Editoriale. Israele: manifestazioni di piazza.
Migliaia di persone hanno accerchiato il Parlamento di Gerusalemme per protestare contro la riforma della giustizia proposta dal governo Netanyahu. Non si fidano delle promesse governative di congelare la legge, sapendo bene che Netanyahu è un opportunista capace di dialogare con tutti pur di raggiungere i propri obiettivi, stracciando tutti gli accordi fatti in precedenza.
Molti giovani si chiedono come è possibile parlare con chi vuol cancellare tutti i diritti, non tollera le diversità, proclama apertamente il razzismo. Non si tratta solo di giustizia o di problemi ideologici, ma di chi ha nelle mani il futuro delle nuove generazioni. Sono scesi in piazza anche i riservisti pronti a non presentarsi al servizio militare nelle Forze armate, dopo che il ministro della Difesa ha espresso le sue perplessità sul provvedimento ed è stato rimosso dall’incarico.
Tra i manifestanti spiccano alcuni elettori del partito laburista con una scritta emblematica : “non c’è democrazia con l’occupazione”. Ma le forze di governo pensano di cancellare il popolo palestinese e di annientarlo. In fondo quello che vuole fare Netanyahu è annettere la Cisgiodania completamente.
Se la piazza ha costretto il governo a rinviare la riforma crescono però episodi di violenza, in quella zona grigia che confina tra tifo organizzato e appartenenza a partiti di estrema destra. Il più conosciuto di ultras è “La Familia”, che opera quotidianamente in maniera indisturbata senza che il gruppo venga ufficialmente messo fuorilegge. Come scriveva Orwell nella Fattoria degli animali, “la legge è uguale per tutti, ma per alcuni è più uguale”. ◘
Redazione