Venerdì, 19 Aprile 2024

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Il Governo di MbS

Politica. La Premier Meloni sta cannibalizzando FI e Lega.

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No, non sto parlando del governo saudita di Mohammed bin Salman, ma del Governo italiano di Meloni-berlusconi-Salvini. Con tanto di scuse per il diminutivo di B., l’ex trionfante Cav. ora tramutato, sembra, nel suo opposto. Da don Chisciotte a Sancho Panza, dalle stelle alle stalle, da sacro Unto del Signore a umile stalliere obtorto collo della «supponente e prepotente» Meloni. Metamorfosi esagerata? Forse. Ma è innegabile la decadenza di B. e FI. Ma che dico: FI o F(d)I? Già ora infatti si scrive FI e si legge FdI. Il cannibalismo melonista è già in atto. E minaccia anche la Lega nazionale di Salvini, indebolita dal neo-nato Comitato Nord di Bossi, il leggendario Umberto celtico che, al pari dei biblici Abramo e Sara, si sforza di riprodursi anche in tarda età.

Dell’italico cannibalismo non c’è da meravigliarsi. Nel proscenio capital-mercatista di partiti ridotti a camarille e consorterie, il vincente attrae a sé i perdenti, il pesce grande divora i piccoli. È la legge del più forte, bellezza! E così la vincente ex underdog, trasfiguratasi nella dea Kali d’Italia, con le sue immaginarie molte braccia e molte mani tutto e tutti cerca di afferrare, imbrigliare, assimilare. Ed ecco il sogno giorgiano del PUC, il Partito Unico dei Conservatori. Via Lega e FI. Renzi e Calenda già da ora ruote di scorta. Nessun problema dal Pd «suicidato» da Letta. Resta Conte, che «aizza» il «disagio sociale». Su cui è già pronta la mannaia del decreto anti-rave. Basta un emendamento. Chissà se il segreto sogno di SoyGiorgia non sia il PUC, ma il PU, il Partito Unico. A questo mira la sua dichiarazione di voler essere presente alla Festa del 25 Aprile, non «divisiva», ma commemorativa, a suo parere, di «tutti [?!] i morti d’Italia»? Dunque, non Festa di liberazione dal nazi-fascismo, dalla quale è nata la Costituzione, ma un’ammucchiata di fascisti e antifascisti, collaborazionisti e resistenti? Insomma, oggi, tutti Fratelli e Figli d’Ita(g)lia post-fascista della Mamma Roma della Garbatella, come si evince dal disegno di legge già depositato a Palazzo Madama sull’istituzione di una Giornata Nazionale più o meno omonima? A quando la Giornata Nazionale della BuonAnima?

No, il governo di MbS non è quello saudita. Troppe sono le differenze storiche, sociali, geopolitiche. Eppure qualche punto di analogia c’è. Non parlo del «Rinascimento» di bin Salman, a cui fa da contrappunto il piano di «rinascita d’Italia» della Meloni, ambedue supportati da Renzi, che, presidenzialista come un melonista, preconizza da tempo il «Sindaco d’Italia» e, come il B. dei bei tempi e il Nordio dell’oggi, lotta insieme a loro contro l’odiato «giustizialismo». Parlo dei lineamenti politici che, tra marce e retromarce, «detti, disdetti e contraddetti», emergono dai primi due mesi del governo MbS. E che vanno dal SI alla famiglia tradizionale e patriarcale al No all’aborto e all’eutanasia, dall’omofobia e xenofobia al fondamentalismo religioso, dal perdono-condono a evasori e corruttori a duri decreti punitivi, in atto o minacciati, contro studenti, rave party o Ultima Generazione, dal primato dell’uso dei combustibili fossili a scelte militariste e belliciste. Se il principale teatro di guerra saudita è lo Yemen, quello meloniano è l’Ucraina. In tutti e due i casi sotto l’ombrello imperiale degli Usa.

No, nonostante tutto, i due MbS non sono tuttavia uguali, né possono esserlo. Ma è lecito ipotizzare, senza offese, che se bin Salman fosse al posto della Meloni farebbe più o meno le stesse cose che fa la Meloni, e che, al contrario, la Meloni al posto di bin Salman farebbe le stesse cose del principe saudita? Lecito, dico, ipotizzarlo, senza rischiare, nel caso più fortunato, la decapitazione mediatica? L’unico elemento ostativo all’ipotesi fantapolitica (ma non troppo) è che la Meloni è una donna, e monogama, e l’altro un fallocrate, e poligamo. Un abisso insuperabile anche nella più ardita fantapolitica! ◘

di Michele Martelli


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