Lunedì, 02 Dicembre 2024

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Un docente esperto

Istruzione. È stata introdotta una nuova figura di insegnante del tutto estemporanea.

silvia romano2

Si può non ascoltare nessuno e non rileggere nulla di quello che è stato scritto negli anni recenti sulla valutazione dei docenti e la loro progressione di carriera. Ma c’è del metodo in questa follia del docente esperto partorito all’interno di un decreto denominato "Aiuti", ma che in questo caso spinge a chiedere aiuto.

Ci deve essere una logica, altrimenti non si spiegherebbe perché tutte le principali novità che riguardano la scuola siano sempre proposte in estate a scuole chiuse. Quando dovremmo attenderci di sentire il rumore dei lavori in corso dentro le scuole in vista di un rientro degli alunni più sicuro, ascoltiamo invece il rimbombo delle notizie su nuove normative, che stravolgono i difficili equilibri di un sistema complesso quale la scuola.

La figura del docente esperto spinge a tre brevi osservazioni.

La prima riguarda la scuola come contesto nel quale opera la nuova figura. Fra una decina di anni saranno 8mila su 800mila i nuovi docenti esperti. Uno su cento; in una ipotetica distribuzione omogenea sarebbero meno, uno per collegio: quale contributo si presume possano dare al sistema scuola non è dato capirlo, forse raccoglieranno qualche incarico dal dirigente, ma sarà difficile non siano invisi agli altri colleghi.

Ovviamente non saranno distribuiti omogeneamente: alcune scuole ne avranno molti, altre pochi, altre ancora nessuno. Come verranno gestiti? Tutti in una sezione o come capita? E come si risponderà al genitore che chiede di avere per il figlio o la figlia il docente doc? Come spenderanno la quota dei futuri super docenti in servizio nelle proprie istituzioni i dirigenti nel perenne marketing scolastico per alzare le iscrizioni? La “dote” sarà pubblicata nella homepage e nei trasferimenti trattati come merce preziosa? Auguri a chi dovrà gestire la situazione.

La seconda considerazione riguarda proprio i docenti che concorreranno nella competizione. Se ho capito bene si tratta di tre serie di formazione triennale tutte superate con valutazione positiva. Nove anni di formazione che non riguarda le necessità della propria scuola né tanto meno di propri alunni e alunne. Sarà un percorso di studio sulle nuove forme di valutazione, sulle nuove metodologie didattiche, sui sistemi d’istruzione europei, certamente sulla scuola 4.0, 5.0, n fattoriale punto zero.

Sono sicuri questi docenti di uscire più esperti nel loro lavoro? Di saper meglio collaborare con i loro colleghi in un’attività quotidiana che porta risultato solo se è collaborativa e coerente tra tutti gli adulti che prendono parte all’impresa e soprattutto con gli allievi che avrà di fronte? Avrà trovato il tempo, con il peso di tanto studio personale e individuale, per imparare ad ascoltarli e saper scegliere non la metodologia più in voga ma i contenuti e i percorsi più adatti, per far crescere ciascuno di loro?

L’ultima considerazione mi spinge a porre alcune domande al Ministero e al Governo:

Questa invenzione del docente esperto vi era stata chiesta dal mondo della scuola? No? Allora da chi?

Vi è sembrato fosse una questione di “ordinaria amministrazione” un provvedimento che impatta così pesantemente sulla scuola, sugli insegnanti e sui delicati rapporti al suo interno?

Allora spiegate, visto che avete deciso di introdurre questa nuova figura all’interno di una decretazione d’urgenza, in quale logica vi è sembrato “urgente”?

Era urgente perché l’estate dura poco e a scuole aperte poi con questa tocca discuterci.

E perché non c’è notizia sull’assunzione del personale di segreteria, assolutamente inadeguato? Sono a disposizione delle Scuole i fondi del Pnrr. Ma come saranno utilizzati se mancano i Dsga (direttori amministrativi) e il personale amministrativo è del tutto insufficiente? Tutti promettono che – se vincono le elezioni – il loro governo delibererà  per i dipendenti della scuola “stipendi europei” e per i docenti un aumento di retribuzione di almeno 600 euro mensili netti!!

Non bastano le promesse. È urgente confrontarsi con i soggetti interessati e più in generale con il Paese. Il vertice di una piramide è tale se ha segmenti che lo collegano agli spigoli della base. Se li cancella, non è più un vertice, ma solo un puntino insignificante. ◘

di Matteo Martelli


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