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Io chiudo, tu apri, poi chiudi e...

Città di Castello. La crisi infinita del centro storico tifernate. Inchiesta parte prima.

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Sabato pomeriggio 17 dicembre e martedì mattina 3 gennaio 2023, nelle piazze e nei vicoli del centro storico c’è molto silenzio, poca gente passeggia lentamente. Le luci sono accese e la città è molto bella, come affermano i turisti che la visitano.

Però…! In centro si notano molti servizi commerciali chiusi e un certo degrado nelle vetrine vuote: un’aria di abbandono che pervade tutto il centro storico. Per questo abbiamo chiesto ai proprietari di storici negozi di corso Vittorio Emanuele come vivono questa realtà.

Tanti commercianti mettono in evidenza alcune difficoltà. Per quanto riguarda i negozi chiusi, questo è legato al fatto che i proprietari hanno raggiunto l’età della pensione e, non avendo ricambio, l’attività cessa. È pure vero che i costi di gestione pesano molto e, in mancanza di adeguati incassi, il proprietario del negozio è costretto, a malincuore, a chiudere

Il centro storico risente molto dell’impatto della zona commerciale presente a nord della città, dello spostamento del Tribunale e della perdita di molti uffici che richiamavano la presenza di tante persone. La città inoltre non è così accogliente per il turista che la frequenta. I bar sono chiusi la domenica, secondo i gestori per mancanza di clienti. La pulizia soprattutto è condizionata dallo scarso senso civico di quei cittadini che non si fanno scrupolo di abbandonare immondizia ovunque e neanche sono capaci di pulire quanto i loro amici animali lasciano per strada.
il corso specchio della crisi altrapagina mese gennaio 2023 in evidenza2

In città non ci sono bagni pubblici e per i turisti che arrivano con gli autobus è un problema non semplice da risolvere. Alcuni luoghi che si affacciano sulle piazze storiche non offrono una bella immagine. Le logge Bufalini, soprattutto la parte sotterranea, sono inguardabili e la pulizia è a carico delle associazioni presenti. Il loggiato di piazza Fanti è pieno di scritte e la pulizia non è adeguata.

Nelle serate estive si è provato a ridare vita al centro con i negozi aperti il giovedì e con attività ludiche per i bambini. Però non c’è stato grande riscontro dal punto di vista economico. I commercianti dicono: «L’amministrazione conta le teste, cioè quanta gente viene nel centro storico in queste occasioni; ma il ritorno economico non premia le nostre attività». In effetti chi ha frequentato i giovedì estivi sono stati soprattutto giovani attratti più dall’offerta dei bar e dal divertimento che dalla possibilità di fare acquisti nei negozi.

È anche vero che alcuni negozi di famosi brand (Intimissimi o Calzedonia) o che vendono prodotti fortemente legati al territorio, perciò unici, o commercianti che hanno intrapreso anche la vendita on-line, hanno dichiarato di aver avuto un ottimo anno, con buoni risultati di entrate economiche.

Molti commercianti vorrebbero fare di più, ma non è facile, vista anche l’attuale congiuntura economica. Inoltre non hanno affatto le stesse idee su come intervenire, non condividono unanimemente una strategia da portare avanti nell’interesse di tutti.

Solo con una forte collaborazione con il Comune si possono creare condizioni per far ripartire il centro. Un esempio viene da “Natale in città”, che insieme al Consorzio Pro Centro ha dato vita a iniziative che hanno rianimato le piazze storiche e il corso. Chiunque era in città il pomeriggio del 6 gennaio ha constatato quanta gente e quante famiglie con i bambini hanno atteso l’arrivo della Befana. Piazza Gabriotti, solitamente vuota, era stracolma, i bar affollati, corso Vittorio Emanuele ripresentava un simpatico via-vai con i negozi aperti. Certo manca la continuità, la Befana non può arrivare tutti i giorni ed è questo che va risolto: trovare modi, iniziative che riportino gente nel centro per farlo vivere e renderlo accogliente.

L’ufficio turistico, oggi chiuso, il sabato pomeriggio e la domenica dovrebbe essere il veicolo dell’accoglienza, raccogliendo anche le proposte dei cittadini e dei turisti. Ci dovrebbe pure essere un locale dove proporre i prodotti di eccellenza del nostro territorio.

È vero anche che oggi i giovani vivono il centro storico diversamente. Sono cambiati i tempi che hanno caratterizzato lo “struscio” dei vecchi castellani, ma questo non deve impedirci di chiederci cosa possiamo fare come comuni cittadini per ridare vita al centro e porci tutti come interlocutori degli enti e delle associazioni che hanno a cuore la nostra città. ◘

di Maria Grazia Goretti


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