Giovedì, 18 Aprile 2024

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Profughi e migranti: la conversione dell'Europa

silvia romano2

La persecuzione contro le persone migranti e contro i profughi costretti a fuggire dalla guerra è divenuta una costante dei governi italiani. Così ora, insieme agli annegati, è l’Italia ad aver toccato il fondo con l’evitabile tragedia di Cutro. Essa si aggiunge ai molti episodi che in questi anni hanno visto le autorità italiane perpetrare vessazioni, sequestri e respingimenti, compresa la criminalizzazione delle ONG che salvano vite in mare.

Questa politica – praticata e apertamente rivendicata secondo lo spirito di Caino – è attuata in violazione della Costituzione della Repubblica Italiana e della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e del cittadino. La prima, all’art. 10, stabilisce che si debba dare asilo a chiunque lo chieda provenendo da Paesi nei quali non sono riconosciuti gli stessi diritti che la nostra Costituzione riconosce ai cittadini italiani. Non è ammissibile per la Carta Costituzionale alcuna discriminazione tra i profughi e quelli che sono chiamati con disprezzo “migranti economici”. Come se non rientrassero in quest’ultima categoria anche i milioni di italiani emigrati all’estero dall’Ottocento a oggi. La Dichiarazione dei diritti dell’uomo, a sua volta, all’art. 13 stabilisce che ognuno ha il diritto di stabilire la propria residenza in qualsiasi nazione della Terra.

profughi e migranti la conversione dell europa altrapagina aprile 2023 1Nella sua omelia a Lampedusa, l’8 luglio 2013, papa Francesco ha ripetuto la domanda di Dio che oggi risuona per i governi europei: “Caino, che ne hai fatto di tuo fratello?” E ha condannato la “globalizzazione dell’indifferenza”. L’attenzione, in tale espressione, deve andare non solo al termine “indifferenza”, ma anche a quello di “globalizzazione”. Perché esso indica il solidificarsi di una forma di governo, di una mentalità di massa e di una forma di sopravvivenza selettiva, tutte modellate dall’egocentrismo dei grandi poteri, in alto, e da quello dei singoli sradicati e manipolati, in basso.

Una catena di crimini ed errori

La serie di concause che ci ha gettato in questa situazione di normale disumanità è nota: il colonialismo plurisecolare praticato dei Paesi europei ai danni dei popoli d’oltremare; la pretesa degli europei di rivendicare per sé stessi lo ius migrandi, già dal 1539 con Franciso de Vitoria, quando andavano a invadere a sfruttare altri Paesi; il sedimentarsi della presunzione di superiorità degli europei e del conseguente razzismo di massa; il rifiuto dell’Unione Europea di affrontare democraticamente la situazione, scaricando il problema su Italia, Grecia e Spagna; il correlativo tentativo dei governi italiani di “esternalizzare” le frontiere chiedendo ai Paesi del Nord Africa, anzitutto alla Libia, di fermare profughi e migranti con qualsiasi mezzo.

Anche la condizione di quanti riescono ad arrivare in Italia non viene presa in carico, resta una situazione non governata, in una miscela di abbandono, assistenzialismo e nuove vessazioni. Al punto che non si riconosce la cittadinanza nemmeno ai figli di famiglie straniere nati e scolarizzati in Italia. Il quadro è completato dalla manipolazione dell’informazione, che evoca l’invasione dei barbari, dalla speculazione elettorale dei partiti di destra (con il loro slogan ottuso e ipocrita “prima gli italiani”), dal cinismo dei partiti di centro-sinistra e dal conseguente imbarbarimento di molta gente comune, che sfoga la propria angoscia per la precarietà contro migranti, profughi e chiunque sia solidale con loro. In questo clima il buon samaritano sarebbe perseguito come un pericoloso traditore della patria.

profughi e migranti la conversione dell europa altrapagina aprile 2023 2A fronte dell’entità della questione, tutti dicono: è un problema europeo. Certo, ma in che senso? Non si tratta solo della svolta per cui tutti i Paesi dell’Unione si facciano carico del salvataggio, dell’arrivo e dell’insediamento di profughi e migranti. Si tratta, più radicalmente, di democratizzare l’Unione stessa. Finché essa è unita solo nella subalternità alla finanza mondiale e alla logica neoliberista, mentre resta lacerata dalla competizione tra i suoi Stati membri, è evidente che non saprà divenire un’Europa dell’accoglienza e della piena cittadinanza per chi viene da altri Paesi già per il fatto che non sa vivere questi valori neppure al proprio interno. Per contro, solo se maturerà la scelta di darsi una vera Costituzione europea e di attuarla - ripudiando il colonialismo, il razzismo, il neoliberismo e quel nazionalismo che è già tendenzialmente fascismo - l’Europa diverrà una comunità aperta, ricca dell’apporto delle culture del mondo e capace di dare un contributo essenziale alla nascita di un vero ordine internazionale equo, ecologico e pacifico.

La conversione etica dell’Europa

Nell’immediato serve attivare la presenza sistematica delle navi dell’Unione Europea sul Mediterraneo per salvare vite umane. E serve l’apertura di corridoi di espatrio garantiti e sicuri. Nel contempo occorre assicurare la cittadinanza sia alle persone nate in Italia da famiglie straniere, sia a profughi e migranti desiderosi di stabilirsi qui. È urgente interrompere ogni finanziamento e accordo con la Libia delle milizie e dei campi di concentramento, avviando invece, finalmente, una grande strategia di cooperazione economica e politica internazionale. Una strategia che permetta ai Paesi colonizzati sia di costruire la loro economia, sia di uscire da dinamiche di guerra là dove sono in atto.

Inoltre, l’azione delle ONG che salvano vite in mare o sulle frontiere terrestri va riconosciuta e sostenuta. Queste organizzazioni sono soggetti attivamente anticipatori della nuova società democratica corale: lo spirito, la passione e l’etica che muovono queste persone incarnano l’orizzonte verso cui tutti dobbiamo incamminarci.

Basta con i muri, i nazionalismi, le rivalità, gli appetiti neocoloniali. È tempo che l’Europa faccia memoria delle vittime che ha causato, ascoltando la testimonianza e il grido di coloro che ha oppresso e dei loro eredi. Ed è necessario istituire una vera alleanza con l’Unione Africana, riconoscendo la dignità di tutti i suoi Paesi e l’apporto che l’Africa può dare alla convivenza democratica tra i popoli.

Si delinea così il disegno di un processo di trasformazione profondissimo, che dovrà realizzarsi grazie a una conversione etica dell’Europa, la sola che possa ispirare il futuro della sua democrazia. Non è un disegno utopistico. Anzitutto, perché è indispensabile un nuovo progetto di società corale, con l’impegno a dare seguito a tutte le trasformazioni necessarie. Se respingere è sbagliato, accogliere non basta. Bisogna far nascere una forma inedita di convivenza. Inoltre, un progetto del genere è utile perché offre a governi, forze politiche, soggetti sociali e culturali la consapevolezza concreta e i criteri per agire giorno dopo giorno. Profughi e migranti sono portatori di un seme di futuro che dobbiamo riconoscere e coltivare. La risposta alla loro domanda di vita, di futuro, di libertà, di giustizia e di felicità è la chiave per provvedere al rinnovamento del mondo. ◘

di Alberto Mancini


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