Venerdì, 29 Marzo 2024

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L'economia dell'Alto tevere

Sansepolcro. I fatti della politica mostrano un panorama in movimento.

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Sabato 19 Novembre u.s. al Borgo Hotel Palace di Sansepolcro si è svolto un importante convegno organizzato dai Rotary Club di Città di Castello e Sansepolcro dal titolo: "Tra Presente e Futuro: riflessioni sullo sviluppo della Valle Altotiberina nell’era della 'neo-globalizzazione'". Lo scopo dell’iniziativa – secondo quanto dichiarato dai presidenti dei due Rotary Club Alessio Tomassucci e Paola Vannini – era quello di promuovere una riflessione corale sulle criticità e potenzialità dell’economia altotiberina, coinvolgendo i sindaci, le categorie economiche e professionali, le Camere di commercio umbra e toscana, nonché con il contributo di analisi qualificate sugli scenari attendibili da parte del Prof. Signorelli e del Prof. Marcucci dell’Università di Perugia e del dott. Rossetti, dirigente della Regione Umbria, responsabile dell’utilizzo dei fondi del PNRR.

Scopo ulteriore, ma non meno importante del convegno, era anche quello di stabilire un canale di comunicazione attendibile tra la popolazione studentesca al termine della secondaria superiore e il mondo dell’economia, sia per conoscere le aspettative e ambizioni future degli studenti, sia per orientarne proficuamente le scelte lavorative o di ulteriore studio. A tale scopo, alla ripresa dell’anno scolastico era stato inviato agli studenti delle ultime classi delle “superiori” di tutto il comprensorio altotiberino da parte dei Rotary club, d’intesa con le direzioni scolastiche, un questionario con una decina di domande che consentissero di conoscerne alcuni dati fondamentali, come la conoscenza di lingue straniere, la esperienza di viaggi all’estero, le preferenze lavorative post-scolastiche, le loro opinioni sulle migliori opportunità lavorative presenti nel territorio. L’indagine ha prodotto risposte interessanti, sia per quantità (circa 500), sia per i contenuti espressi che hanno riservato alcune sorprese; ad esempio, circa un 30% non ha risposto con indicazioni maturate e nette, mentre, tra coloro che hanno risposto, circa un terzo ritiene preferibile intraprendere un’attività di lavoro autonomo (tramonto del mito del “posto fisso”) e/o vede maggiori possibilità d’impiego nell’agricoltura, dato che forse rivela una qualche ignoranza sulla rilevanza del tessuto industriale altotiberino. L’indagine è stata comunque commentata con apprezzamento dai dirigenti scolastici intervenuti al convegno, che hanno calorosamente auspicato una continuità di rapporto tra i loro istituti e il mondo esterno di riferimento.

Questa esigenza di interscambio culturale tra la scuola e la società civile, così vivamente espressa durante il convegno, oltre a consolidare il fronte di coloro che raccomandano una organica compenetrazione di esperienze, conoscenze e metodiche tra i luoghi di apprendimento (astratto?) e  quelli di applicazione concreta – particolarmente vitale per la formazione professionale di medio e alto profilo – è stata tra i risultati migliori del convegno, per la spinta a riproporre un tale contesto di confronto aperto e libero sui temi dell’economia locale.

Un altro elemento di grande valore dell’iniziativa è stato quello di aver dimostrato la utilità e la realizzabilità di iniziative di promozione dell’intera valle altotiberina umbro-toscana, superando la frammentazione amministrativa (15 Comuni, due Province, due Regioni) per obiettivi di comune interesse e mettendo a frutto e sistema le comuni peculiarità.

Sulle proposte emerse dal convegno come condizioni dello sviluppo, alcune, come le infrastrutture per la viabilità erano scontate; altre, invece, come le reti digitali di comunicazione, il contrasto al decremento demografico, l’utilizzo di prossimità di strutture di formazione professionale di alto livello come l’Istituto Tecnico Superiore (I.T.S.), il “turismo esperienzale”, ecc. meritano un approfondimento e una declinazione specifica,  che costituisce la materia più nobile e auspicabile della politica. ◘

di Michele Gambuli


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