Rossi di vergogna, neri per caso, civici per necessità

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Umbria. La Destra non governa, la Sinistra non si oppone, tutti pensano a un possibile ritorno alla ribalta.

silvia romano2

Le ultime elezioni municipali svolte nella nostra Regione non fanno che confermare una realtà ormai consolidata: “la contendibilità politica”.

Tendenze e orientamenti confermano che non vi sono più certezze e anche in politica regna la mobilità, il ricambio e, quindi, meglio limitarsi a leggere tendenze e orientamenti. Tra di essi si fa notare notare l’affluenza al voto, soprattutto nei piccoli centri , Poggiodomo 85,11%, Valtopina 77,53%, Monteleone 81,45%, e comunque oltre il 60% nelle realtà più grandi. La Sinistra, che si conferma vincente a Narni, dove appariva evidente che il Sindaco uscente, già presidente Anci regionale, aveva lavorato bene e quindi la continuità era la cosa più scontata. Oppure Cascia, dove il candidato “solo”, senza alternativa e opposizione, non poteva che vincere.

Sul fronte opposto della Destra si riconfermano Deruta e Todi, ma se Deruta poteva essere scontata, perché il consenso su Toniaccini appariva ben consolidato e piuttosto trasversale, lo stesso non può dirsi per Todi. Todi che, va ricordato, fu strappata dalla Destra alla Sinistra nelle precedenti elezioni per una manciata di voti, sorprendendo già allora la Sinistra locale sicura di avere la vittoria in tasca. Oggi diventa centro dell’attenzione se non altro perché, per la prima volta una Destra tra le più caratterizzate a livello locale (per la presenza di Casa Pound che ancora oggi conquista un seggio con la lista civica Todi tricolore), vince al primo turno con un sonante 58%. Tutto ciò, in una situazione che appariva compromessa dal malcontento per la gestione dell’ospedale di Pantalla e del periodo pandemico, che aveva visto numerose manifestazioni contro la Giunta comunale e l’Assessore regionale alla Sanità. Inoltre la mancata alleanza a Sinistra con il consigliere uscente dei civici, Floriano Pizzichini, che ha sempre goduto di un certo consenso in città (confermato anche in quest’occasione con un 14,15%), lasciava presagire il ballottaggio.

La Destra vincente al primo turno a Todi – città di “Sinistra” con un nucleo resistente socialista –, e nonostante i malumori per la gestione della Sanità rimane la vera novità, in controtendenza a un consenso che sembra venir meno alla Giunta Tesei, soprattutto per l’aggravarsi della gestione sanitaria, nel cui ambito, e in alcuni ambienti correlati, si comincia a mormorare di commissariamento della Sanità. Stante la situazione e le voci che si susseguono, la questione della contendibilità a livello regionale si pone con sempre più forza, anche in considerazione di una Lega (alle precedenti elezioni aveva spopolato) oggi in evidente difficoltà. La crescita di Fratelli d’Italia, che di fatto sembra assorbire i voti della Lega mantenendo l’elettorato populista saldamente a Destra, sarà sufficiente alla Giunta Tesei per sperare di essere riconfermata?

La situazione in Umbria, anche dopo questo passaggio elettorale, rimane aperta a tutte le varianti, il campo si fa ancora più incerto e mobile, e la galassia politica più gassosa e frantumata. Sembrerebbe disegnarsi una situazione ideale per molti aspiranti politici, alla ricerca di un nuovo spazio o per riprendersi qualcosa di quanto perso in precedenti avventure. Difficilmente assisteremo a novità sostanziali. La partita si giocherà nel campo largo del conformismo sotto forma di ritorni e riproposizioni di politici usurati e navigati che non perderanno l’occasione per una ri-legittimazione politica. Sotto la forma del capopartito, del responsabile di movimento, del civico, del presidente d’associazione cercheranno di sedersi ai tavoli, dove si determineranno liste e alleanze.

La ricerca del candidato civico probabilmente rimarrà prevalente, almeno nel centrosinistra, perché il PD, nonostante gli annunci, rimane una proposta poco attrattiva, fragile, disorganizzata e poco credibile. Il Centro-destra dovrà gestire malumori interni, ma alla fine riuscirà a trovare un candidato rispondente e condiviso. Tutt’altra sarà la situazione per il Centro-sinistra, dove, anche per ragioni antiche, sarà più difficile trovare una soluzione e un candidato di livello (l’ultimo fu l’evanescente Bianconi) in questo campo. Senza farsi troppe illusioni, ne vedremo ancora una volta di tutti i colori. Assisteremo al ribollire dei civici, dell’ambientalismo, dei ritorni e di chi non vede l’ora di riconquistare un pezzetto di potere, di amministrazione, qualche privilegio. Vedremo un campo litigioso segnato da lotte interne, fratricide, da un clima di tutti contro tutti e da ritorni inopportuni e ingombranti, all’interno di una liquidità che determinerà nei diversi ambiti un’alta variabilità.

Non c’è da farsi illusioni, nessuno rinuncerà a un pezzetto di privilegio e, in caso di vittoria, a una vera e propria spartizione come nella migliore delle tradizioni. Tutti gli indizi lasciano pensare che torneremo a un confronto dalla natura opportunista e spartitoria, e a un vecchio modo di intendere la politica: esattamente quello di cui l’Umbria non avrebbe bisogno. I problemi della Regione e dei cittadini saranno accantonati per concentrarsi unicamente sul consenso, nessuno coglierà la necessità di un cambiamento vero per quella che appare già essere “una grande area interna”, immobile e refrattaria a qualsiasi idea di rinnovamento.

Quanto si sta definendo nel campo politico è lontanissimo da ciò che servirebbe realmente, perché questa Regione torni a sperare nel futuro ed esca dalla trappola dello sviluppo intermedio e del sottosviluppo, che la paralizzano nell’eterno passato. La contendibilità che si fa incertezza sta solo creando le condizioni per un confronto sterile caratterizzato da abitudini, tradizioni e conformismo dilaganti; nulla di nuovo verrà da questo mondo cinico e opportunista, da questo ribollire di miasmi vecchi, finti nuovi e impresentabili civici.

Anche questa tornata elettorale sembra confermare l’immobilismo, condizione in cui l’Umbria può solo sperare di essere trascinata da un destino più o meno insolito, tra i disinvoltamente rossi, i neri per caso e i civici per opportunità.

Manca la novità che spacca, ,mancano i giovani, che preferiscono andarsene, e mancano motivazione e coraggio, per rompere definitivamente con questo sistema che presumibilmente vedrà ridursi ancora di più l’interesse e la partecipazione alla politica e al voto.

In mancanza del soggetto nuovo, quello capace di pensare altrimenti e rompere la gabbia umbra, ciò che ci aspetta sarà solo un’orgia del potere consumata nelle migliori tradizioni dai soliti noti nelle solite stanze. Mai come oggi la partita è in mano agli umbri, che avranno l’opportunità per dimostrare se sono realmente capaci di un cambiamento, oppure preferiscono che tutto resti “immobile”, come da tradizione. Grande è la confusione sotto il cielo, ma la situazione non pare per nulla eccellente. ◘

di Ulderico Sbarra