Lunedì, 07 Ottobre 2024

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Perugia come Disneyland

Cultura.

silvia romano2

Fa molto parlare l’intenzione del Comune di Perugia di trasformare la Sala dei Notari in spogliatoio Rai in occasione della notte di S. Silvestro, che dovrebbe svolgersi a Perugia in diretta televisiva.

Molte sono le polemiche e le levate di scudi in città contro un annuncio che, se realizzato, potrebbe essere considerato un affronto e uno scempio per la città, che è legatissima alla Sala dei Notari e che per i perugini assume il ruolo di luogo identitario della città.

Oltre all’affronto simbolico identitario, esiste il problema artistico-culturale legato all’enorme valore degli affreschi e delle storie rappresentate, per i quali andrebbe garantita la necessaria protezione e non si dovrebbero esporre a inutili rischi.

La Soprintendenza dei beni culturali fa presente di non avere ricevuto nessuna richiesta, che ha contraddistinto il recupero dei fasci del mercato coperto, e ciò può considerarsi una buona notizia.

La città però è attenta, e nonostante i tentativi e gli annunci si mobilita e reagisce ogni volta che l’ambiente e il patrimonio culturale è aggredito, mortificato o destinato a usi impropri; così anche in questa occasione si è creato un nucleo prontamente sostenuto da una ventina di associazioni cittadine, che hanno posto con forza il problema, e ottenuto anche un’interrogazione di chiarimento da parte dell’opposizione di Palazzo dei Priori. Come avvenne in occasione dei già citati fasci al mercato coperto da riesumare in “piazza Matteotti”, la città, che ha articolazioni e sensibilità che vanno ben oltre il Palazzo del potere, dimostra di essere attenta e rispettosa della propria storia.

La presa di posizione determinata della società civile e l’esposizione mediatica dell’evento sembrano aver sortito il risultato di evitare lo scempio e di far spostare lo “spogliatoio-camerino” in altri luoghi. Anche in quest’occasione il Sindaco sembra aver fiutato l’aria e prontamente si è attivato per mettere una pezza all’entusiasmo e al protagonismo di una coalizione più attenta al dinamismo consumista che al rispetto dei beni comuni e alla coesione sociale.

Le vicende della Sala dei Notari non fanno che confermare quella che è una visione di Destra che tende a valorizzare gli eventi di carattere commerciale, che include anche il patrimonio storico, artistico, culturale vissuto e piegato alle regole del consumismo. La festa medievale del 416, Eurochocolate, sbaracchi, feste, fiere, torcoli, la stessa festa di fine anno non fanno che confermare la svolta consumista intensificata dalle giunte di Destra, a cui si può aggiungere la vocazione privatizzatrice di pezzi del servizio pubblico, a cominciare dalla Sanità, e la visione liberista del mercato, quale regolatore assoluto delle vicende umane.

Revisionismo, sovranismo, mercato e consumismo, rimangono, con l’intolleranza, i capisaldi della svolta a Destra delle amministrazioni locali umbre, e incidono, come abbiamo più volte detto, sulla questione culturale; segnali evidenti del modo in cui la Destra cerca di imporre la propria egemonia conservatrice, intollerante e diseguale, per sostituire il sentiment liberal-progressista, solidale di cui si era nutrito il progressismo regionale. La Destra prova a costruire un clima nuovo ispirato alla triade “Dio, Patria, Famiglia”, uno slogan che disegna l’orizzonte politico, identitario e sovranista entro cui intende muoversi per trasformare la società.

Altro aspetto da non sottovalutare è la deriva della città-capoluogo e, in forma meno evidente di tutto il territorio regionale, trasformato da luogo abitato in spazi di divertimento, una città Disneyland, ludica più che vissuta. L’esplosione del fenomeno Air b&b in alcune zone di pregio e nel centro storico delle città, e in alcune cittadine umbre, ormai vendute (spesso impropriamente) come “borghi bellissimi e vivibili”, contribuisce ad alimentare una visione commerciale ed edulcorata del turismo mordi e fuggi.

La difficoltà degli studenti a trovare alloggi adeguati a un prezzo giusto è una delle conseguenze più evidenti di questa trasformazione culturale-commerciale, che sta stravolgendo il territorio regionale di maggior pregio;  i centri storici e le aree a vocazione turistica.

Anche l’Umbria sta cedendo al fenomeno della gentrificazione, che sta lentamente sostituendo le comunità storiche con il turismo a breve, mordi e fuggi, un fenomeno già presente nelle grandi città d’arte italiane, Venezia, Firenze, ecc. La trasformazione di città e territori di pregio, seguendo solo logiche mercantili, la diffusione degli affitti a breve termine, che garantiscono più guadagni e meno preoccupazioni rispetto agli affitti normali, stanno aggravando il tema della casa e dell’abitare, creando un enorme patrimonio immobiliare vuoto, una carenza evidente di case popolari, e giovani e famiglie che non trovano un alloggio adeguato per vivere e studiare.

La gentrificazione sembra essere la vera responsabile della grande sostituzione, non di certo quella dei migranti, ma un’azione che colpisce i ceti popolari e quelli più deboli, espellendoli dai centri storici e da alcuni quartieri che l’affarismo immobiliare trasforma da popolari, da aree operaie a loft (abitazioni) alla moda. Questa politica contribuisce a segnare, anche attraverso la progettazione urbanistica e l’armatura urbana, la trasformazione-separazione delle comunità a favore della speculazione edilizia  e la sostituzione dei residenti a favore dei ceti abbienti. Un agire che costringe le vecchie popolazioni ai margini o fuori dalle nuove aree del benessere e del divertimento, contribuendo a determinare le condizioni delle periferie.

La Destra fa la Destra, e anche cambiare i nomi ai ministeri è un segnale preciso che sottolinea  una svolta culturale: spacchettare il ministero del turismo dalla cultura per affidarlo alla ministra-commerciante Santanchè è la conferma visiva e pratica, “il simbolo” di una visione commerciale, consumista e classista, a cui è strettamente collegata la trasformazione urbana e quella immobiliare.

La gentrificazione e le città e i territori “Disneyland”, dedicati al consumo al lusso e al divertimento, fanno parte della differenza tra Destra e Sinistra, contribuendo ad alimentare le diseguaglianze, quelle che Bobbio indicava come il grande spartiacque tra libertà e giustizia sociale, tra l’essere di Destra o di Sinistra.

Egemonia culturale, svolta iperconsumista, scempio del territorio e della comunità, separazione classista, sono tra i mali striscianti e pericolosi con cui misurarsi e intorno ai quali ricreare e coinvolgere una comunità pensante e reattiva, capace di proporre dal basso, dal territorio, una politica alternativa, a partire dalla ricomposizione di una comunità, aperta, inclusiva e solidale.

Poi di che meravigliarsi!? La Destra fa cose di Destra, come annunciato, semmai il problema è cosa fa la Sinistra, l’opposizione e, aggiungerei, gli intellettuali, in Umbria drammaticamente assenti. 

di Ulderico Sbarra


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