E sia poesia. A cura di GIO2 (Giorgio Bolletta e Giorgio Filippi).
Vita meravigliosa, raccolta di Patrizia Cavalli, è un ulteriore capitolo del suo canzoniere che procede, raccolta dopo raccolta, non per scarti improvvisi ma per cambiamenti a prima vista appena percettibili. Leggerla è sentire una carezza diversa dal solito, il soffio d’una virgola, trovarsi a camminare per un percorso fatto tanto altre volte, accorgendosi che non è mai uguale a se stesso mentre - verso dopo verso – ogni poesia diventa il tutto, facendoci entrare nella vita di Patrizia Cavalli, della quale lei con candore ci consente di far parte.
Sono vari gli attanti della sua poesia. I cambi di stagione. Le architetture mutevoli del paesaggio. Gli interni delle case (anche un’inabitabile dimora) descritti con rara abilità – dalle scale per arrivarci, alle stanze, alle camere da letto verso le quali lei e i suoi amori si precipitano, attraversando corridoi dalla “mattonella sconnessa / che a metà strada verso la tua stanza / con un suono leggero ti avvisava” –; e, anche se non citata, Roma presente con le sue strade e le sue piazze, verso la quale Patrizia Cavalli si distende e dispiega: “città stenditi, ti abbraccio”.
Ma protagonista delle sue poesie rimane sempre lei, il suo impetuoso io, la sua “vita meravigliosa” che non imbelletta ma descrive com’è. Protagonista lo è persino in Con Elsa in Paradiso poemetto dedicato ad Elsa Morante, l’amica-maestra che si è scelta e dalla quale ogni tanto sentiva d’essere portata, scelta sempre per prima, in Paradiso: un luogo senza “neanche mezza schiera di beati”, che non è “altro che il prato dove stavo”. Perché Patrizia Cavalli il paradiso lo trova nella vita d’ogni giorno, nel vantaggio che procura l’avere un buon whisky in casa, nel non andare in cerca delle cose, ma nel trovarle quasi per caso.
In quest’ultima raccolta si nota una certa tenerezza che coltiva verso se stessa, come se fosse riuscita a perdonarsi e abbia smesso di giudicarsi; e anche se scrive che “solo agli oggetti / appartiene la vita” è chiaro che non vive solo dei ricordi che gli oggetti quotidiani e la quotidianità le suscitano, ma va più a fondo cedendo alla memoria: “e persi i ricordi riacquisto la memoria” scrive in una poesia.
In questo solco Vita meravigliosa diventa un orizzonte da guardare. Non conta tanto quello che si comprende e distingue, ma l’impercepibile, di fronte al quale si sta in silenzio senza chiedere, senza porsi domande. ◘
di Vanni Capoccia