Il Sinodo sull’Amazzonia aveva invitato i vescovi a trovare soluzioni nuove per la mancanza di preti in quella zona, accogliendo uomini sposati in grado di presiedere l’Eucaristia e di promuovere l’evangelizzazione. Papa Francesco avrebbe studiato la questione, senza però abolire il celibato sacerdotale da lui considerato un dono.
C’è voluta l’astuzia del cardinale Sarah, noto integralista, a far uscire un libro firmato da Ratzinger, in cui si chiede che il celibato non sia messo in discussione. Un’autentica bomba che crea qualche problema a Bergoglio, che si trova alle prese con un cattolicesimo sempre più chiuso e meno evangelico. Benedetto ha ritirato la firma dal libro che però è già stato stampato in Francia, da Fayard, con l’immagine di Ratzinger e del cardinale Sarah, per la gioia dell’ultradestra transalpina.
Un’ingenuità del Papa emerito o la sintonia con ambienti curiali che mal digeriscono l’azione riformatrice di Francesco? Difficile dirlo. Una cosa è certa, nel cattolicesimo contemporaneo si diffonde un disagio crescente, come se ci trovassimo di fronte a due papi e ciascuno potesse scegliere a suo piacimento. Salvini, ad esempio, ha scritto sulla maglietta: “Il mio Papa è Benedetto”, come se avesse dimenticato il Concilio Vaticano II e gli insegnamenti evangelici.
È però una operazione politica che nasce a Washington per scalzare l’impegno di papa Francesco, con il suggerimento dell’ineffabile Steve Bannon che ha diretto la campagna elettorale di Trump e voleva impiantare una scuola sovranista in Italia. Avrebbe soldi, appoggi e spinte. I vescovi italiani dovrebbero svegliarsi dal letargo in cui sono sprofondati. La casa crolla.
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