Il 14 settembre riaprono le scuole: docenti e genitori scrivono... CHIEDIAMO RISPOSTE
Gentile Direttore,
come docenti e genitori, a pochi giorni dalla riapertura delle scuole, vorremmo segnalare alcune problematiche, che ci auguriamo vivamente siano già affrontate, ma che al momento in cui scriviamo (25 agosto) risultano preoccupanti. Le normative nazionali si confondono con i “pareri” tecnici e altri documenti che, invece di chiarire, aumentano l’incertezza.
Contiamo di trovare aule adeguate, ma sappiamo che saranno praticamente le stesse di prima: se alunni e docenti dovessero tenere le mascherine per tutto il tempo, il disagio sarebbe enorme, cosa che si sarebbe potuta evitare se le classi fossero state sdoppiate e trovati per tempo spazi adeguati e personale, o un orario curricolare diverso.
Dal livello governativo ci aspettavamo altro; non solo Linee guida e circolari sono uscite con ritardo, ma hanno disegnato regole a volte contrastanti: si è passati dai due metri a uno, prima tra i banchi e infine tra le “rime buccali” degli alunni, per poi arrivare alla deroga “tenete le mascherine, se non ci sono gli spazi”: quale coerenza? Ci auguriamo che nessuna deroga venga confermata: le distanze a detta di tutti gli esperti sono fondamentali per scongiurare il contagio e non si comprende come esse siano indispensabili in uffici e negozi, e divengano derogabili in piccoli spazi con dentro dalle 20 alle 30 persone.
Non risultano realizzate tutte le misure previste dal Protocollo sicurezza firmato il 6 agosto: dove sono i medici scolastici o gli help desk psicologici nelle singole scuole? Perché non sono stati garantiti test sierologici anche per gli alunni (da realizzare in maniera scaglionata) oltre che per il personale scolastico? Perché non si è reso obbligatorio lo scanner della temperatura per tutti, all’ingresso? Ci sembrano misure di buon senso per prevenire i contagi dentro le classi, dove qualunque situazione sanitaria sarebbe difficilissima da gestire anche seguendo il complicato protocollo inviato alle scuole: gestire alunni sintomatici da parte di docenti e ATA formati per altre mansioni, con una mascherina come unico presidio protettivo, e contemporaneamente portare avanti l’insegnamento e la routine quotidiana sarà decisamente molto complesso, forse troppo.
Ci auguriamo inoltre che i trasporti scolastici siano stati organizzati in maniera molto più rigorosa rispetto alle deroghe che leggiamo in alcuni documenti: riempire uno scuolabus come prima se il tragitto non supera i 15 minuti, non ci sembra efficace: forse il virus ha l’orologio? In questi tre mesi dalla fine del lockdown, il dibattito si è concentrato sui banchi con le rotelle e alla fine solo questo risulta il provvedimento concreto attivato: spesi milioni per dotare alcune scuole di questa “novità”… e solo per evitare di dover adeguare molti spazi e strutture scolastiche, mentre queste risorse potevano andare agli Istituti per garantire un “fondo supplenze” per coprire un’esigenza di personale che non serve essere grandi esperti per prevedere molto più ingente e sulla quale si giocherà la continuità delle lezioni in classe.
Chiediamo risposte: fatti concreti capaci di rassicurare alunni, famiglie e personale scolastico per una riapertura non a tutti i costi, che salvi la faccia ai politici di turno, ma una realistica possibilità di fare scuola in sicurezza. Altrimenti la didattica a distanza sarà dietro l’angolo, con altre ripercussioni specie su alunni e famiglie.
Città di Castello, 25-08-2020
Angela Albizi
Emanuela Arcaleni
Oriano Baldelli
Paola Braconi
Sabina Burattini
Anna Cutino
Monica Gaillardi
Luca Girelli
Silvia Locchi
Raffaela Mambrini
Emanuela Mambrucchi
Laura Pannacci
Edvige Piperni
Antonella Polcri
Simonetta Raichi
Roberta Riccitelli
Ornella Sticchi
Maria Paola Volpi
Non possiamo che condividere le preoccupazioni espresse dai docenti e dalle famiglie. Si tratta di problemi che circolano ovunque nel Paese seppur con diverse accentuazioni. Le giriamo all'attenzione dell'opinione pubblica, degli amministratori e dei dirigenti scolastici perché vengano ascoltate e, rispetto a esse, ognuno si assuma le proprie responsabilità. A.G. |