PIETRALUNGA. L’associazione “Libera” ogni anno organizza campi di lavoro sulle terre confiscate alla mafia. L'impegno del Gruppo Scout Valtiberina 1".
La meglio gioventù? In azione a Pietralunga. Con Libera
Coloro che si chiedono dove sia “la meglio gioventù” l’avrebbero potuta vedere in azione a Pietralunga, per uno dei campi di lavoro organizzati in tutta Italia da Libera, nelle realtà da recuperare dopo essere state confiscate alle varie mafie.
In questo caso si è trattato di “Vecchie e nuove resistenze” organizzato a Pietralunga dal presidio regionale intitolato a Renata Fonte, una delle oltre mille vittime innocenti di mafia.
Tra quelle 25 ragazze e ragazzi partecipanti una quindicina è arrivata dall’Alta Valle del Tevere, componenti il Clan del Gruppo Scout Agesci Valtiberina 1. Una realtà che mette insieme vari territori di due diverse regioni, visto che comprende Sansepolcro, Città di Castello, Anghiari, San Giustino e Umbertide.
Hanno lavorato e ragionato partendo tutte le mattine per Col della Pila, la località dove si trova il primo dei beni confiscati in Umbria nel 2007 alla ‘ndrina De Stefano di Reggio Calabria. Avevano l’Appennino umbro-marchigiano come zona di insediamento per qualche “covo freddo”, per coprire la clandestinità di latitanti o personaggi che cercavano di “cambiare aria”: 94 ettari di superficie con vari fabbricati, in pessime condizioni di conservazione.
La giustizia imbrigliata dalla burocrazia
I tempi lunghi di qualsiasi procedura pubblica che caratterizzano la realtà italiana costituiscono un fattore di vantaggio per chi prospera sul malaffare: basti citare gli intervalli che si frappongono tra una decisione del giudice per la confisca di una proprietà mafiosa e l’iter per la successiva assegnazione (a uso sociale).
Le procedure giudiziarie vanno a intrecciarsi con quelle delle amministrazioni locali, con difficoltà moltiplicate dalla scarsa diffusione di imprese sociali dotate di forza economica e capacità gestionale all’altezza della sfida. È stato anche il caso di Pietralunga.
Decretato nel 2007 il passaggio della proprietà tra i beni dello Stato, per il successivo affidamento all’amministrazione comunale sono trascorsi nove anni, perché si è dovuto attendere il 2016.
Da quel momento in poi, è scattata una vicenda controversa: progetti, ipotesi, affidamenti in gestione che non hanno avuto esito positivo fino alla svolta del gennaio 2022, con la presa in carico da parte della cooperativa agricola sociale “Paneolio”.
A quel punto è potuta ripartire la programmazione di Libera Umbria per organizzare campi di lavoro.
“Lavora e ragiona”: nutrimento per il futuro
Il programma giornaliero ha previsto, al mattino, lavori di ripristino dei sentieri interpoderali, preparazione dei terreni per la “patata di Pietralunga”, ripulitura degli spazi attorno ai fabbricati.
I pomeriggi sono stati dedicati a laboratori, seminari, incontri con familiari delle vittime di mafia ed esperti di lotta alla criminalità organizzata, spettacoli teatrali. Tra gli incontri, da rimarcare, quello con Sergio Sottani, Procuratore generale presso la Corte d’Assise di Perugia.
Il campo 2022 ha coinvolto i vari presidi locali di Libera Umbria (tra parentesi la vittima innocente di mafia a cui sono intitolati): Acquasparta (Pippo Fava), Foligno (Caterina Nencioni), Perugia (Antonio Montinaro), Terni città (Angela Costantino) e Terni provincia (Antonino Agostino e Ida Castelluccio). Un contributo è arrivato anche dal sindacato Spi-Cgil, le cui volontarie sono risultate decisive per il lavoro svolto in cucina. L’accoglienza e la logistica sono state garantite dall’amministrazione comunale.
Strade partigiane, Anpi e Slow food
Tra le attività svolte, anche un trekking breve lungo le strade che la brigata partigiana “San Faustino” utilizzava per contrastare la Wermacht e i nazi-fascisti nel 1943-44. Guidate da Furio Benigni della locale sezione locale Anpi, le persone partecipanti hanno completato il motto scelto per questo campo di lavoro: “Vecchie e nuove resistenze”, con la scelta di Rocco Gatto, la cui vicenda è ricostruita qui, come figura di cui coltivare la memoria da ora in poi a Pietralunga.
Il futuro dei fabbricati e dei terreni è quello di fattoria scuola e un centro di educazione ambientale e alimentare: non è un caso che tra gli incontri del programma ce ne sia stato uno con Slow food e l’animatore della condotta Alta Valle del Tevere, Marino Marini. Il cibo deve essere “buono, pulito e giusto” recita uno dei motti più celebri dell’organizzazione creata da Carlin Petrini. ◘
di ANDREA CHIOINI (Fotografie di Andrea Goretti)