Arte. Renzo Scopa al premio Marche 2022.
Davvero una splendida sorpresa, incontrare di nuovo l’insuperabile Illich, in questa raccolta di saggi che fa emergere il meglio del suo pensiero.
Il testo appare (con una bella presentazione e la cura di G. Esteva e A. Zanchetta) diviso in 5 brevi capitoli, a ciascuno dei quali è affidato l’approfondimento dei temi proposti dai vari studiosi.
RIVELAZIONI PANDEMICHE
(D.Cayley): analizza l’ambivalenza delle misure del lockdown. Il tema centrale del suo saggio è la parola “scienza”, che nel linguaggio quotidiano è tutta connotazione e non si riferisce, perciò, alla denotazione a cui corrispondono oggetti reali o immaginari. È ciò che Illich definiva “parole ameba” e un altro studioso “parole di plastica”. La scienza è un collage di significati con connotazioni positive; in definitiva quello che Barthes circoscriveva come “mito”. Il risultato è che “ il mito oscura e assorbe l’oggetto” e “le scienze reali sono corpi di conoscenza limitati e contingenti, condizionali e condizionati”.
I GIORNI DEL CORONAVIRUS
(S. Samuel). Anzitutto c’è la storia dei virus a testimoniarne la lunghissima permanenza, molto prima degli esseri umani. Oggi è “un nuovo Re spaventoso che minaccia tutta l’umanità e che produce l’isolamento e una strategia militare”.
Ma la contabilità dei contagi e della mortalità è spesso morbosa e c’è confusione tra previsione e predizione … Tutto ciò produce quello che l’Autore chiama “lo show del Coronavirus pandemico”.
Così il “soli-insieme” è diventato l’elemento di una cultura collettiva.
IL GIORNO DOPO
(G. Esteva). Sua la famosa frase “Non torneremo alla normalità, perché la normalità era il problema”; nel contempo sottolinea come la parola “crisi” rimanda, sì, a “rischio”, ma anche a “opportunità!”. Mentre nel mondo occidentale (e non solo) si sta smantellando “democraticamente” la democrazia e la pandemia appare come il pretesto giusto per farlo, dall’altra parte, si fa strada sempre di più la consapevolezza che le migliori risposte sono locali e si basano sul supporto che si danno persone reali che creano mondi interconnessi tra loro. Così l’esistenza tornerà a essere veramente globale (e non globalizzata forzatamente).
LA PANDEMIA È UN PORTALE
(A. Zanchetta). Con Illich e Marx, mette in evidenza i danni all’autonomia recati dal passaggio, disastroso, da un assetto economico basato sul valore d’uso a uno basato sul valore di scambio (merce-denaro). Da qui la nascita della povertà moderna.
A giudizio dell’ Autore l’infezione da Coronavirus appare più come una sindemia, una tendenza sinergica che si somma a una serie di altre malattie, altrettanto letali; tra queste: l’obesità, la fame, le malattie infettive e il cancro.
LE EPIDEMIE MODERNE NEL PENSIERO DI IVAN ILLICH
(F. Milana). Approfondisce i concetti del testo Nemesi medica di Illich: la iatrogenesi, derivata dall’esercizio professionale e burocratico dell’arte medica, e la medicalizzazione della vita con la espropriazione e la mutilazione della stessa. In questo decadimento il corpo stesso subisce una frattura: la medicina scientifica lo disarticola e lo risolve nelle sue componenti anatomiche sulla base di un modello meccanico.
LA PANDEMIA IN MONDI ALTRI
(A.Zanchetta) Forte della sua esperienza in America Latina, ci racconta l’organizzazione delle comunità con i saperi della “medicina scalza” e con i “promotores de salud” che hanno contribuito a fare notevoli passi avanti alla popolazione. In Messico, per esempio, con il contributo dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), si è riusciti a mantenere il livello della pandemia in modo molto meno preoccupante che nella nostra Europa. ◘
di Sabina Ronconi