Rione San Giacomo. Luci e ombre

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Città di Castello. La crisi infinita del centro storico. Inchiesta parte terza.

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La parte settentrionale del centro storico tifernate offre uno spaccato interessante delle problematiche urbane. È un rione peculiare per la densità dei punti di riferimento sociale, culturale e religioso. Tutti ben radicati nella nostra storia. Molto si è fatto per salvaguardarli e riqualificarli. Si pensi al Teatro comunale e alla Biblioteca Carducci, due pilastri della identità e della socialità tifernate. Si aggiungano il palazzo che ospita gli uffici comunali e la scuola di musica, il complesso di Santa Cecilia con il piazzale ben usato per il cinema estivo all’aperto, il Centro Le Grazie nell’ex-ospedale psichiatrico, il Seminario che si è rilanciato come sede di biblioteca e archivi, la recente ristrutturazione dell’ex chiesa di San Giovanni Decollato, diventata auditorium. E gli insediamenti religiosi, conventuali e scolastici che caratterizzano il rione: la scuola di San Filippo, le Piccole Ancelle del Sacro Cuore, con il Pensionato e le elementari, le “Salesiane”, il liceo “Plinio il Giovane”, l’Oratorio San Giovanni Bosco. E poi si sta mettendo mano finalmente anche alle mura, dalla parte della Palazzina Vitelli, che è un gioiellino architettonico ormai recuperato. Insomma, tante le luci…

Quali le ombre? Guardando indietro nel tempo, alcune le vediamo proiettarsi allarmanti sul rione e sulla città. Basti ricordare quello che hanno rappresentato per la cittadinanza i cinema Sant’Egidio ed Eden. È ovvio che parliamo di un’altra epoca, ormai definitivamente passata. Tuttavia piange il cuore il solo immaginare una città senza il Cinema Eden (e più su, il Cinema Vittoria). Sappiamo che lo stabile è stato finalmente acquistato; non conosciamo la destinazione d’uso che avrà né i tempi di ristrutturazione e recupero di un edificio così strategico per il rione e per l’intero centro storico.

rione san giacomo luci e ombre altrapagina marzo 2023 evidenza 2Le ombre più cupe – qui come nel resto del centro – riguardano il crollo delle attività commerciali. Non che il rione sia in abbandono. Anzi, i vicoli di San Giacomo mantengono i residenti; in alcuni punti addirittura crescono. Qualche giovane famiglia ci si è insediata, anche comprando casa, grazie ai prezzi inferiori rispetto alla periferia. Si ripopolerebbe anche di più, come il resto del centro, se aumentasse l’offerta di appartamenti in affitto, di cui c’è molta richiesta. Invece i proprietari vogliono vendere. A San Giacomo non si può parlare di aree di degrado, di sporcizia, di problemi di sicurezza pubblica. È un rione tranquillo e dignitoso, con residenti in gran parte italiani e stranieri ben integrati.

In verità un elemento di grave degrado c’è, eccome: è il deterioramento inarrestabile della pavimentazione stradale di Via XI Settembre, Via Fucci e oltre, fino all’uscita dalla città verso la circonvallazione. La strada è ridotta in modo osceno, dopo nemmeno 25 anni dalla completa rilastricatura. Io la faccio spesso in bicicletta; vi assicuro, bisogna tener saldamente in mano il manubrio per non fare un “cristo in terra” per le tante buche che si sono formate. Quelle lastre di pietra – le stesse applicate in piazza e sul corso – avrebbero potuto resistere solo se si fosse chiusa al traffico la strada. Ma Via XI Settembre, come più su Via Angeloni, sono diventate (e probabilmente resteranno) imprescindibili vie di comunicazione attraverso il centro storico. Di ben altra pavimentazione avrebbero avuto bisogno…

Quanto alla “desertificazione” commerciale, come per gli altri rioni facciamo parlare le nude cifre. Scendendo da “piazza di sopra” lungo Via Angeloni e risalendo per Via XI Settembre, si possono contare più di una quindicina di locali al pianterreno già sede di negozi ora chiusi, con le saracinesche desolatamente abbassate. E teniamo fuori dal computo i cinema Eden e Sant’Egidio, l’edicola e il chiosco accanto. Solo nella metà dei casi vi è affisso il cartello “affittasi” o “vendesi”. Anche lungo la dorsale viaria che delimita il rione verso le piazze, tra Via Albizzini e Via del Popolo sono una quindicina i negozi dismessi e i locali che potrebbero essere adibiti ad attività commerciali.

Il confronto con il passato è impietoso. Solo qualche anno fa – i residenti storici del rione lo ricordano – lungo i 300 metri di Via XI Settembre si affacciavano 3 negozi di generi alimentari, 5 fruttivendoli, 1 macelleria, 3 mercerie, 2 rivendite di abbigliamento, 1 cartolibreria, 2 parrucchiere, 1 barbiere, 1 materassaio, 1 negozio di mangimi e 3 meccanici. Altri tempi... ◘

di Alvaro Tacchini