Venerdì, 29 Marzo 2024

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L'ex Ospedale innanzitutto (2)

Lettere in redazione.

silvia romano2

Sono un ex "prataiolo" emigrato da oltre quarant’anni in Corso Vittorio Emanuele (Mattonata). La mia famiglia è residente del Centro Storico da diverse generazioni (si parla del 1700). La “fotografia” che Alvaro Tacchini fa del rione Prato seppur cruda è vera e reale.

Allora un cittadino come me si chiede, da tanti anni, come ridare vita a questo quartiere e a quello contiguo della Mattonata? L’idea che non è nuova, anzi ormai datata, è il recupero del vecchio Ospedale. E fin qui tutto normale. Ma come recuperarlo? Con insediamenti che ovviamente portino i cittadini a servirsi di questa struttura al meglio con un accesso “facile” allo stesso tempo.

E come si crea un accesso facile? Prevedendo due cose fondamentali: la realizzazione di un parcheggio sotterraneo a due piani (circa 500 posti) sotto la struttura del vecchio Ospedale, al quale si dovrebbe accedere dall’attuale ingresso carrabile di Via Leopoldo Franchetti che immette nei garage sottostanti la Piazza delle Tabacchine.

Ciò significherebbe portare centinaia di utenti giornalmente a utilizzare questa sede per usi diversi (sanità, uffici comunali, agenzie fiscali ecc.) con comodità e facilità estreme, tanto da indurre l’utente, una volta parcheggiato, a fare anche una semplice passeggiata verso il centro.

I vantaggi sono evidenti: innanzi tutto poter chiudere al traffico giornaliero il Pomerio S. Florido e Via Borgo Farinario che oggi sono un'autentica autostrada per intensità di traffico, e poi ridare senso e valore a tutti gli insediamenti commerciali limitrofi, sino a coinvolgere le vie Marconi, S. Florido e lo stesso Corso Vittorio Emanuele.

Come si può raggiungere tale risultato? Con la volontà e determinazione di tutte le Istituzioni comprese le Fondazioni (quali playmaker nella progettazione per concorrere ai bandi europei) con capofila l’Amministrazione comunale, che non può più ignorare il degrado e l’abbandono del Centro Storico e “deve” assolutamente dedicare a questo problema il massimo dell’attenzione e delle proprie energie.

Grazie dell’ospitalità.

di Italo Cesarotti

 


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