Giovedì, 12 Dicembre 2024

libreria acquista online

Quando l’etnico va di moda

RUBRICA. CON GLI OCCHIALI DI ALICE. Di Daniela Mariotti.

silvia romano2

La notizia non è di giornata e comunque ne hanno già parlato tutti, ma l’uscita del ministro Lollobrigida sui rischi della “sostituzione etnica” è talmente forte nella sua “brutalità” (Romano Prodi) e persino nella sua assurdità, che l’eco permane.

Il ministro si è dichiarato non pentito, perché non razzista, ma ignorante,  non essendo a conoscenza (ma veramente?) di una tesi cospirazionista dell’estrema Destra di origine neonazista, cui si fa riferimento proprio nel sito del Governo (www.governo.it Pregiudizi Antisemiti: Grande Sostituzione). Oh, ma verosimilmente il ministro pensava “semplicemente” al rischio della sostituzione degli “Italiani”, che sono ossessivamente nel cuore, nella mente e nel nome del suo partito? Qualcuno gli avrà detto però che etnicamente siamo da secoli un meticciato indefinibile, perché eredi dei cittadini romani che erano già legittimamente siriani, greci, arabi, celti, goti… a cui nel corso del tempo si sono aggiunti ebrei, normanni, francesi spagnoli… che hanno albergato più o meno in pace, anzi più spesso in guerra, nel nostro “bel Paese”.

Ma gli apprendimenti non sono stati sufficienti se Francesco Lollobrigida per tentata difesa ha dichiarato candidamente che “al supermercato c’è  la cucina etnica  e poi c’è la musica etnica. È razzismo pure quello?“  Fantastico. Come se l’attribuzione di uno stesso aggettivo a un nome diverso non cambiasse il significato di una locuzione. Qui bisogna ritornare alle scuole elementari.

Essere ignoranti forse è meno grave dell’essere razzisti, ma non è comunque accettabile per un ministro “Onorevole” della Repubblica Italiana. Anche il rifiuto aprioristico della carne sintetica, deliberato con orgoglio dal capo del ministero dell’Agricoltura, al di là delle ulteriori e necessarie verifiche per la salute umana, ha comunque evidenziato la sua scarsissima consapevolezza dei danni catastrofici provocati dagli allevamenti intensivi, che purtroppo non hanno assolutamente nulla di “tradizionale” e che una montagna di dati scientifici  ha messo da tempo fortemente in discussione. Troppe e troppo gravi  le castronerie fuoriuscite in questi pochi mesi dalle bocche dei rappresentanti della maggioranza del Governo e del Parlamento.

Se c’è una sostituzione da fare, è quella dei Ministri ignoranti. ◘

di Daniela Mariotti


Editoriale l'altrapagina Soc. Coop.
Sede Legale: Via della Costituzione 2
06012 Città di Castello (PG)
Responsabile: Antonio Guerrini
Info Privacy & Cookie Law (GDPR)

Seguici anche su:

Dati legali

P.IVA 01418010540
Numero REA: pg 138533
E-mail: segreteria@altrapagina.it
Pec: altrapagine@pec.it
ISSN 2784-9678

Redazione l'altrapagina

Telefono: +39 075 855.81.15
dal Lunedì al Venerdì dalle 09.00 alle 12.00