Verso le elezioni con le mani nei capelli

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ELEZIONI. A Città di Castello la campagna elettorale langue in un silenzio assordante.

silvia romano2

Premettiamolo subito. I tempi editoriali impongono di chiudere questo articolo il 4 settembre. Si andrà quindi a votare tra tre settimane e tante cose potranno succedere nel frattempo. Ma al momento la situazione pare proprio quella che vado per descrivere.

A me mette paura. Qui da noi non sembra quasi che il 25 settembre ci saranno elezioni politiche decisive per il destino dell’Italia, e forse dell’Europa. La campagna elettorale non è nemmeno iniziata. Qualche stanco banchetto in piazza di sopra. Nient’altro. C’era chi aveva promesso una propaganda casa per casa, per mobilitare i cittadini, per motivare i propri seguaci, per convincere gli indecisi. L’hai vista tu?

La Destra gongola. Ha un vantaggio elettorale tale, che spetta agli altri lavorare a brutto muso per recuperarlo.  Non le conviene darsi troppo da fare. Se si espone, rischia di far venire in superficie le consistenti differenze tra meloniani, salviniani e berlusconiani. Dopo il pastrocchio che hanno combinato l’anno scorso alle comunali, spaccandosi, buttando via una vittoria quasi certa, fanno bene a stare zitti. Anche perché, in tutta sincerità, non è affatto chiaro il loro progetto per l’Italia del dopo-pandemia e in una Europa alla prova con il drammatico stravolgimento degli equilibri politici, militari ed economici causati dalla guerra in Ucraina.

La Destra gongola anche per altro. Come poteva immaginare che avrebbe raccolto tanti voti di cittadini di ceti popolari una volta di Sinistra; e che il Pd sarebbe stato visto come il partito di chi vuole mantenere lo cose come stanno, dei pensionati e dei dipendenti pubblici, dei raccomandati e via dicendo? E come poteva immaginare che, con la previsione di una sua schiacciante vittoria, le cosiddette forze progressiste si sarebbero lacerate in modo così osceno?

verso le elezioni con le mani nei capelli altrapagina mese settembre 2022 3Eppure le cose stanno andando proprio così. Siamo in un angolo della provincia italiana e sinceramente non ci possiamo rendere conto di che clima si respiri in altri angoli del territorio italiano. Di sicuro qui il clima è pessimo. Sembra che ci sia la più totale rassegnazione alla vittoria della coalizione di Centro-destra, che in realtà è di Destra-Destra. La spaccatura è tale tra chi dovrebbe opporsi a essa, che si percepisce solo l’ostilità reciproca tra le forze (forze?!?!) cosiddette progressiste. I “calendiani” pensano soprattutto a togliere voti al Pd; i “Pd” detestano Calenda e Renzi per aver rifiutato la coalizione; gli uni e gli altri ce la vogliono con i 5Stelle, “assassini” del governo Draghi; questi ultimi qui da noi sono muti da un pezzo e s’affidano alla campagna elettorale che Conte va facendo a livello nazionale; i residui cespugli di Sinistra fanno il pelo e contropelo al Pd e al suo “sradicamento” dai ceti popolari e dalla classe operaia, senza quel minimo di umiltà che dovrebbero suggerire le impietose percentuali di consenso loro attribuite.

Un intreccio di masochismo, narcisismo, presunzione e superficialità che offre la più lampante riprova di come le formazioni progressiste abbiano perso il contatto con la realtà. Sanno che molto probabilmente il ciclone li travolgerà tutti. Eppure stanno ancora lì a guardarsi in cagnesco, mentre le nubi nere del ciclone si avvicinano.

Il sistema elettorale è quello che è: uno schifo. Ma lo si sapeva… Qui nell’Altotevere umbro c’è poco spazio per scelte creative. Nel maggioritario, la circoscrizione elettorale da Perugia all’Umbria settentrionale manderà un solo deputato; quello che prenderà un voto in più degli altri. Il seggio sarebbe stato contendibile, se il Centro-sinistra fosse stato unito. Invece vincerà quasi sicuramente il deputato uscente Virginio Caparvi, sostenuto dal Centro-destra. L’unico candidato che in teoria potrebbe contrastarlo è Stefano Vinti, del Pd; ma siccome gli altri partiti di Centro-sinistra voteranno i propri candidati, la sorte di Vinti è segnata. Stessa cosa nell’unico seggio umbro per il Senato assegnato con il sistema maggioritario: qui il vantaggio del Centro-destra con Francesco Zaffini è ancora più marcato; per il socialista Federico Novelli, sostenuto anche dal Pd, non ci sarà niente da fare. Saranno dunque Lega e Fratelli d’Italia ad esprimere i due onorevoli nel maggioritario. E il Centro-sinistra assisterà impotente…

verso le elezioni con le mani nei capelli altrapagina mese settembre 2022 4Restano da assegnare altri 6 seggi soltanto con il sistema proporzionale, 4 alla Camera e 2 al Senato. Vige ancora il cosiddetto “Rosatellum”, una pessima legge elettorale che si propone il “listino”, cioè candidati selezionati e imposti da ciascun partito. Visti i rapporti di forza politici, 3 seggi dovrebbero andare al Centro-destra, 2 al Pd; per il restante si vedrà, anche sulla base dei risultati a livello nazionale.

Paradossale la situazione nel Pd. Gli eletti dovrebbero essere Anna Ascani tra i deputati e Walter Verini tra i senatori. Sono i primi del “listino” e non dovrebbero correre rischi. Due tifernati, meglio così. Però Verini è un tifernate “in esilio” a Roma e considerato “divisivo” da altre fazioni del partito. Vi immaginate certi esponenti del Pd locale fare il “porta a porta” per sostenere la candidatura di Verini? Pure la Ascani è politicamente ormai “romana”. Era anche diventata molto “ministeriale”; ma gli incarichi governativi, immagino, se li scorderà per un pezzo. Un altro tifernate sarà sicuramente eletto dalla Lega, ma nelle Marche: è Augusto Marchetti, luogotenente salviniano.

I partiti o i raggruppamenti politici più piccoli non raccoglieranno nemmeno le briciole rispetto ai più grandi. Con esiti però letali nello schieramento progressista. ◘

di Valentino Ranocchia