Mercoledì, 11 Settembre 2024

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I politici altrove

Sensoinverso.

silvia romano2

“Altrove” è una categoria lessicale che negli ultimi anni è entrata a far parte della vita politica. Era altrove Ignazio La Russa il 25 aprile, Festa della liberazione dal nazifascismo, per un motivo molto semplice: non gli piaceva pronunciare la parola “antifascismo” davanti alle telecamere “comuniste” della Rai. Quindi è andato a Praga a omaggiare un eroe della resistenza al comunismo: Jean Palch. Poi è ritornato in Italia passando in Alto Adige a salutare vecchi camerati, in pensione, che suonavano il mandolino a Roma.

La Meloni era andata all’altare della Patria dietro a Mattarella senza dire una parola, perché aveva già parlato sul Corriere della Sera: “D’ora in poi la chiameremo Festa della libertà e non della liberazione: liberazione da chi, infatti? Libertà è un termine più aggregante, né fascista né antifascista”, “né di Destra né di Sinistra” (il brevetto grillino sulla frase è scaduto da tempo). E poi ancora: “Cari patrioti, nonché italiani, siamo tutti figli del Duce, come afferma La Russa, ma se non ci fosse stato il comunismo saremmo tutti orfani, pardon, a-fascisti perché senza comunismo il fascismo non sarebbe nato. Quindi noi siamo anti antifascisti proprio perché i partigiani non hanno capito che era il comunismo il padre di tutte le dittature. I veri antifascisti siamo noi che siamo stati anticomunisti, perché se togli l’uno togli anche l’altro.

Tanto è vero che mentre celebravamo il 25 aprile, da Trieste in là, e non in giù, i comunisti titini continuavano a perseguitare gli italiani e non solo. Quindi la pacificazione nazionale è fatta: pari e patta e palla al centro. Centro era il nome del figlio surrogato di Renzi e Calenda, ma nessun politco ne ha accertato la nascita, e allora hanno rifiutato la paternità, causando la morte prematura del Centro

Invece Salvini il 25 aprile era unito alla sua famiglia arcobaleno, Lollobrigida volava a Barcellona a vedere la corrida, Piantedosi in Sicilia a scrutare il mare.

Il primo maggio Giorgia faceva teatro a Palazzo Chigi per varare il decretone. Ma anche prima dell’insediamento del nuovo Governo erano tutti altrove: Salvini in Russia, Conte in Cina, Di Battista in Guatemala, Renzi in Arabia Saudita, Di Maio nel Golfo, Meloni in Spagna, ma anche in Polonia, Ungheria e India. Dopo l’insediamento si è anche spostata in America senza lasciare Spagna, Trastevere e la Garbatella. Salvini è rimasto in Russia, Conte è scomparso e la Schlein è ri-comparsa su Vogue. Il senso della Storia è cambiato: la cosa più importante non è esserci, ma essere sempre altrove. ◘

Redazione


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