I luoghi della memoria. Seconda guerra mondiale e Resistenza in Altotevere.
All’inizio di settembre è stato presentato a Montone il progetto del monumento in memoria dei circa 600 militari anglo-indiani caduti nel 1944 per la liberazione della valle dal nazi-fascismo. Dovrebbe essere inaugurato entro il 2023. Posto sul punto più alto di Montone, offrirà un’ampia visuale sulla valle e sulle circostanti alture. Varie postazioni illustreranno, con un opportuno apparato didascalico, i luoghi dove avvennero le principali battaglie e quelli legati alla Resistenza. Sarà commemorato anche il soldato indiano Yashwant Ghadge, caduto eroicamente in combattimento presso Montone e insignito della Victoria Cross, la più prestigiosa medaglia al valor militare del Commonwealth. Nel contempo il monumento ricorderà i partigiani morti per la libertà (80 nell’insieme dell’Alta Valle del Tevere umbra e toscana), le vittime civili (complessivamente 823) e “tutti” i soldati caduti, “affinché lo spirito di fratellanza riconquistato con la Liberazione dal nazi-fascismo guidi sempre il cammino dei popoli nei secoli futuri”.
Progettato dall’architetto Francesco Rosi, realizzato dal Comune di Montone e promosso congiuntamente dalla locale associazione StoricaMente e dall’Istituto “Venanzio Gabriotti”, il Memoriale sanerà una obiettiva lacuna nella pur ampia gamma di tracce della Memoria della seconda guerra mondiale nel nostro territorio. Infatti non c’è niente ancora che riconosca il cospicuo sacrificio in vite umane dato dagli Alleati (nel nostro caso due divisioni indiane, la quarta e la decima) per respingere i tedeschi oltre la valle.
L’iniziativa è stata accolta con grande favore dall’ambasciata dell’India (presente alla cerimonia di Montone con l’addetto militare col. Virender Salaria), dalle istituzioni militari britanniche e dalla CWGC, l’ente preposto alla cura dei cimiteri militari e alle onoranze ai caduti dei Paesi del Commonwealth.
L’auspicio è che il Memoriale di Montone non sia che il primo eretto nella valle. Durissime battaglie, con numerose perdite, vennero combattute dagli anglo-indiani anche a Monte Cedrone (tra Monte Santa Maria Tiberina e Città di Castello) e sull’Alpe di Catenaia (nei territori di Anghiari e Caprese). Si stanno già coinvolgendo le istituzioni locali per porre in queste zone altri monumenti che si colleghino a quello di Montone. Come avvenuto quest’anno, c’è un crescente interesse per le vicende belliche nella nostra valle, con un qualificato afflusso di visitatori dai Paesi allora belligeranti. Una “rete” altotiberina della Memoria – oltre alle evidenti ricadute locali sul piano ideale, culturale ed educativo – intensificherebbe queste relazioni internazionali, che contribuiscono a consolidare i valori sui quali si fondano le democrazie e la pacifica convivenza.
È inoltre ormai doveroso collegare in un Circuito della Memoria i tanti e significativi punti della valle dove la guerra ha seminato morte e devastazioni. Eventi che molto spesso, purtroppo, non sono noti nemmeno ai nostri conterranei. Tale Circuito permetterebbe di mettere “in rete” la Memoria del tragico bombardamento di Umbertide con quella della pressoché totale distruzione di Pieve Santo Stefano; il monumento al Partigiano Umbro di Pietralunga con i cippi e le lapidi che ricordano Venanzio Gabriotti a Città di Castello e i caduti partigiani a San Pietro a Monte e al passo della Scheggia, sulla via Libbia; il Sacrario degli Slavi di Sansepolcro con i resti del campo di concentramento di Renicci ad Anghiari; il ricordo dell’abbattimento della Torre di Berta a Sansepolcro con quello della distruzione della rocca medioevale di Citerna; inoltre, le stragi di civili provocate dai cannoneggiamenti durante il passaggio del fronte agli Zoccolanti di Città di Castello, a Tetina di Monte Santa Maria Tiberina, a Ripoli di Monterchi e a San Giustino; i ricordi delle vittime di esplosioni di mine ad Anghiari e quasi ovunque nel territorio; e le memorie degli eccidi nazi-fascisti di Penetola e Serra Partucci nell’Umbertidese e di Pian dei Brusci e di Meltini nel Tifernate. Un Circuito della Memoria, una “rete”, che permetterebbe sia la visita di questi luoghi, sia un itinerario “virtuale”, godibile dal grande pubblico del Web e facilmente fruibile dalle scuole per iniziative didattiche.
Intanto procede proficuamente la ricerca storica sulle vicende belliche, soprattutto grazie all’acquisizione dei diari di guerra dei battaglioni anglo-indiani che hanno combattuto nella valle. Permettono una dettagliatissima ricostruzione degli eventi e un censimento preciso dei caduti dei vari reparti, zona per zona. Più difficoltoso il reperimento di documentazione altrettanto dettagliata di parte tedesca. Ma si continua a ricercare.
A far crescere la sensibilità della popolazione su questi temi ha contribuito grandemente la capillare divulgazione del documentario “La guerra di casa. Estate 1944, il passaggio del fronte nell’Alta Valle del Tevere”, da me realizzato insieme a Sandro Busatti per l’Istituto di Storia Politica e Sociale “Venanzio Gabriotti”. Stiamo cercando di creare le condizioni per produrre un dvd del documentario e una sua edizione in lingua inglese. ◘
di Alvaro Tacchini