Sensoinverso.
Se è vero che tutti i “barbarismi” messi in fila in sei mesi dal Governo Meloni sono stati delle “armi di distrazione di massa” per deviare l’attenzione dai problemi reali del Paese, è ancora più vero che questa propaganda serve alla Destra per mettere radici. Quale delle due cose è la più pericolosa? Entrambe ovviamente; ma se la “distrazione” è il sintomo immediato di una malattia, il radicamento culturale tende a produrre frutti nel medio e lungo periodo.
È la lezione di Steve Bannon impartita a Salvini. Ripetere all’infinito la stessa idea, anche la più bislacca, perché alla fine qualcosa rimane. Se cinque anni fa Salvini era radicalmente contro la costruzione del ponte sullo stretto, oggi è a favore. Nel flusso continuo dell’informazione spazzatura, non importa quello che è stato detto qualche anno fa, perché la gente, compressa dal rullo mediatico che non si ferma mai, ne ha perso la memoria; conta quello che viene detto qui e ora. Ciò che serve è il tam tam ripetuto nell’immediato; attraverso esso si radica, inconsciamente, l’idea del cambiamento, l’idea che si fa sul serio, che l’ordine e la legge prevarranno sul caos, le regole, i lassismi... Se Piantedosi a Cutro è sprofondato nel ridicolo, se si abolisce il delitto di tortura istituzionale, se si discriminano i figli di coppie omogenitoriali, se si sostiene che a Via Rasella i partigiani si sono comportati come i nazisti, con delle scuse si passa la paura, ma l’impianto culturale da cui tutto nasce non ne rimane scalfito e la macchia si allarga sempre più. Questa Destra vuol riscrivere la storia, ma non sa come: vuol mostrare il pugno di ferro e poi torna da Bruxelles con la coda tra le gambe, giura fedeltà alla Costituzione antifascista, ma non riesce a pronunciare la parola antifascismo. Di fatto, non sa più cosa è e cosa vuol essere. Questa crisi di identità sarà la pietra d’inciampo che farà precipitare la Meloni più dei rav, degli immigrati o delle crescenti disuguaglianze. Ma, intanto, le macerie nel Paese continueranno a crescere.
E se di fronte a questo sfacelo la Sinistra fosse capace di autocritica, dovrebbe sprofondarsi nell’anonimato più totale. Ma, probabilmente, i drammi vanno consumati fino all’ultima goccia di sangue, come insegna la tragedia antica. Perché al destino non si può sfuggire. ◘
Redazione