana, elemento fondante di molte situazioni che permangono ancor oggi.

madonna partoSe con questi esempi in mente poniamo l’attenzione sulla causa del loro successo, immediatamente ci accorgiamo che vi è in tutti un elemento in comune: la momentanea condivisione di una politica culturale e un serrato intento di concentrarsi sui valori cardine del territorio. Esempi isolati, è vero, realizzati con risorse importanti, ma che hanno dimostrato di poter coagulare cittadini, associazioni, istituzioni su temi fondamentali del patrimonio locale che, ed è utile sottolinearlo, rappresenta una parte non marginale di quello nazionale. In effetti questi esempi hanno un valore assoluto, quello di essere stati ideati, organizzati, vissuti come dall’esterno, con un respiro non localistico, bensì aperto, potremmo dire con un respiro internazionale. Il rivolgersi all’esterno, creare sinergie culturali con l’altrove, nella consapevolezza che il dialogo è uno strumento inestricabile dal fare cultura, rimane la strada per contemperare le missioni di ogni istituzione.

Molteplici e significativi sono gli esempi che si riscontrano nell’umanesimo, dove l’ispirazione è il frutto del bagaglio culturale, del sovrapporsi di conoscenze e l’intima consapevolezza del proprio ruolo nella società, in ogni tempo.

Facendo quindi propria questa consapevolezza si può affermare che nessun “circuito museale” può prescindere da una comune visione, che scaturisce solo da una profonda promozione del dialogo culturale, politico e sociale fra istituzioni e stakeholder, nel rispetto delle peculiarità e della stratificazione progettuale di ogni luogo della cultura. ◘

*Direttore del Museo della Battaglia di Anghiari

Di Gabriele Mazzi


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